L'ape legnaiola è un insetto spesso erroneamente scambiata per un calabrone nero. Tuttavia, i due appartengono a specie diverse e presentano notevoli differenze sia dal punto di vista biologico che comportamentale. L'ape legnaiola, infatti, appartiene alla famiglia degli apidi, mentre il calabrone a quella dei vespidi.
Ape legnaiola e calabrone: qual è la differenza?
Sia l'ape legnaiola sia il calabrone appartengono all'ordine degli imenotteri, insieme alle loro cugine formiche. Per riuscire a distinguerle, però, è utile conoscere quali siano le loro caratteristiche fisiche:
- Le api generalmente sono ricoperte da una leggera peluria, sono poco aggressive, di dimensioni ridotte e, da lontano, appaiono di colore marrone-arancione. Tuttavia, se ci imbattiamo in un insetto più grande, completamente nero e dal ronzio simile a quello di un drone, ci troviamo di fronte a un'ape legnaiola che, nonostante queste caratteristiche diverse, si tratta comunque di un'ape
- Le vespe, invece, presentano un colore giallo più brillante e sono quasi prive di peluria. Di solito sono di piccole dimensioni, ma se incontriamo una vespa più grande, potrebbe trattarsi di Vespa crabro e cioè il vero calabrone. Questo insetto è riconoscibile per la testa rossa e gialla e per l'addome prevalentemente giallo con striature nere, oltre a essere la specie più grande tra le vespe europee
Chi è l'ape legnaiola?
L'ape legnaiola è diffusa in tutta l'Europa continentale, così come in Irlanda, Regno Unito, Sudafrica e alcune regioni dell'Asia centrale. In Italia, è particolarmente comune la specie denominata Xylocopa violacea, riconoscibile per le ali dalle sfumature violette. È possibile incontrarla soprattutto durante i mesi più caldi dell'anno, ossia in primavera ed estate, poiché durante l'inverno rimane al riparo nei nidi. In questo periodo, è frequente vederla svolazzare intorno a fiori come orchidee e glicine.
Nonostante sia dotata di un pungiglione robusto, questa specie è considerata innocua. Il pungiglione viene utilizzato molto raramente e solo se l'insetto viene disturbato. Inoltre, il veleno, sebbene tossico, è meno potente rispetto a quello di altre api, rendendo la puntura non pericolosa a meno che non si sia allergici.
Le sue dimensioni sono considerevoli, infatti raggiunge circa i 2-3 centimetri. Ha un corpo tozzo e robusto, interamente nero, eccetto le ali, che sono lunghe, strette e presentano affascinanti riflessi violetti cangianti.
L'ape legnaiola non produce miele
Sebbene siamo soliti associare le api alla produzione di miele, in realtà solo una piccola percentuale di loro ha questa capacità e la quasi totalità della produzione di miele è attribuita a una sola specie, l'Apis mellifera. L'ape legnaiola, infatti, non produce miele ed è completamente solitaria. Ciò però non significa che questa specie sia priva di utilità: al contrario, le api legnaiole sono fondamentali impollinatori e contribuiscono significativamente alla biodiversità e alla riproduzione di diverse piante. In sostanza, svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell'ecosistema.
Vivendo in completa solitudine, la femmina costruisce e cura il proprio nido in modo autonomo, senza alcun tipo di assistenza da parte delle altre api. Il nido dell'ape legnaiola è ben diverso da un alveare: si tratta di una sorta di galleria suddivisa in cellette mediante barriere, costruita perforando il legno morbido degli alberi. Il nome, "ape legnaiola", deriva proprio da questa abitudine di creare buchi nel legno.
Per completare il nido, poi, l'ape compie circa una ventina di viaggi per raccogliere polline e nettare per generare la pasta pollinica, la quale servirà da nutrimento per le uova.
Perché il ronzio prodotto dall'ape legnaiola è così rumoroso?
Il forte ronzio prodotto dall'ape legnaiola è principalmente dovuto alle sue dimensioni considerevoli, che comportano ali proporzionalmente grandi. La frequenza elevata del battito delle ali contribuisce ulteriormente all'aumento del volume del ronzio. Questo suono svolge diverse funzioni: in primo luogo, è associato al normale volo dell'ape, ma può anche servire a respingere potenziali minacce, compresi gli esseri umani, o a allontanare eventuali intrusi che si avvicinano troppo al nido; infine, le vibrazioni generate durante il volo contribuiscono al rilascio del polline trattenuto nei fiori, migliorando così il processo di impollinazione.