Nuove scoperte scientifiche sono state fatte sul pesce pagliaccio (Amphiprion ocellaris), specie diventata famosa grazie al film della Disney – Pixar “Alla scoperta di Nemo”. Nonostante la celebrità cinematografica che ha raggiunto questo piccolo pesce, sono ancora tanti i meccanismi comportamentali sconosciuti e che destano molto interesse ai ricercatori. A fare luce su nuovi aspetti della vita di Nemo è un team di ricerca dell'Università di Oldenburg in collaborazione con il Karlsruhe Institute of Technology e il Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, che si è focalizzato sul meccanismo che permette al piccolo Nemo di tornare a "casa", ossia nella barriera corallina dopo aver passato del tempo in mare aperto. Lo studio, pubblicato recentemente su Scientific Reports, ha rivelato che il comportamento si basa su un orologio biologico interno che cambia durante gli stadi vitali dell'individuo.
Nemo torna a casa: la vita del pesce pagliaccio
Il pesce pagliaccio, dall'inconfondibile aspetto arancione con strisce bianche e nere, vive nell'Oceano Pacifico e nell'Oceano indiano orientale. Nasce all'interno della barriera corallina, o reef, e subito dopo la schiusa delle uova le larve lasciano la loro casa per andare in mare aperto, dove trascorreranno un po' di tempo, per poi tornare al reef e iniziare l'insediamento. Ecco che arriva infatti uno degli aspetti più interessanti di questa specie: i giovani trovano un anemone che diventerà la loro casa e dove saranno ben protetti dai predatori. Si istaura così una relazione simbiotica tra il pesce e l'anemone: il pesce trova una casa e un riparo e contemporaneamente sembra rimuovere i parassiti migliorando lo stato di salute dello cnidario e aiutandolo a difendersi da altri pesci. Inoltre il pesce pagliaccio è "immune" al veleno dei tentacoli dell'anemone, così da non poter essere punto. Ma come fa a orientarsi e tornare alla barriera corallina dopo tanto tempo in mare aperto?
Lo studio: orologio biologico interno alla base del cambio di "abitudini"
Lo studio è stato condotto in laboratorio attraverso l'osservazione dei pesci grazie a telecamere ad alta risoluzione e studi molecolari. I ricercatori si sono focalizzati sui meccanismi che permettono al pesce di orientarsi e tornare alla barriera corallina, suggerendo che per farlo utilizzano la posizione del sole avvalendosi di un orologio biologico che permette loro di "misurare il tempo", attivo già in età larvale. Alla scoperta, avvenuta grazie a studi in vitro sulle risposte delle cellule alla luce, ne è susseguita un'altra ancora più interessante: quest'orologio, suggerisce il Professore Cristiano Bertolucci dell'Università di Ferrara, può cambiare durante gli stadi larvali del pesce. L'animale è infatti notturno fino a quando non torna alla barriera corallina, e una volta insediato nell'anemone si adegua ai suoi "ritmi" diventando anch'esso diurno. Questa scoperta è molto importante e mette in luce nuovi aspetti della vita di Nemo, specie tanto affascinante quanto ancora misteriosa.