Il termine popolare "pesce pene" è attribuito a organismi marini che, a causa della loro particolare morfologia, evocano un'immagine che richiama l'organo genitale maschile. Tuttavia, nonostante la sua denominazione suggestiva, l'animale non è affatto un pesce, bensì un verme anellide appartenente al gruppo degli echiuroidei. Due specie rappresentative di questo gruppo sono Urechis unicinctus, diffuso prevalentemente nelle acque dell'Asia orientale, e Urechis caupo, che popola le coste settentrionali del Pacifico, in particolare quelle della California. Entrambe le specie condividono strategie ecologiche comuni, pur variando leggermente per dimensioni e habitat. Si tratta di vermi bentonici che possono raggiungere lunghezze comprese tra 15 e 30 centimetri, a seconda della specie.
Come vive il pesce pene
Il pesce pene è solito vivere in ambienti marini sabbiosi, in particolare nelle zone intertidali e subtidali, dove scavano complessi sistemi di gallerie a forma di "U". Questi tunnel non sono semplici rifugi, ma vere e proprie strutture ecologiche che svolgono un ruolo cruciale nella loro sopravvivenza e nell'interazione con altri organismi. Le gallerie, infatti, fungono sia da riparo che da trappola per le particelle alimentari. Urechis secernono un muco dalla loro proboscide, che viene utilizzato per formare una bolla viscosa all'interno del tunnel.
Quest'ultima intrappola il plancton e altre particelle organiche trasportate dalle correnti marine, che vengono successivamente ingerite dal verme attraverso un complesso meccanismo di aspirazione generato dalle contrazioni muscolari. Quando la "rete" è piena di cibo, il pesce pene la risucchia, nutrendosi del muco arricchito di organismi intrappolati.
È raro vederlo emergere in superficie, a meno che non sia spinto da eventi come tempeste o variazioni di marea.
Il pesce pene è un gentile padrone di casa
Dalla parte posteriore del corpo, il pesce pene espelle gli scarti con un potente getto d'acqua. Questi rifiuti, però, rappresentano una risorsa preziosa per gli altri abitanti dei suoi tunnel a forma di "U". Infatti, il pesce pene non vive da solo all'interno di queste gallerie sotterranee: numerosi altri animali, come molluschi, crostacei e piccoli pesci, condividono lo spazio con lui. Questi "coinquilini" si nutrono degli scarti del pesce pene e beneficiano della tana stessa, ottenendo così sia cibo che rifugio senza alcun costo. Visto il suo comportamento molto "ospitale", il pesce pene è conosciuto da molti anche come "verme locandiere".
In biologia, questo tipo di relazione viene definito commensalismo, ossia un'interazione in cui un organismo trae vantaggio dall'altro senza arrecargli danno o sofferenza. I pesci pene, così ospitali, svolgono un ruolo cruciale nell'equilibrio dell'ecosistema, contribuendo a mantenere la biodiversità dei fondali marini. Grazie alla presenza di questi animali, infatti, molluschi e pesci trovano un habitat sicuro, un elemento di grande importanza in un ambiente come il mare, dove gli spazi protetti sono limitati e i predatori costantemente in agguato.
Come accorgersi se sotto la sabbia c'è il pesce pene
Durante una passeggiata sulle spiagge dove vive il pesce pene, è facile notare la sua presenza sotto la sabbia. L'ingresso della tana a forma di "U" ricorda un piccolo camino, da cui talvolta può fuoriuscire la sostanza appiccicosa che il pesce pene secerne per nutrirsi (dall’esterno potrebbe sembrare simile a una medusa in decomposizione). L'uscita posteriore, invece, è circondata dagli scarti del verme.
Quando il pesce pene tenta di emergere dalla sua tana o si ritrova senza rifugio a causa di tempeste è molto a rischio poiché predatori come lontre marine e gabbiani che potrebbero catturarlo rapidamente.
A volte si leggono notizie di pesci pene ritrovati sparsi sulle spiagge della California. Questo fenomeno si verifica a causa delle forti tempeste, che rimuovono la sabbia e portano questi animali in superficie. Mentre in California i residenti si limitano a fotografarli, in Cina e Corea tali creature sono considerate delle vere prelibatezze. In queste regioni, infatti, vengono catturati, venduti nei mercati ittici e consumati crudi.