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23 Giugno 2023
15:22

Nuovi fossili cinesi permettono di approfondire l’evoluzione dei mammiferi durante il Giurassico

Nuovi fossili ritrovati in Cina offrono nuove informazioni sull'evoluzione dei primi mammiferi e ci permettono di riconsiderare gli antichi ecosistemi del Giurassico, che probabilmente erano molto più variegati di quanto pensato in precedenza.

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In Cina diversi paleontologi si stanno specializzando nello studio degli antichi mammiferi, visto che le varie formazioni geologiche delle province di Liaoning e Hebei, risalenti al medio e al tardo Giurassico, tra 164 milioni e 157 milioni di anni fa, si stanno dimostrando perfette per il ritrovamento di questi animali, molto difficili da reperire nel resto del mondo. Tra le ultime scoperte che attualmente stanno attirando l'attenzione dell'intera comunità scientifica c'è il ritrovamento di nuovi fossili appartenenti a un antico ecosistema chiamato Yanliao Biota.

Tali fossili sono così tanto ben conservati e talmente diversi, rispetto quelle conosciuti in precedenza, che vengono considerati tra i più importanti per capire cosa è accaduto durante le prime fasi evolutive dei mammiferi. E i risultati dello studio di questi reperti trovati nella regione nord orientale della Cina saranno pubblicati tra le pagine della rivista Earth and Planetary Science Letters, in uscita il prossimo settembre.

Molte di queste specie (che potrebbero rivelarsi al termine degli scavi oltre una decina) ricordano in parte gli attuali scoiattoli o i procioni, come altri antichi mammiferi. A suscitare tuttavia lo stupore dei ricercatori cinesi è stata soprattutto la grande variabilità delle loro dimensioni e delle forme osservate nel corso del tempo, visto che fino a questo momento la ricerca credeva che i mammiferi dell'epoca non fossero poi così tanto diversificati.

Da molto tempo, in realtà, considerati alla stregua di semplici roditori che sfuggivano dalle grinfie dei più rinomati dinosauri, i mammiferi del Giurassico stanno invece dimostrando di essere stati capaci di occupare una grande tipologia di ambienti e nicchie ecologiche, assicurano i ricercatori, grazie soprattutto ad alcune loro peculiari caratteristiche morfologiche.

Per datare questi fossili, gli scienziati hanno utilizzato la presenza di alcuni strati vulcanici di cenere, formatisi di seguito a un'eruzione che coprì interamente la regione. Questa cenere non è stata successivamente spostata da eventi o fenomeni geologici, offrendo così agli scienziati l'opportunità di utilizzarla per datare gli strati ricchi di fossili.

La conferma che i fossili provenissero proprio dal Giurassico medio, ha tra l'altro permesso agli scienziati di testare la teoria chiamata "modello a miccia lunga", che ipotizza un'origine triassica dei mammiferi con una conseguente diversificazione a partire da 157 milioni di anni fa, ovvero durante il cosiddetto "periodo d'oro dei grandi rettili".

I paleontologi cinesi, tramite l'aiuto dell'Istituto cinese di paleontologia e paleoantropologia dei vertebrati, hanno così sviluppato un software per verificare la veridicità di tale modello da applicare anche sui nuovi reperti trovati fra il Lianoning e Hebei, con l'obiettivo di costruire un albero filogenetico e trovare il vero punto di partenza dell'evoluzione di tutti i mammiferi. E come risultato hanno identificato la radice della nostra evoluzione proprio nel tardo Triassico, circa 208 milioni di anni fa. 

Tale conclusione va contro invece il "modello esplosivo", ipotizzato da alcuni antichi paleontologi ottocenteschi che suggerivano come i primi mammiferi avessero avuto origine a partire da specie presenti solo durante il Giurassico medio. Sono però diversi anni ormai che la ricerca sembra suggerire tramite diversi studi che l'origine evolutiva dei nostri antenati mammiferi appartenga più al Triassico che al Giurassico o al Cretaceo. Soprattutto considerando che diversi "linee evolutive fantasma" di mammiferi ancestrali devono ancora essere identificate nella documentazione fossile, visto che non è facile trovare i resti di questi piccoli animali.

Ciò che però ci dimostrano i ritrovamenti cinesi, è che i mammiferi del giurassico non erano poi così "semplici" come ipotizzato in passato e che molto probabilmente erano anche il risultato di una radiazione evolutiva che li aveva già portati a sviluppare varie forme.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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