Sono più di 8 mila le mail di protesta arrivate alla Regione Abruzzo con cui i cittadini hanno chiesto al presidente Marco Marsilio di fermare la caccia ai cervi. L'amministrazione locale con una discussa delibera aveva gettato le basi per l'abbattimento, tramite caccia di selezione, di 469 ungulati.
Il provvedimento ha incassato subito il diniego delle associazioni di tutela animale e anche dei tantissimi cittadini, soprattutto abruzzesi, che vedono nei cervi animali simbolo del loro territorio. Tra le organizzazioni che si so no schierate dalla parte degli animali ci sono anche la LNDC Animal Protection e la Rete dei Santuari di Animali Liberi che hanno lanciato un appello per mandare e-mail di protesta alla Regione.
Nel giro di pochissimi giorni, oltre 8mila persone hanno fatto sentire la propria voce e scritto all’amministrazione regionale. L’appello è stato raccolto e rilanciato anche da molti personaggi, da Giorgio Panariello ad Azzurra De Lollis, la figlia di Sandra Milo tramite la pagina della compianta diva, fino a Elisa D’Eusanio, star della fiction "Doc – Nelle tue mani", e molti altri.
«Ringraziamo tutti quelli che finora hanno condiviso il nostro appello e hanno scritto al Presidente Marsilio e al resto dell’amministrazione abruzzese, ma la nostra lotta non è ancora finita – hanno fatto sapere Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection e Sara D’Angelo, portavoce Rete dei Santuari di Animali Liberi – Dobbiamo andare avanti e continuare a farci sentire perché questi politici devono prendere atto che questa decisione va contro la volontà della maggioranza dei cittadini abruzzesi e italiani. Se la Giunta andrà avanti su questa strada sarà di fatto un’ammissione di favoritismo verso la lobby venatoria e di totale disinteresse di quello che invece vogliono i cittadini e, di conseguenza, gli elettori».
La Regione Abruzzo infatti sino ad ora non dato cenno di voler fare marcia indietro sulla decisione. Una scelta politica che, secondo gli attivisti è nata per «favorire la lobby venatoria», dato che saranno proprio i cacciatori a occuparsi di questa mattanza versando i contributi previsti per ogni animale ucciso agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) gestiti dai cacciatori stessi che richiedono appena 50 euro per il gusto di uccidere un cucciolo. «In pratica – hanno spiegato gli attivisti – la Giunta di Marsilio sta consentendo ai lobbysti della morte di autofinanziarsi e al tempo stesso portare avanti il loro “hobby” distruttivo».
«È una vergogna con cui gli amministratori dovranno fare i conti e che nessuno dimenticherà facilmente – hanno aggiunto Rosati e D'Angelo – La popolazione di cervi presente in Abruzzo non giustifica una strage di questo tipo e, come abbiamo già fatto presente, si possono trovare soluzioni alternative e più rispettose dell’ambiente, della natura e degli animali. Basta la volontà di farlo. Noi, come sempre, siamo a disposizione per un confronto costruttivo ma fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcun tipo di riscontro da parte della Regione Abruzzo».