Rimane per 12 ore nelle acque dell’Oceano Atlantico davanti la contea di Kerry, in Irlanda. Quando è stato soccorso lo hanno trovato a 4 chilometri dalla costa circondato da un branco di delfini. Sarebbero stati loro a salvarlo. Protagonista di questo evento è Ruairí McSorley, un ragazzo di 24 anni del piccolo villaggio di Park. Aveva fatto perdere le sue tracce alle 8 del mattino di domenica, dopo che un passante ha trovato i suoi vestiti e le sue scarpe in spiaggia. Alle 20.15 lo hanno trovato in mezzo ai cetacei.
«Ho visto queste code nere nell’acqua e non ero sicuro se fossero delfini o squali – ha detto al quotidiano Irish Independent – Ho pensato che tra me e me che forse non sarebbe stata una brutta idea quella di cercare su Google prima di buttarmi in acqua, ma poi ho visto che erano delfini». Gli animali hanno nuotato con lui.
Ma è possibile che questo avvenga? «Sin dall’antichità ci sono racconti di persone che sostengono di essere state salvate dai delfini – spiega a Kodami Maddalena Jahoda, responsabile della divulgazione scientifica dell’Istituto Tethys e autrice di “Balene salvateci” – Sono mammiferi molto sociali, vivono in gruppo e partoriscono in acqua. È previsto dalla loro etologia l’aiutarsi a vicenda».
«Un delfino respira aria e il suo primo rischio è di affogare – aggiunge – Così hanno sviluppato l’istinto che se uno è in difficoltà vengono a sostenerlo. È ciò che si vede quando una femmina partorisce e che si assicura che il piccolo vada in superficie a respirare. Qui intervengono anche le compagne, le cosiddette "zie". Ci sono i racconti dei naufraghi che dicono come ci siano casi di persone tenute in superficie da un delfino. Riscontri diretti non ce ne sono, ma è una cosa ricorrente».