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22 Agosto 2024
17:45

«Non abbattete i cervi d’Abruzzo»: gli attivisti scrivono al Ministero dell’Ambiente

L'Abruzzo vuole abbattere 500 cervi per delibera della Regione. Ma gli attivisti dell'associazione Formiche d'Italia non ci stanno e scrivono al Ministero dell'Ambiente.

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L'Abruzzo si prepara ad abbattere 500 cervi. Per decisione della giunta regionale gli animali saranno uccisi nella zona dell'Aquilano tramite prelievo di selezione, cioè con l'intervento dei cacciatori abilitati. Ad opporsi all'intervento sono le grandi e piccole associazioni di tutela animale e ambientale.

L'abbattimento dei cervi, diventati un simbolo di molte località abruzzesi, è stato richiesto dalle confederazioni agricole, in ragione dei danni causati alle colture. Com'era prevedibile le associazioni di tutela animale hanno fortemente criticato questo intervento, e il 18 agosto le maggiori sigle hanno lanciato una petizione per chiedere di fermare la strage di cervi, firmata già da oltre 56 mila persone. WWF Abruzzo, Salviamo l'orso, Lipu Abruzzo e altre, hanno chiesto di «revocare la delibera, di abbandonare l’idea del prelievo selettivo al Cervo e di aprire un tavolo di confronto che porti a valutare e intraprendere altre soluzioni per limitare i danni all’agricoltura e il rischio da impatto con autoveicoli».

Anche il parlamentare Nazario Pagano, già autore dell'emendamento con cui sono state inasprite le pene per chi uccide orsi marsicani, raggiunto da Kodami aveva espresso la propria contrarietà alla delibera chiedendo di «verificare i dati raccolti dalla Regione Abruzzo» relativi ai danni che sarebbero stati causati dai cervi. Inoltre sottolinea l'esistenza di soluzioni non cruente per la gestione dei selvatici.

L'associazione animalista e ambientalista Formiche d'Italia APS si è rivolta invece al Ministero dell'Ambiente presentando un documento intitolato "Strategie sostenibili per la gestione del Cervo Italico in Abruzzo".

Il documento, inviato anche al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e ad altre autorità competenti, propone soluzioni alternative all'abbattimento, in linea con le normative europee sulla conservazione delle specie. Tra le proposte avanzate figurano:

  • Trasferimento e ricollocamento: ridistribuzione dei cervi in aree meno popolate o in parchi nazionali/regionali «con una significativa presenza di lupi, ma con carenza di prede naturali»;
  • Sterilizzazione selettiva: un metodo non letale per controllare la popolazione, che può essere affiancato da programmi di monitoraggio;
  • Incentivi economici per l'agricoltura: offerta di compensazioni agli agricoltori per i danni subiti e promozione dell'ecoturismo come risorsa economica alternativa;
  • Riequilibrio della catena alimentare: favorire la coesistenza tra cervi e lupi attraverso la gestione ecologica della fauna selvatica.

Formiche d’Italia APS sottolinea come queste strategie «non solo eviterebbero l'abbattimento, ma promuoverebbero anche un modello di gestione faunistica più rispettoso della biodiversità e delle dinamiche sociali ed economiche locali».

Gianluca Tursini, presidente dell'associazione ha dichiarato: «Siamo certi che una gestione più lungimirante della fauna selvatica possa portare benefici duraturi per l'intera regione, contribuendo alla conservazione della biodiversità e rafforzando l'identità culturale dell'Abruzzo».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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