Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Fossil Studies ha appena presentato alla scienza una nuova specie di tirannosauro, che visse circa 72,5 milioni di anni fa, in Messico, durante un periodo conosciuto dai geologi come Campaniano. Questa specie è stata chiamata Labocania aguillonae ed è stata rinvenuta nei pressi della regione di Coahuila, nella formazione fossilifera di Cerro del Pueblo, a 54 km dalla città di Saltillo.
I suoi resti sono rappresentati da uno scheletro parziale, più leggero rispetto quello del più rinomato e massiccio T. rex, che raggiungeva i 6,3 metri di lunghezza. Gli autori di questa scoperta sono invece due paleontologi, Héctor Rivera-Sylva del Museo del Desierto a Coaguila e il professore Nicholas Longrich dell'Università di Bath, che hanno decido di dedicare il nome della specie a Martha C. Aguillón, scopritrice dell'esemplare e paleontologa di lunga data di Coahuila.
Secondo i due esperti, per quanto il L. aguillonae fosse più piccolo di molti altri tirannosauri vissuti in Nord America sul finire del Cretaceo, esso era comunque in cima alla catena alimentare e faceva parte di quella radiazione evolutiva, che diversificò il gruppo dei tirannosauri permettendo la comparsa delle specie più grandi.
Sfortunatamente, i resti di questa specie sono molto frammentati e sono stati persino alterati dall'intemperie, ma ciò non ha impedito ai ricercatori di effettuare dell'analisi comparative, che hanno indotto a credere che questa specie avesse diverse affinità con Labocania anomala, un altro tirannosauro dello stesso periodo che riusciva però a raggiungere i 10 metri di lunghezza.
Altre specie molto simili sono Bistahieversor sealeyi e Teratophoneus curriei, che per quanto appartengono a gruppi differenti sembrano condividere con i membri del genere Labocania buona parte del loro percorso evolutivo.
«La nostra nuova specie aggiunge ulteriore diversità alla Formazione Cerro del Pueblo e dimostra che l'endemicità esisteva tra i tirannosauri nel tardo Campaniano, con specie e cladi distinti che abitavano le Grandi Pianure settentrionali a nord e il sud-ovest americano e il Messico a sud» hanno spiegato gli autori dell'articolo all'intero del loro abstract.
Secondo Rivera-Sylva e Longrich, date le difficoltà di scavo nel territorio di Coahuila, è probabile che in Messico esistano ancora molte altre specie di tirannosauri, in attesa di essere recuperate e scoperte. Ciò che avrebbe però favorito la comparsa di un gran numero di specie di carnivori in questa regione sarebbe la competizione. Una delle regole dell'ecologia infatti afferma che in alcuni casi la competizione fra diverse specie favorisce la comparsa di nuovi gruppi e aumenta gli endemismi.
È anche probabile che la scomparsa di vecchia predatori abbia indotto lo sviluppo di nuovi tirannosauri, che sul finire del Cretaceo erano pronti a ottenere il controllo di quasi tutti gli ecosistemi terrestri del Nord America e in alcuni casi dell'Asia (esempio, il Tarbosauro). Essi tuttavia non riuscirono ad avere lo stesso successo in altri continenti, come in Africa e in Europa, in cui resistettero fino alla fine altre specie.