Cosa fare se sotto l’ombrellone sbuca fuori una tartarughina? Rispondono gli esperti per salvaguardare il nido di una Caretta caretta.
Si è svolto a Finalborgo il primo convegno sulla tartaruga Caretta caretta a distanza di un anno del ritrovamento di un nido in una spiaggia finale sotto i lettini di uno stabilimento balneare a Capo San Donato.
“Caretta caretta – Chi trova un nido trova un tesoro. La salvaguardia della biodiversità, un’opportunità per la Liguria”, è il titolo dell’incontro informativo e formativo sulla nidificazione di questa specie di tartaruga marina.
L'incontro formativo sulla nidificazione della tartaruga Caretta
Ad aprire l’evento, patrocinato dalla Regione Liguria, il Sindaco di Finale Ligure Ugo Frascherelli, e l’Ammiraglio Sergio Liardo, Direttore Marittimo della Liguria. L’evento è stato organizzato e coordinato dall’Acquario di Genova che, insieme alla Fondazione Acquario di Genova Onlus, dal 1994 interviene sulle tartarughe marine in difficoltà ed è uno dei centri italiani di recupero per questa specie con autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica e nell’ambito di un protocollo di intesa con la Guardia Costiera della Liguria.
I lavori hanno coinvolto istituzioni ed esperti che hanno approfondito gli aspetti biologici e gestionali della prima nidificazione ligure di tartaruga marina Caretta caretta, avvenuta sul litorale finalese, durante la scorsa stagione balneare.
L’incontro, aperto al pubblico, con particolare riferimento ai gestori degli stabilimenti balneari e delle realtà che operano sul litorale, e alle scuole, è stato organizzato allo scopo di offrire un’occasione per prepararsi a possibili ulteriori nidificazioni nei prossimi anni, auspicabilmente già a partire dalla stagione estiva 2022.
Il primo intervento “Le tartarughe marine del Mar Ligure e prima nidificazione a Finale Ligure” a cura di Fulvio Garibaldi (Università di Genova), Nicola Pussini (Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta) e Giulia Calogero (Menkab), si è incentrato sulla biologia, ecologia e minacce la prima nidificazione a Finale Ligure dello scorso settembre di Caretta caretta.
A seguire gli interventi degli esperti toscani “Nidificazioni di Caretta caretta in Toscana: monitoraggio, conservazione e ricerca”, a cura di Cecilia Mancusi (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Toscana) e Marco Zuffi (Università di Pisa), e che hanno condiviso l’esperienza sviluppata negli scorsi anni e le buone pratiche nella gestione degli eventi di nidificazione,
In Toscana dal 2013 al 2021 sono stati registrati 23 eventi di nidificazione, per un totale di 2082 uova deposte e 844 piccoli nati, con una percentuale di successo di nascita pari al 46%. ARPAT coordina l'attività di monitoraggio dei nidi per conto della Rete Osservatorio Toscano Biodiversità, istituita da Regione Toscana con L.R. 30/2015, con un’attività di presidio che arriva a essere h24 a partire dal 42° giorno successivo alla deposizione.
La Regione Toscana negli ultimi anni ha lanciato una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta al grande pubblico su come individuare le tracce di una possibile nidificazione sulla sabbia. Grazie all’ esperienza Toscana, in Liguria è possibile oggi impostare un percorso di informazione e sensibilizzazione che riprende e amplifica le loro linee guida.
Il 2021 ha visto nuove nidificazioni anche in Veneto. Franca Baldessin (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Veneto) nel suo intervento “Prime nidificazioni di Caretta caretta in Veneto” ha infatti raccontato l’avvistamento di una tartaruga mentre scavava la buca per deporre, la sorveglianza del nido e la schiusa dei piccoli di tartaruga, e il ritrovamento di un secondo nido, individuato lungo la costa meridionale del Veneto.
Ha concluso il convegno Laura Castellano (Curatrice del settore Mediterraneo e Rettili dell’Acquario di Genova) con “Un nido è un tesoro, come individuarlo e gestirlo: buone pratiche”. In continuità con quanto messo in atto e fornito dai colleghi toscani, veneti e francesi è stato infatti redatto un Vademecum che illustra come riconoscere e interpretare le tracce delle tartarughe sulle spiagge, come comportarsi in caso di avvistamento di tracce, di esemplari intenti a risalire la spiaggia, scavare la buca o deporre le uova.
Le conclusioni hanno anche evidenziato l’importanza del contributo e della partecipazione di ogni cittadino nell’incremento della conoscenza e conservazione di queste meravigliose creature nonché la preziosità di tali eventi non solo per la comunità scientifica ma per il territorio che li ospita che con essi si arricchisce e con lui tutti i suoi abitanti.
Cosa fare in caso di avvistamento di un nido
In caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido, ecco la procedura individuata dagli esperti per un’ottimale gestione dell’evento.
Chiamare il “Numero Blu” 1530 della Guardia Costiera (chiamata gratuita disponibile h24) per segnalare la scoperta di un nido o il ritrovamento degli esemplari.
Per preservare il nido si può fotografare o riprendere il sito, le tracce e, se c’è, la tartaruga, senza flash e mai frontalmente, in silenzio per non spaventarla ed interrompere la nidificazione. Non toccare per alcun motivo, né la tartaruga adulta, né i piccoli.
Avvisare il proprietario o concessionario dell’area. Individuare il perimetro dello scavo, delimitandolo provvisoriamente, senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova.
Spostare lettini e ombrelloni prima dell’arrivo dei turisti e transennare con un perimetro di sicurezza di almeno 3 metri. Non pulire la zona con alcun mezzo, per non cancellare le tracce.