Nerino è un cane di quartiere che da circa dieci anni vive libero sul territorio di Modica, comune siciliano, in virtù della legge 15/22 Reg. Sicilia, relazionandosi pacificamente con altri animali e umani. Purtroppo però pochi giorni fa Nerino è stato catturato con un cappio al collo, a seguito di una segnalazione di una persona che pare si sia sentita minacciata da un suo non meglio specificato “ringhio”.
L’intera comunità e in modo particolare le sue tutor, l’educatrice cinofila Serena Augello e gli attivisti animalisti “Troglodita Tribe” chiedono a gran voce che Nerino venga liberato presto dal canile in cui si trova ingiustamente recluso, per essere reinserito nella sua zona di riferimento, in cui tra l’altro lo aspetta ansiosamente Bianca, sua compagna da tempo immemore.
«Nerino potrebbe essere il simbolo dei cani di quartiere: è un animale straordinario, che nonostante l’assenza di una zampa, riesce a muoversi con abilità nella sua zona di riferimento facendo uso della sua intelligenza e soprattutto è un individuo pacifico che non ha mai arrecato disturbo a nessuno – spiegano a Kodami gli attivisti animalisti “Troglodita Tribe” – nei suoi confronti è stata commessa una grave ingiustizia a cui si deve rimediare quanto prima. È impensabile che Nerino possa vivere all’interno di una struttura o che addirittura possa essere dato in adozione. Lui è un cane di quartiere e tale dovrà rimanere fino alla fine dei suoi giorni».
Lo sfortunato cagnone nero del quartiere Sant’Andrea che fino all’arrivo degli accalappiatori stava tranquillamente riposando assieme alla sua compagna Bianca, è stato improvvisamente recuperato all'alba di pochi giorni fa e condotto dapprima nel canile di Regalbuto e successivamente in quello di Modica, su ordine della Sindaca Maria Monisteri. «Nerino è stato accalappiato a seguito di una segnalazione relativa a un suo presunto ringhio, tra l’altro non documentato né tantomeno provato. Nessun tentativo di aggressione, nessun morso, ma un semplice ringhio, che è un linguaggio dei cani, diverso dall’abbaio. Gli umani parlano e gridano, i cani abbaiano e ringhiano», concludono gli attivisti.
Dopo l’arrivo nel canile di Regalbuto, Nerino è stato visitato e valutato da un veterinario che lo ha definito «un cane dall’indole mite e docile», perfettamente idoneo alla vita di comunità. Nonostante questa rassicurazione però, Nerino sta ancora attendendo all’interno di un box che nulla ha di familiare e senza Bianca, con cui ha condiviso tutta la vita e che lo sta pazientemente attendendo in strada.
Durante questi anni, così come accade per tutti i cani di quartiere, Nerino non è mai stato lasciato da solo ma è sempre stato sottoposto ad un attento monitoraggio condotto dalle sue tutor e dall’educatrice cinofila Serena Augello.
«Conoscendo Nerino, immagino che sia molto arrabbiato e deluso per quello che sta ingiustamente subendo – spiega l’educatrice a Kodami – lui è un tipo diffidente, non adora il contatto o l'invasione dei suoi spazi, ma questo non vuol dire che non sia in grado di convivere in equilibrio con la comunità e i dieci anni di vita sul territorio lo testimoniano. Oltretutto qualche mese fa, a causa di un tumore, è stato sottoposto ad un intervento per l’asportazione di una zampa e in quell’occasione recuperarlo non è stato semplice. Solo dopo un lavoro condotto con professionalità siamo riusciti a prenderlo in modo da non arrecargli alcun trauma. Mi chiedo se un cappio al collo, all’alba di una mattina in cui lui non era pronto a ricevere tale trattamento, abbia rispettato i suoi tempi e le sue necessità».
Come raccontato da Serena, Nerino è un adulto energico e dinamico a cui neppure l’amputazione di una zampa ha tolto vitalità. «Chiediamo solo che Nerino venga rilasciato nel suo quartiere – continua l’educatrice – e voglio chiarire che è impensabile pensare ad un’adozione o ad uno stazionamento definitivo in qualche struttura perché entrambe le opzioni si rivelerebbero fallimentari nonché dolorose per un cane che ha sempre vissuto in libertà. Inoltre, nessuno sta pensando all’angoscia dell’altra cagnolina a cui è stato sottratto un punto di riferimento importante».
In merito al tentativo di adozione vociferato, che l’educatrice Serena scongiura, esiste anche la testimonianza di Gianna Di Raimondo, la veterinaria che mesi fa si è occupata della degenza di Nerino dopo l'intervento di asportazione dell'arto. Ieri, tramite la diretta sulla pagina Facebook “Infocanina”, la dottoressa ha dichiarato che: «Durante la degenza post operatoria, Nerino ha dimostrato tutta la sua voglia di indipendenza e di libertà. Il cane non vedeva l’ora di ritornare nel suo quartiere. Durante i momenti trascorsi dapprima in ambulatorio e poi presso la mia abitazione, ha distrutto vari oggetti: l'animale manifestava disagio a stare in un ambiente chiuso, che non era casa sua». L’educatrice poi ha aggiunto: «Una eventuale adozione di Nerino è un disastro preannunciato: tra l’altro così facendo si verrebbe a mancare profondamente di rispetto ad un essere vivente e senziente, perché si verrebbero ad ignorare le sue necessità e i suoi desideri».
Gli attivisti, l’educatrice e in generale tutte le persone che amano Nerino, sono molto determinate ad ottenere l’unica cosa che ora conta: la restituzione della libertà ad un cane il cui unico errore è stato quello di comunicare attraverso un ringhio a chi probabilmente non l’ha saputo comprendere.
Le dichiarazioni in merito alla vicenda di Nerino però non provengono solo dal mondo cinofilo, ma anche dall’amministrazione comunale e più precisamente da Maria Monisteri, Sindaca di Modica che, dopo la conduzione dell’animale nel canile di Regalbuto, si era espressa sui social in questi termini: «Non tutti hanno la sensibilità e l’amore che ognuno dovrebbe avere nei confronti degli animali e di Nerino in questo caso. Troppi i segnali che mi erano arrivati da chi minacciava la salute del cane, indispettito non si sa bene da cosa, visto il carattere docile dell’animale. C’è stata anche la denuncia di un residente della zona dove Nerino è solito stare e così abbiamo dovuto seguire l’iter obbligato in casi del genere. A me, l’unica cosa che sta a cuore, è l’incolumità, la buona salute e il buon vivere di Nerino. Il cane, è stato portato a Regalbuto e abbiamo appena ricevuto il certificato del veterinario del rifugio sanitario ennese che conferma il suo stato di salute e, soprattutto, il suo carattere mite e la sua indole docile che non mettono assolutamente a rischio chiunque venga a contatto con lui. Nerino, rientrerà a Modica domani mattina e sarà mia cura proteggerlo in un ricovero per animali, prima che possa tornare a vivere libero e amato dai tanti che si stanno prodigando per lui».
Nell’attesa che le strade di Modica possano riaccogliere Nerino, gli attivisti stanno continuando a fare informazione, organizzando incontri e dirette sui social, nella speranza che le gabbie del canile possano aprirsi presto per lo sfortunato cagnone. «Abbiamo lo strano sentore che ultimamente la figura dei cani di quartiere sia profondamente minacciata da segnalazioni infondate e da una non conoscenza delle loro caratteristiche – concludono in coro Serena e i “Troglodita Tribe” – i cani di quartiere sono preziosi ed è dovere di tutta la comunità tutelarne l’esistenza, assicurando loro la dignità di vivere come meglio credono»