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15 Maggio 2023
17:38

Non c’è ancora un’ordinanza che tutela i nidi degli uccelli nella stagione riproduttiva a Roma

Lo scorso anno il sindaco Gualtieri aveva firmato il provvedimento a marzo. Quest'anno, invece, nulla è ancora stato emanato, anche se la stagione riproduttiva è già entrata nel vivo.

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Era il marzo del 2022 quando il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, firmava l’ordinanza con cui tutelava i nidi di rondine della Capitale. A distanza di oltre un anno, e nonostante sia ormai entrata nel vivo la stagione riproduttiva per rondini, rondoni e balestrucci, nessun provvedimento in questo senso è stato ancora emanato per l'anno in corso, e dalle associazioni arriva l’allarme.

«Siamo a metà maggio e dell’attesa disposizione non vi è ancora traccia – sottolinea la delegata Oipa di Roma, Francesca Lavarini – L’ordinanza dello scorso anno, datata 11 marzo, mise i nidi sotto la sua protezione fino al 22 novembre e dunque da allora non sono più tutelati, nonostante siamo a stagione riproduttiva inoltrata con i nidi non solo pronti, ma pieni di uova e di piccoli».

Oipa si è quindi rivolta a Gualtieri perché firmi al più presto una nuova ordinanza: «Si tratta di un atto urgente – conclude l’associazione – poiché vi sono persone che arrivano a distruggerli “perché sporcano” e molte imprese edili non si fermano di fronte a un nido abitato,. Chiediamo inoltre che l’Amministrazione comunale interrompa le potature nel periodo riproduttivo delle specie che nidificano sugli alberi: anche questi sono interventi che uccidono nidi e nidiacei».

Come vengono tutelati i nidi di rondine in Italia

A oggi i nidi di rondini (specie Hirundo rustica), rondoni (Apus apus), balestrucci (Delichon urbicum) e specie affini sono protetti da diverse leggi: dalla Convezione di Berna “per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa” del 1979, recepita in Italia con la legge n. 503 del 5 agosto1981 e dalla Direttiva dell’Unione Europea 2009/147/CE del 30 novembre 2009, entrata in vigore il 15 febbraio 2010 che ha abrogato e sostituito (con un testo sostanzialmente identico) la precedente Direttiva n. 79/409/CEE approvata il 2 aprile 1979 dalla Commissione europea al fine di promuovere la tutela e la gestione delle popolazioni di specie di uccelli selvatici, delle loro uova e degli habitat nel territorio europeo.

Quest’ultima era stata recepita nel nostro Paese attraverso la Legge n. 157 del 1992, che al suo articolo terzo stabilisce in maniera assai chiara come sia «vietata in tutto il territorio nazionale ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati». La violazione di queste normative è punita con sanzioni penali e amministrative. A questo si aggiungono le norme del codice penale, del codice civile e i numerosi regolamenti e ordinanze comunali, finalizzati proprio a proteggere e tutelare queste specie di uccelli migratori fondamentali per la sopravvivenza degli ecosistemi, e messi ad altissimo rischio dalla distruzione dei loro habitat e dalla sparizione della loro fonte di sostentamento primaria, ovvero gli insetti, decimati per l’utilizzo dei pesticidi.

A questo si aggiungono, appunto, condotte umane crudeli oltre che illegali, ovvero la distruzione dei nidi, costruiti abitualmente sotto tettoie, terrazzi e cornicioni dei palazzi e delle abitazioni. I nidi, che vengono usati da questi uccelli anche per diversi anni in occasione delle migrazioni, vengono spesso rimossi o distrutti per le motivazioni più disparate: c’è chi li toglie perché infastidito dil cinguettio degli uccelli infastidisce, chi per la conseguente produzione del guano, chi per mera crudeltà o per divertimento. Una condotta che prevede sanzioni particolarmente salate, e che può sconfinare nell’arresto nel caso in cui la distruzione causi il ferimento o la morte di esemplari adulti o pulcini: in questi casi si configurano i delitti di maltrattamento o uccisione di animali previsti rispettivamente dagli articolo 544 ter e 544 bis del Codice penale, e i responsabili possono essere puniti o con la reclusione o mediante pesanti sanzioni pecuniarie (che possono arrivare, come nel caso del maltrattamento, sino a 30.000 euro).

Nel 2022 il sindaco di Roma era tra i sindaci italiani che hanno firmato ordinanze per tutelare i nidi, disponendo l’obbligo di proteggerli con l’unica eccezione dei casi in cui sono disposti interventi edilizi (e per cui viene chiesto il nulla osta del Dipartimento Tutela Ambientale) o in cui i nidi, se troppo numerosi, comportano un rischio per la salute in termini di igiene. La stessa ordinanza disponeva di usare sotto i cornicioni degli edifici, per una fascia di almeno 50 centimetri, materiale poroso per consentire la costruzione dei nidi e di agevolare la loro riproduzione lasciando libero accesso, sugli edifici, ai pertugi in cui questi uccelli tendono a nidificare. Quest'anno, invece, l'ordinanza stenta ad arrivare, e il rischio è che a farne le spese siano solo gli animali.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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