Inizia a delinearsi in modo più chiaro, e decisamente meno “sensazionalistico”, quanto accaduto in India in quella che nei giorni scorsi è stata ribattezzata “la guerra tra cani e scimmie”. Un funzionario del corpo forestale del distretto di Beed è intervenuto su una testata locale chiarendo che non risulta che vi siano state uccisioni di piccoli di scimmia da parte dei cani e che non ci sarebbe stata una vendetta delle scimmie con il conseguente sterminio di “250 cuccioli” in poche settimane.
Lo scenario che emerge ora assume sempre di più i tratti che avevamo prefigurato con il nostro approfondimento sull'argomento in cui avevamo chiesto il parere di Anindita Bhadra, ricercatrice indiana e massima esperta mondiale di etologia con focus sui cani randagi, l'etologa e membro del comitato scientifico Federica Pirrone e di Clara Caspani, la vice presidente dell'associazione Stray Dogs International.
Cosa è accaduto davvero tra scimmie e cani in India
La storia aveva iniziato a diffondersi nei giorni scorsi con una copertura mediatica largamente incentrata su una narrazione antropocentrica. Tutti i siti che ne hanno parlato riportavano che le scimmie, furibonde per l’uccisione di un piccolo, avevano iniziato a prendere di mira i cani del piccolo villaggio di Lavool per vendicarsi, rapendo cuccioli e portandoli su alberi e palazzi per poi gettarli di sotto.
Nessun documento ufficiale sull’accaduto era ed è stato però diffuso, né foto né video: soltanto le dichiarazioni di anonimi “abitanti del villaggio” che avrebbero visto le scimmie commettere queste uccisioni “per vendetta verso i cani”, finendo per prendersela poi anche con gli umani – un bambino in particolare – intervenuti per difenderli.
Un funzionario della guardia forestale di Beed, invece, ha chiarito che due scimmie sono state catturate dopo avere «portato via alcuni cuccioli e averli portati su alberi o tetti, dove sono morti di fame o cadendo nel tentativo di scendere». Le scimmie – due, va ribadito – sono state catturate domenica e riportate nel loro habitat naturale, lontano dal villaggio. Sempre per lo stesso funzionario, Amol Munde, i cuccioli non sarebbero affatto «almeno 200», ma dai 3 ai 4 ufficialmente accertati.
Lo scenario che era stato superficialmente riportato era, del resto, inverosimile già a partire dai numeri: 250 cuccioli di cane rapiti e uccisi da scimmie in un solo posto e in poche settimane, senza che alcuna scimmia risultasse ferita. Ma ciò che sarebbe stato utile prima di pubblicare notizie del genere era analizzarle alla luce dei comportamenti delle due specie. Cani e scimmie in India convivono da sempre, ed è raro – come ci ha confermato Anindita Bhadra – che si registrino aggressioni, al massimo inseguimenti per l’invasione, da parte delle scimmie, di giardini o terreni considerati dai cani loro territori. Capita, ed è stato anche documentato con video, che le scimmie possano prendere cuccioli o cani di piccola taglia, ma avviene solitamente per gioco, dominanza o per istinto di cura. Quanto diffuso nei giorni scorsi, invece, riportava di una vendetta sistematica e indiscriminata verso ogni cane presente nel territorio.
Il rapporto tra scimmie e cani in India
«Le scimmie si prendono cura dei cuccioli – ha spiegato Munde – Capita che li portino in posti come alberi o tetti (dove loro arrivano facilmente e come avevamo già chiarito su Kodami ndr), e qui i cuccioli non possono sopravvivere perché non hanno cibo né acqua. Se il cucciolo tenta di scappare finisce per cadere, e così morire. Gli incidenti simili registrati a Lavool non sono più di 3 o 4».
Munde ha inoltre smentito che un piccolo di scimmia sia stato ucciso dai cani e ha confermato che alcune persone sono rimaste ferite ma durante la fuga dalle due scimmie cui, con tutta probabilità, avevano cercato di prendere il cucciolo o che tentavano di scacciare: «Le scimmie non attaccano l’uomo generalmente – ha detto Munde – ma le persone hanno paura. Alcune sono rimaste ferite scappando, ma non risulta alcun incidente che comporta morsi o attacchi da parte delle scimmie». Queste dichiarazioni confermano anche l'altra ipotesi che avevamo fatto qui su Kodami: quanto possa aver influito nello spingere la narrazione anche il dato di fatto che i residenti sono spaventati dalla presenza numerosa delle scimmie e che da lì sia nata e cresciuta la "leggenda della vendetta".
«In generale scimmie e cani co-esistono intorno agli umani in diverse parti dell’India e può capitare di assistere a conflitti – aveva confermato a Kodami Anindita Bhadra – Stiamo cercando di commentare le interazioni tra cani e scimmie in altre parti del Paese, dove vivo io capita che gruppi di entelli facciano incursioni nei giardini. Se ci sono cani in giro, spesso abbaiano e rincorrono le scimmie. Raramente però assistiamo ad aggressioni. Nella maggior parte dei casi i cani e le scimmie restano neutrali, li guardano, o si limitano all’inseguimento o a metterle in guardia».
Bhadra ha infine aggiunto che quanto riportato da Munde è «con alta probabilità la verità. Così raccontata questa storia ha molto più senso: un evento accidentale, seguito da un paio di episodi simili», che hanno contribuito ad alimentare il “mito” della guerra tra scimmie e cani.