Gli scienziati hanno scoperto una specie mai vista prima di "squalo fantasma" con dei giganteschi occhi iridescenti nel Mare delle Andamane, arcipelago indiano al largo delle coste della Thailandia. Si tratta di una specie di chimera, pesci cartilaginei delle profondità marine, imparentati con squali e razze, nominata Chimaera supapae e descritta in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Raffles Bulletin of Zoology.
Le chimere non sono comuni nella zona in cui è stata ritrovata C. supapae e solitamente abitano le scarpate continentali e le dorsali oceaniche a oltre 500 metri di profondità, nutrendosi di animali che vivono sul fondo come crostacei, molluschi e vermi. Vivendo in ambienti così remoti, soprattutto nel Mare delle Andamane, dove le profondità in alcune aree superano i 4.400 m, questi animali sono difficili da studiare e ad oggi se ne conoscono appena 54 specie, compresa l’ultima scoperta.
Vengono chiamati squali fantasma per via non solo del loro aspetto bizzarro, dovuto alla vita negli abissi con pressioni altissime, ma soprattutto per via dei loro grandi occhi iridescenti che riflettono la luce. Alcune specie possono inoltre crescere fino a 2 metri di lunghezza.
L'esemplare scoperto è un maschio immaturo di 51 centimetri, raccolto in acque poco profonde da una rete a strascico. I ricercatori lo hanno riconosciuto come una nuova specie proprio dai suoi grandi occhi ovali che rappresentano oltre il 32% della lunghezza totale della sua testa massiccia. Questi aiutano l'animale a vedere nelle acque buie degli abissi.
La specie è stata chiamata supapae in onore del defunto Supap Monkolprasit, uno scienziato tailandese che ha trascorso la vita studiando i pesci cartilaginei mentre il nome del genere Chimaera deriva dalla mitologia greca, indicando la stranezza del corpo dell’animale come se fosse composto da parti di organismi diversi.
Dal punto di vista evolutivo, questi animali sono tra i vertebrati più antichi e la loro origine risale a circa 300-400 milioni di anni fa. La scoperta di nuove specie come questa ci dice quanto poco sappiamo dell'ambiente marino e quanto ancora sia da esplorare.