Un’orca di soli 12 anni, Moana, morta a ottobre dello scorso anno. Altre tre, Inouk, Wikie e Keijo, di cui si cerca di evitare il trasferimento in un delfinario in Giappone. Un delfino nato nello stesso acquario delle orche e morto dopo un paio di giorni, alla fine del 2023. Un’esercitazione in programma oggi, per addestrare le orche a salire volontariamente sulle barelle da trasporto in caso di eventuali trasferimenti.
E il sospetto che tanto, forse tutto, sia causato dal desiderio di liberarsi delle orche in cattività entro il 2026, anno in cui dovrebbe entrare in vigore la legge approvata in Francia nel 2021 per porre fine allo sfruttamento commerciale dei cetacei. Sono tante le ombre che aleggiano su Marineland, il parco divertimenti acquatico di Antibes considerato uno dei più grande del nord della Francia.
Già nel 2019 si era parlato di un possibile trasferimento delle orche che allora erano ancora quattro, inclusa Moana morta lo scorso anno, dal parco acquatico francese ad un parco divertimenti in Cina. E già nel 2019 l’ipotesi era stata fortemente contrastata dalle associazioni animaliste, capeggiate da One Voice che non ha mai smesso di seguire le vicende di questi quattro animali marini. Una lettera indirizzata al presidente Macron sollecitava un intervento istituzionale per evitare il trasferimento in un paese dove il benessere animale è considerato praticamente un optional nella loro gestione e dove lo sfruttamento a scopi commerciali è all’ordine del giorno. Questa volta invece la meta finale dell’ipotetico trasferimento è il Giappone, a quanto raccolto ancora una volta da One Voice, in un parco acquatico di recente costruzione.
Anche l’associazione Born Free, membro fondatore di Dolphinaria-Free Europe (DFE), una coalizione di ONG e individui che lavorano insieme per porre fine alla cattività di balene, delfini e focene in tutta Europa, è intervenuta per denunciare il pericolo del trasferimento e per dare sostegno a One Voice. Secondo l’associazione «a One Voice non è stata data l'opportunità di presentare alla corte francese le loro prove circostanziate sulla salute e il benessere delle orche rimaste a Marineland. Sono stati invece consultati "esperti" alternativi che erano favorevoli al trasferimento in Giappone, apparentemente con il sostegno delle autorità francesi». L'obiettivo potrebbe essere invece quello di individuare dei santuari nel Mediterrano o nel nord Europa dove trasferirle entro il 2026, quando la legge diventerà operativa. Santuari dove le regole base del benessere animale vengano rispettate e le orche possano continuare a vivere nel rispetto della loro etologia.
Ma sono proprio le autorità francesi a smentire categoricamente la notizia del trasferimento in Giappone. Come riportato da Le Figarò che ha raccolto la dichiarazione della Segretaria di Stato per la Biodiversità, Sarah El Haïry. «È impossibile trasportare le orche senza allertare le autorità e senza prepararsi con esercitazioni programmate – ha spiegato la funzionaria. – L'esportazione di animali è regolata dalla normativa CITES e per trasferire le proprie orche, Marineland deve quindi richiedere un permesso CITES, rilasciato dall'amministrazione che verifica le condizioni di trasporto e accoglienza degli animali nel paese di destinazione. Ad oggi l'amministrazione non ha ricevuto alcuna richiesta di progetto in questa direzione da Marineland».
Sempre secondo la funzionaria, inoltre, l’ipotesi di un trasferimento è possibile ma si stanno verificando anche le condizioni nei santuari marini della Nuova Scozia, della Grecia o dell'Italia. La stessa Sarah El Haïry, lo scorso novembre, aveva ordinato un'ispezione per verificare lo loro stato di salute delle tre orche superstiti, poche settimane dopo la morte improvvisa di Moana. I risultati del rapporto non sono ancora stati diffusi, ma la funzionaria aveva assicurato che «la prefettura ha contattato due veterinari indipendenti. Le prime conclusioni non destano alcun allarme sulle condizioni di vita delle orche rimaste e dimostrano che sono in buona salute, mentre i primi elementi dell’autopsia di Moana non permettono ancora di conoscere la causa precisa della morte ma sono in corso approfondite analisi batteriologiche da parte di un laboratorio specializzato. I risultati dovrebbero arrivare nelle prossime settimane».
Malgrado le rassicurazioni della funzionaria, però, le associazioni hanno previsto lo stesso una mobilitazione. One Voice, anzi, sta monitorando ora per ora quanto accade davanti all’ingresso del parco acquatico francese, dandone conto continuativamente sui social. Già da ieri aveva testimoniato la presenza di una gigantesca gru appena fuori dall’entrata del parco acquatico. Mentre di pochi minuti fa è il un video che mostra chiaramente iniziata l’esercitazione annunciata: le piscine sono state praticamente svuotate e le tre orche circondate da un folto gruppo di tecnici e operai che le forzano a salire su delle vere e proprie barelle calate all’interno delle piscine proprio dalla gru precedentemente fotografata. Le orche si dimenano in pochi centimetri d’acqua, agitano ripetutamente ed energicamente la coda, cercano di divincolarsi dalla presa delle decine di mani che le spingono verso la barella in tessuto in cui devono salire.
Si tratterà sicuramente di un’esercitazione, a meno di una smentita dei fatti, ma certamente per le orche non si tratta di un momento piacevole: non stanno giocando, non stanno nuotando, sono circondate da uomini con l’elmetto che le sospingono con tutte le loro forze. Non sarà un’esercitazione, ma sicuramente non è neanche il loro paradiso.