No alla sfilata di cani in maschera per la festa di carnevale di Giulianova, in provincia di Teramo. È la presa di posizione e la richiesta dell'associazione animalista Unica Beach.
Ogni anno nel Comune di Giulianova viene organizzata una parata di carnevale con tanti carri allegorici ma da quest'anno i promotori hanno deciso di aggiungere anche una passerella per i cani mascherati: si disputerà una sorta di concorso di bellezza e il cane è che "vestito meglio" vincerà.
Giusy Branella, presidente dell'associazione nonché veterinaria, ritiene che una sfilata in maschera non rispetterebbe il benessere degli animali e per questo ha invitato gli organizzatori a modificare il programma e ad apportare dei cambiamenti anche alle locandine che si stanno distribuendo in città, in cui vengono ritratti cani mascherati.
«Per quanto mi riguarda l'evento dovrebbe essere del tutto annullato in quanto ritengo che mascherare dei cani sia per questi ultimi fonte di stress – spiega la dottoressa Branella a Kodami – Secondo quanto dichiarato dagli organizzatori della festa, la sfilata ha un fine "sociale" ovvero l'evento è mirato alla gestione del fenomeno del randagismo. Infatti, verrà allestita una passerella dove sfileranno bambini e ragazzi con i loro amici a quattro zampe, ma anche rappresentanti delle varie associazioni del territorio che si occupano di adozioni nei canili e che, per l'occasione, accompagneranno i cagnolini che ospitano. Molti di questi animali provengono da situazioni difficili, come maltrattamenti o abbandoni dunque, porli al centro di una festa, circondati da rumori e pure travestiti, significa procurargli stress inutile. La percezione del divertimento è propria dell'essere umano: costringere un animale in una situazione caotica come quella del carnevale, in più sfilando con un vestito che potrebbe limitarlo nei movimenti, è per me inaccettabile».
La dottoressa aggiunge: «Nella manifestazione sono coinvolti anche i bambini giustamente ma ritengo che sia un'attività poco istruttiva. Con questa parata passa un messaggio sbagliato ovvero che un animale deve "obbedire" al suo umano limitando così i propri bisogni. Ad esempio, sarebbe stato molto più educativo per i ragazzi dare importanza ad attività quali il controllo dei microchip dei cani partecipanti: penso che il rispetto verso altri essere viventi parta anche da queste piccole azioni».
David Morettini, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, ci ha spiegato come, quando e se un cane tolleri o meno un abito addosso: «Non bisogna necessariamente essere contrari all'utilizzo di vestiti e costumi. Dipende molto dal rapporto, dal carattere e dalla profondità della relazione che abbiamo col nostro animale, per cui alcuni possono accettare tranquillamente questa cosa e possono persino divertirsi. Un costume diventa un problema solo per alcuni soggetti o razze particolari, molto dipende dalla stazza degli animali e dal tipo di vestito o costume: alcuni possono compromettere i movimenti o le operazioni di grooming e pulizia, e questo potrebbe rappresentare una forte fonte di stress o disagio».
L'esperto si riferisce chiaramente a situazioni in cui non vi è, in aggiunta, un contesto complesso come può essere una sfilata con intorno tante persone sconosciute e in un luogo non noto ai cani, soprattutto poi a quelli che purtroppo sono confinati in canile.
C'è poi un altro importante aspetto da tenere in considerazione, e cioè la questione etica che è stata analizzata da Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e anche lui membro del nostro comitato: «Travestire il nostro cane è qualcosa che potremmo evitare: certamente per lui essere vestito da Batman, da salsiccia o da vampiro non ha alcun significato. La cosa che più fa riflettere però è quanto questo comportamento da parte delle persone allontani sempre più dal cane in quanto specie e lo trasformi in una sorta di gadget. Questo è un punto su cui credo bisogna riflettere a prescindere dal fatto che il nostro compagno canino sopporti o meno di essere vestito».