Di “Hachiko”, il cane diventato simbolo della fedeltà canina perché continuò ad andare ogni giorno ad aspettare il suo umano alla stazione come aveva sempre fatto nonostante non ci fosse più, ce ne sono diversi.
C’è lui, ovviamente, che è giapponese, c’è quello boliviano che da cinque anni attende proprio nell'angolo in cui la sua persona di riferimento è morta in un incidente stradale e quello siberiano che da anni aspetta nello stesso posto il suo grande amico, che, ancora, non tornerà mai più.
Ma gli Hachiko non sono solo stranieri, perché c’è anche quello italiano: si chiama Fido e la sua storia di infinito amore per il suo compagno umano è stata immortalata per sempre in un monumento a lui dedicato in piazza Dante a Borgo San Lorenzo in Toscana.
Sul sito ufficiale del Comune viene raccontato chi era e cosa fece: siamo nel 1941 e l’Italia è entrata in guerra da poco. Carlo Soriani, operaio di Luco, una frazione di Borgo San Lorenzo, in un giorno di gennaio tornando verso casa trovò un cane ferito in un fosso e anziché lasciarlo lì, lo prese con sé e se lo portò a casa per curarlo.
Fido, questo il nome che gli venne dato, guarì e stabilì un legame così forte con il suo nuovo compagno che, non solo tutte le mattine lo svegliava e lo accompagnava alla fermata del bus, ma ogni sera al suo rientro era nuovamente lì ad aspettarlo. Il 30 dicembre 1943, però, un terribile bombardamento su Borgo San Lorenzo uccise tra gli altri anche Soriani.
Da allora, ogni sera, ininterrottamente, per oltre 14 anni fino alla sua morte avvenuta il 9 giugno 1958, Fido lasciava la propria cuccia dirigendosi nella piazza del paese, pronto ad attendere chi, in realtà, non avrebbe fatto mai più ritorno. Anche negli ultimi anni di vita, quando era più fragile e le zampe non lo sorreggevano più, il cane fedele era sempre lì ad aspettare. Una fedeltà celebrata prima con una medaglia d’oro e poi con una statua realizzata dallo scultore siciliano Salvatore Cipolla.
L’opera fu collocata in Piazza Dante accanto al Palazzo Comunale e venne inaugurata alla presenza dello stesso Fido e della vedova di Carlo Soriani. Pochi mesi dopo l’inaugurazione, però, la statua in maiolica venne distrutta, ma il Comune decise di sostituirla con una in bronzo.
Quando il cane morì il Comune gli rese omaggio con un funerale e un corteo silenzioso che lo accompagnò fino al cimitero di Luco, per permettergli di ricongiungersi finalmente con il suo Carlo: fu sepolto all’esterno del cimitero.