Quello ritrovato su una spiaggia degli Stati uniti non è il misterioso e terrificante Cthulhu, l'immaginaria creatura partorita dalla mente dello scrittore Lovecraft, ma un "globster": un ammasso organico in decomposizione, probabilmente ciò che resta di una balena.
Dunque, niente rito di evocazione tramite il Necronomicon, il fittizio libro redatto dall' "arabo pazzo" Abdul Alhazred, e niente misteriosa progenie stellare che si è liberata dopo secoli di prigionia. Con questa scoperta l'universo pieno di terrore creato da Lovecraft non c'entra nulla e quello ritrovato da una coppia statunitense su una spiaggia è scientificamente spiegabile. In situazioni del genere, però, è normale far galoppare la fantasia e anche solo un po' di suggestione può far scaturire nella mente di un uomo l'idea di aver trovato un mostro marino.
La coppia ha documentato il ritrovamento con un video pubblicato su Facebook. Nelle immagini si vedono i due avvicinarsi con circospezione alla "creatura". L'acqua lambisce lo strano ammasso e piano piano la telecamera mette a fuoco il soggetto: quello che sembra un grande corpo ricoperto di peli bianchi giace immobile sulla riva. Coraggiosamente chi riprende la scena si avvicina e con una scarpa saggia la consistenza dell'oggetto che si rivela subito essere molliccio. Un giro intorno all'"essere" lo mostra in tutta la sua estensione e, probabilmente, sotto la sabbia si nasconde la restante parte.
Era il 12 ottobre quando i due statunitensi Merica Lynn e Adoni Tegner hanno ritrovato su una spiaggia di Florence, in Oregon negli Stati Uniti, quella che sembrava un'enorme creatura spiaggiata mentre percorrevano tranquillamente un sentiero fra le dune sabbiose, come loro solito. Adoni Tegner ha raccontato che da lontano pensava fosse un'auto in panne che, per qualche assurdo motivo, era stata portata in spiaggia. Solo una volta che si sono avvicinati alla "creatura" i due hanno potuto osservare meglio l'enorme ammasso bianco e maleodorante. La coppia pensava di aver trovato un mostro marino, ma la realtà dei fatti era ben lontana.
Una volta postato il video sul social sono arrivati subito commenti senza dubbio molto fantasiosi. Un utente scomoda i disastri naturali scrivendo preoccupato: «Quando una grande creatura si spiaggia significa che sta arrivando una calamità, come uno tsunami». Altri hanno tirato a indovinare fino a chi ha scritto con grande sicurezza: «È sicuramente un globster!».
A spiegare che cos'è un globster ci ha pensato Jim Rice, gestore del "Programma di Arenamento" presso l' Oregon State University Marine Mammal Institute, che in una dichiarazione ha affermato: «E' una massa di materia organica arenata sulla riva. Si tratta di un grande mammifero marino come una balena o un capodoglio e quello che vediamo è la sua carcassa. Quelli che sembrano dei peli bianchi, poi, sono i resti dei tessuti organici in decomposizione che sfilacciandosi assumono quell'aspetto: muscoli, nervi, tendini e altro. A mio parere questo individuo è morto da diversi mesi».
Di questi ammassi in putrefazione l'uomo ne ha trovati diverse nel corso della storia e il nome globster fu coniato intorno alla metà del 1900 da Ivan Sanderson che ne diede una precisa descrizione definendolo come una carcassa in putrefazione. Sanderson era un naturalista e scrittore scozzese che acquisì notevole fama proprio grazie ai racconti delle sue avventure in diverse aree tropicali negli anni 30. Nel 1962 lo scrittore si trovava in Tasmania e su una costa avvistò un ammasso che descrisse così: «Non ha occhi visibili, nessuna testa definita e apparentemente nessuna struttura ossea».
Un globster si distingue dalle normali carcasse spiaggiate per la sua difficile o impossibile identificazione, perlomeno agli occhi di osservatori inesperti, e per il fatto che sull'identificazione stessa spesso sorgono dispute nella comunità scientifica..