Non ci sarà nessun Bonus animali domestici nel 2023. L'emendamento presentato da Michela Vittoria Brambilla, deputata del Gruppo Misto e presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, non ha superato la tagliola della Commissione di Bilancio.
La Legge di Bilancio è passata quindi all'esame della Camera, dove sarà votata per poi terminare il suo iter al Senato entro il 31 dicembre 2022. Visti i tempi molto risicati, e le discussioni accese in Commissione sino a questa notte, è probabile che il Governo scelga di non modificare più il testo della Manovra.
Più fonti parlamentari appartenenti a schieramenti diversi già ieri avevano anticipato a Kodami che la misura non sarebbe passata: «Non ci sono le coperture economiche sufficienti, non hanno voluto investire su questo perché ritenuta troppo onerosa».
In realtà, come avevamo spiegato, il Bonus animali domestici 2023 presentato quest'anno, rispetto ai precedenti prevedeva modifiche sostanziali proprio per la platea dei beneficiari, allo scopo di gravare meno sulle casse dello Stato.
Se nel 2022 la Manovra di Mario Draghi aveva previsto un bonus fisso di 550 euro da corrispondere a tutti i richiedenti con animali domestici, quest'anno i parlamentari volevano operare una distinzione in base al reddito. Se l'Isee della famiglia richiedente non avesse superato i 15mila euro, il bonus sarebbe andato da 150 euro annui per ogni animale, fino a raggiungere un tetto massimo di 450.
Nel caso di Isee del nucleo familiare inferiore a 7mila euro, l'importo dell'assegno sarebbe raddoppiato fino a raggiungere un importo massimo di 900 euro annui. Il calcolo del Bonus in base all'Isee è stato pensato probabilmente per adeguarsi all'orientamento in materia economica abbracciato da Meloni anche per altre misure analoghe. Il Bonus 18App, ad esempio, è stato sdoppiato in due Carte spendibili dagli studenti, legate a due parametri distinti: merito scolastico dell'alunno e Isee familiare.
Un passo indietro pesantissimo dunque per i diritti delle famiglie con animali, soprattutto considerato lo sforzo fatto dalle precedenti legislature che avevano scelto di inserire l'assegno nel Bilancio dello Stato. La Manovra finanziaria rappresenta l'agenda programmatica di quello che il Governo e il Parlamento pianificano di fare nell'arco della legislatura, ed è evidente come nel percorso tracciato dalla presidente Meloni non rientri la tutela degli animali, né domestici, né tanto meno selvatici.
A sopravvivere alla notte bianca di lavori in Commissione Bilancio è stato infatti l'emendamento Far West, promosso proprio da Fratelli d'Italia, con il quale si darà via libera alla caccia in aree protette e urbane, allo scopo di "gestire e contenere" la proliferazione della fauna selvatica.