Uno studio ha analizzato il lato umano della relazione con il cane e il gatto, entrando nella mente delle persone intervistate attraverso un questionario per comprendere quali profili, dal punto di vista degli studi psicologici, tendono ad avere un legame più profondo con gli animali domestici per antonomasia.
Deborah L. Wells e Kathryn R. Treacy, autrici della ricerca pubblicata su Frontiers, si erano poste un obiettivo molto chiaro: esplorare se la forza del legame emotivo con l'animale domestico in base alla personalità dell'umano di riferimento. Hanno deciso così di indagare attraverso lo schema dei "Big Five", ovvero dei 5 principali tratti della personalità e attraverso i tratti della cosiddetta "Dark Triad", ovvero le tre caratteristiche umane associate a comportamenti manipolativi, insensibili e socialmente malevoli.
Lo studio ha avuto come risultato che persone con tratti pronunciati di nevrosi e quelli invece dotati di coscienza e consapevolezza (quindi due fattispecie molto diverse e quasi agli estremi) stringono legami molto forti con i loro animali domestici. Inoltre le donne, le persone di età superiore ai 50 anni e coloro che si prendono cura di bambini di età inferiore ai 18 anni tendono a segnalare relazioni più forti con i compagni a quattro zampe rispetto agli altri.
Le esperte hanno chiesto ad un set di persone che vivono con cani e gatti adulti da tutto il mondo di partecipare allo studio. Li hanno reclutati tramite annunci pubblicati sui social media. In questo modo, hanno raccolto risposte valide da 938 partecipanti. Di questi, l'85% erano donne e il 76% sposati. Il 30% proveniva dal Regno Unito e dall'Irlanda e un altro 47-48% proveniva dalle Americhe e dal resto d'Europa.
Una parte del questionario proposto conteneva domande relative all'analisi per misurare i 5 aspetti della personalità (apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevrosi). Ai partecipanti è stato richiesto in particolare di rispondere a una serie di affermazioni (ad esempio, "Mi vedo come qualcuno che si preoccupa molto") utilizzando una scala Likert, che va da 1 (fortemente in disaccordo) a 5 (fortemente d'accordo). La seconda parte, invece, ha messo in evidenza la "Short Dark Triad" (machiavellismo, narcisismo e psicopatologia). Agli intervistati è stato sempre chiesto di indicare il loro livello di accordo con una serie di affermazioni (ad esempio, "Non è saggio condividere i tuoi segreti").
La terza parte del sondaggio è servita invece a raccogliere informazioni sull'attaccamento tra l'umano di riferimento e l'animale domestico. Ai partecipanti è stato chiesto di completare la "Lexington Attachment to Pets Scale", un test progettato per determinare proprio la forza del legame attraverso 23 affermazioni (ad esempio, "Considero il mio animale domestico un amico").
Una volta analizzate le risposte, le ricercatrici hanno scoperto che gli individui con livelli più alti di nevrosi e coscienziosità hanno riportato valori più alti di attaccamento con i loro animali. La nevrosi è caratterizzata da instabilità emotiva, ansia e sbalzi d'umore. La coscienziosità implica invece essere diligenti, attenti e organizzati, con un forte senso di responsabilità e affidabilità.
Lo studio ha anche trovato un legame (minimo) tra il machiavellismo e un più forte attaccamento a cani e gatti. Il cosiddetto "machiavellismo" si riferisce a uno stile di personalità manipolativo e ingannevole, caratterizzato da una visione cinica della natura umana e da un'attenzione al guadagno personale.
Dal punto di vista demografico, invece, emerge il ruolo delle donne come vincente nel rapporto con gli animali domestici rispetto agli uomini e che chi vive con un cane si sente più legato all'animale rispetto a chi ha scelto di adottare un gatto. «Sono stati analizzati 938 casi in totale – spiegano le esperte nello studio – Le donne hanno avuto punteggi significativamente più alti rispetto agli uomini, gli intervistati di età superiore ai 50 anni erano più fortemente attaccati ai loro animali domestici rispetto agli individui più giovani, i tutori di bambini di età inferiore ai 18 anni hanno avuto punteggi più alti rispetto agli individui senza figli in questa fascia di età, mentre le persone con cani sono più fortemente attaccate ai loro animali domestici rispetto a chi vive con gatti».