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20 Maggio 2024
12:44

No al declassamento dello stato di protezione del lupo: Il Comitato dei Rappresentanti del Consiglio Ue si schiera contro

È stata respinta la proposta della Commissione Europea di abbassare lo stato di protezione del lupo. Scongiurato, per il momento, il rischio che vengano aperte quote di abbattimento nei Paesi dell'Unione.

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È stata respinta la proposta della Commissione Europea di abbassare lo stato di protezione del lupo. A dire no sono stati gli ambasciatori degli Stati Membri del COREPER I, Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea.

Si chiude così, almeno per il momento, la diatriba iniziata a dicembre 2023 in seno alle istituzioni europee circa la possibilità di ridurre lo status di protezione del lupo e aprire così a quote di abbattimento nei paesi Ue. Era stata la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a proporre di declassare lo status di protezione della specie da “rigorosamente protetta” a “protetta”, spostandola dall'Allegato IV all'Allegato V della Direttiva Habitat.

Dopo mesi di dibattito nel Consiglio dell’Ambiente, rivelatisi inconcludenti in quanto solo la Francia aveva espresso esplicitamente il proprio sostegno, la proposta era infine approdata al parere del COREPER I.  Qui però l’analisi scientifica offerta dalla Commissione per supportare la propria iniziativa non ha convinto un numero sufficiente di ambasciatori. È un segnale importante, anche se non significa che la proposta di declassamento sia stata respinta definitivamente a livello europeo.

Ad oggi il lupo resta un animale protetto da leggi italiane ed europee pur non essendo in via d'estinzione. Questo perché, come aveva segnalato a Kodami il tecnologo dell'Ispra Vincenzo Gervasi, «Anche se numericamente la popolazione è consistente non è detto che non esistano minacce a medio-lungo termine. Tra queste c'è l'ibridazione col cane, e in alcune aree la percentuale è molto elevata, con segni di ibridazione anche recente. A questa va ad aggiungersi poi la mortalità di origine antropica determinata dal bracconaggio. In questo caso non abbiamo numeri certi, ma siamo certi che si tratta di un fenomeno molto consistente».

La presenza di lupo in Italia e nei vicini europei si era ridotta sensibilmente a causa delle minacce antropiche: la caccia nei confronti di questo animale è stata per lungo tempo del tutto legale, ed era addirittura incentivata allo scopo di protegge le attività agricole e zootecniche. La vitalità della specie registrata negli ultimi anni dagli esperti dell'Ispra non esclude infatti rischi futuri proprio in Italia, che ad oggi con una stima di circa 3.500 lupi è il paese europeo con la popolazione più numerosa.

Lo stesso documento redatto dalla Commissione Europea testimonia lo stato di conservazione sfavorevole della specie in 6 delle 7 aree biogeografiche europee, il rischio a cui sono esposte tutte le popolazioni a causa della frammentazione degli habitat e della perdita di diversità genetica, oltre all’irrisorietà dell’impatto delle predazioni sugli animali allevati, in quanto il numero di pecore predate dai lupi rappresenta lo 0.065% della consistenza totale delle greggi d’Europa.

Sul tema è intervenuta l'associazione animalista Lav, da sempre contraria al declassamento: «L’iniziativa della Commissione Europea non è altro che un espediente demagogico, propagandistico, antiscientifico per accattivarsi il favore di cacciatori e allevatori aprendo la caccia al lupo nel continente. Uccidere i lupi per proteggere gli animali allevati non è solo inaccettabile in sé, ma, come dimostra la letteratura scientifica, non può nemmeno conseguire lo scopo prefissato, in quanto la caccia è del tutto inutile a ridurre le predazioni, se non addirittura controproducente perché ne stimola l’incremento».

Inoltre, si verrebbe a creare un precedente pericoloso nel rapporto con tutti gli animali selvatici e gli habitat europei. La LAV ha quindi inviato una nota formale al rappresentante italiano del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea, esortandolo a rigettare la proposta della Commissione poiché, come sostenuto all’unanimità dalla comunità scientifica internazionale, l’unica via per conseguire l’ambito obiettivo della coesistenza con i lupi è insistere non solo sulla prevenzione e sulle strategie di compensazione dei danni, ma anche su un martellante, capillare progetto pedagogico e di comunicazione che fornisca alle persone le conoscenze basilari per condividere i propri spazi con questi animali.

«L’Italia si è schierata con i favorevoli o i contrari alla caccia ai lupi? – si chiedono dall'associazione – ad ogni modo non si ferma la nostra battaglia, in coordinamento con la coalizione europea Eurogroup for Animals, per ottenere l’archiviazione definitiva di questa deleteria, irricevibile iniziativa della Commissione Europea avanzata esclusivamente a scopi elettorali sulla pelle dei lupi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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