Il fenicottero femmina ribattezzata Fenu purtroppo non ce l'ha fatta. L'uccello era rimasto intrappolato in una lenza da pesca nella laguna Marceddì, nell'Oristanese, per diversi giorni. Inutili sono stati gli sforzi enormi dei volontari e dei medici veterinari che hanno provata a salvarla: il fenicottero era ormai troppo debilitato. La lenza si era aggrovigliata dalle zampe al collo impedendogli di mangiare per giorni.
Tutto era cominciato il 6 febbraio, quando una volontaria della sezione LIPU di Oristano ha avvistato per la prima volta il fenicottero in difficoltà. L'animale è stato seguito e monitorato per giorni, fino a quando le sue condizione non sono peggiorate e si è deciso di intervenire. Così la LIPU, approfittando della debolezza dell'animale, ha provato un primo faticoso recupero con l'aiuto di una barca. Il fenicottero è però riuscito a fuggire ed è stato soccorso solamente la mattina del giorno 16, ormai una decina di giorni dopo i primi avvistamenti.
Fenu, troppo debole per scappare, è stata trovata immobile nel fango e portata immediatamente alla clinica veterinaria Duemari, dove purtroppo è morta il giorno successivo. Ne avevamo già parlato su Kodami in occasione di un altro recupero di fenicottero, fortunatamente andato a buon fine: quello delle lenze e degli ami da pesca abbandonati è un problema serio per la fauna selvatica, ancora troppo sottovalutato.
«Non ci abitueremo mai alle terribili conseguenze di comportamenti umani sconsiderati. L'abbandono (a volte inconsapevole) di reti e lenze, talvolta con ami, provocano spesso la morte di uccelli e altri animali selvatici, come piccoli mammiferi o tartarughe marine». ha scritto la LIPU di Oristano attraverso la sua pagina Facebook. Il filo di nylon utilizzato dai pescatori è quasi invisibile e spesso viene tagliato o perduto accidentalmente sulle spiagge, lungo fiumi e laghi o nelle aree portuali.
Gli uccelli acquatici, soprattutto i gabbiani, i trampolieri e i piccoli limicoli camminando tra scogli e battigia finiscono così per aggrovigliarsi con le zampe nelle lenze, che pian piano si stringono sempre più intorno agli arti. Gli animali intrappolati fanno fatica a muoversi e spesso muoiono tra atroci sofferenze a causa di infezioni, lesioni e fame oppure finiscono per essere catturati più facilmente dai predatori.
Sono centinaia solamente in Italia gli uccelli che perdono la vita ogni anno a causa di lenze e ami da pesca abbandonati. Quelli più fortunati che invece riescono a sopravvivere spesso rimangono con gli arti completamente amputati dal graduale stritolamento del filo di nylon. Ornitologi, volontari e numerose associazioni nazionali e locali denunciano da anni questa situazione, ma poco o nulla si è fatto per tentare di trovare una soluzione. È qualcosa che istituzioni e pescatori dovrebbero affrontare con maggior decisione e serietà quanto prima.
Foto: Facebook Clinica Veterinaria Duemari