A volte la scienza può sembrare strana: ci spiega cose che sono per alcuni evidenti e per altri incredibili. Negli anni ho seguito esperti che si occupano di etologia analizzare il comportamento dei cani, nello specifico, per arrivare dopo lunghi studi dall'osservazione empirica alla dimostrazione scientifica. Un passaggio importantissimo, in realtà, che ha consentito agli esseri umani di comprendere e riconoscere l'alterità degli altri esseri viventi e, soprattutto negli ultimi anni, a far emergere l'attribuzione di cognizione ed emozioni degli animali nella stessa comunità scientifica. Perché a chi vive con un cane o con un gatto, appunto, è quasi ovvio attribuirgli le connotazioni di una "persona" e associare al suo comportamento le nostre emozioni, ma altro è invece riconoscere nel soggetto che abbiamo di fronte una "personalità" che si traduce, appunto, nel lasciare esprimere quell'individuo, di qualsiasi specie si tratti, per ciò che davvero è.
Andare oltre le apparenze è la missione di Kodami. Mettere in risalto le scoperte più importanti e dare le notizie cercando di spiegare sempre il contesto oltre che il fatto è parte del nostro Dna. Raccontare la realtà e dare a chi ci legge la possibilità di vederla anche da un'altra prospettiva è, del resto, fondamentale per un magazine come il nostro che già nel suo Manifesto contiene delle promesse importanti da mantenere.
Ce ne è una, in particolare, che ha dato il via all'indagine che abbiamo voluto svolgere all'interno delle famiglie italiane commissionata a YouGov Italia: "…La vita di un animale non potrà mai essere adeguatamente narrata, sebbene faremo del nostro meglio per informare secondo i nostri valori da un punto di vista etologico e giornalistico".
Questo elemento della nostra mission è così alla base della scelta di indagare nella relazione tra animali domestici e italiani per verificare su un campione rappresentativo della popolazione quali elementi vengono valutati prima di iniziare quella grande avventura che è condividere la vita con un nuovo membro della famiglia e come, poi, questa storia corale continua e si evolve nel 64% della popolazione italiana in cui sono presenti un cane o un gatto.
Consapevolezza: la parola chiave degli italiani nella scelta dell'animale domestico da adottare
La società di ricerche di mercato globale, partendo dai nostri valori e su un campione rappresentativo di 2045 persone, è entrata tra le mura domestiche delle famiglie italiane e ci ha mostrato uno spaccato di società fatto di persone belle, semplicemente. E' emerso dall'indagine, infatti, che possiamo coltivare conoscenza e condivisione su Kodami così come ci siamo prefissati di fare perché c'è un humus fertile nel terreno che porta alla crescita di un albero fatto di tanti rami di cui cani e gatti sono parte essenziale di un unicum, la relazione, che nasce intorno a una parola importantissima: consapevolezza. «Prendere un animale domestico deve essere una scelta ponderata e consapevole» è infatti la risposta che ha dato il 97% delle persone raggiunte dalla nostra indagine.
Andando più a fondo sul come si compie la scelta di adottare un cane, ad esempio, è emerso prima di tutto che il 73% degli intervistati preferisce adottare piuttosto che comprare un animale e che la prima cosa che si valuta non è l'estetica, come spesso si dà per scontato che avvenga, ma proprio la personalità. Le dimensioni contano, tanto che è la terza cosa più importante che le persone valutano quando decidono di condividere la vita con un animale domestico ma è sorprendente vedere che l'aspetto esteriore e la "funzione" (cani da caccia, da difesa, etc.) sono in fondo alla classifica delle motivazioni che spingono un italiano a decidere di vivere con un animale.
Conoscere la personalità dell’animale: dalla scelta alla convivenza
Le domande che abbiamo posto sono state molto specifiche e abbiamo trovato risposte chiare. Di fronte alla questione della personalità, usando proprio questa parola e non quella generica di "carattere" che spesso ancora risalta spesso nelle schede delle razze con definizioni poi sempre molto simili soprattutto sui cani, è emerso che il 73% degli intervistati ha affermato di conoscere bene quella del proprio compagno di vita. Andando ancora più in profondità la scelta è stata determinata proprio dall'aver interagito con quel singolo cane, senza farsi influenzare dalla razza: per il 67% la personalità è la componente che ha portato alla nascita della relazione. Interessante anche come i gatti vengono osservati nella loro individualità, lì dove la selezione delle razze è più recente e spinta da motivi prettamente morfologici: l'89% delle persone ha infatti comunque risposto: “Penso che ciascuna razza abbia proprie caratteristiche, peculiarità e personalità che le distingue dalle altre". E le razze in generale? Sembra che la favorita sia finalmente… quella meticcia! Alla domanda quanto la razza sia determinante nella scelta, infatti, solo l’11% ha dichiarato che è molto importante, per il 20% lo è abbastanza, per il 23% poco e per il 43% non lo è per niente.
Le personalità di cani e gatti descritte in modo molto diverso
Due mondi, cane e gatto. E chi è in contatto diretto con l'uno e con l'altro o vive anche con entrambe le specie lo sa bene. Abbiamo così giocato con gli aggettivi per definire gli uni e gli altri e emerso che i modi di definire un cane, nell'ordine sono: affettuoso, allegro, socievole, energetico e estroverso. Il micio invece è: rilassato, cauto, pigro, diffidente e solitario. Non è solo la nostra visione delle loro personalità: etologi e esperti del comportamento ritrovano anche nei loro studi scientifici questo tipo di atteggiamenti da parte di questi due animali domestici e la relazione che si instaura con l'uno o con l'altro è decisamente diversa e tocca corde emozionali che differiscono a seconda, appunto, se si ha a che fare con un cane e con un gatto.
Gli animali come specchio delle nostre emozioni
Nonostante le risposte dei nostri intervistati ci abbiano portato in un mondo in cui si riconosce l'approccio all'altro come individuo a sé, arriva sempre il momento in cui le persone descrivono la personalità degli animali che hanno accanto con gli stessi termini usati per descrivere se stessi. Cani e gatti sono lo specchio della nostra anima, si usa dire, e comunque non si può negare che l'amore sia un collante fondamentale del rapporto sebbene, come ci piace sempre precisare su Kodami, non può bastare nel rapportarsi a un animale. Ma c'è qualcosa che non può essere negato, nemmeno dai puristi più estremi della necessità di riconoscere l'individualità di chi ci è di fronte: noi umani siamo un mix di emozioni e razionalità ma quando ci sono gli animali di mezzo esce fuori tutta la nostra parte più accuditiva che ha origini ancestrali nell' homo sapiens. E riuscire a gestirla è davvero un lavoro importante da fare su se stessi quando si si vuole davvero avere una relazione sana con il compagno di vita animale che è al nostro fianco. Per una volta, però, diamo merito alle emozioni più pure e oneste che la vita con un cane e un gatto ci regalano ed è bello che un sorriso accompagni le parole usate dai nostri intervistati per raccontare i quattrozampe. Un elenco di sentimenti che fanno scorta delle proprie emozioni poi attribuite al cane o al gatto, un ventaglio che va dalla paura al coraggio, dalla fiducia alla diffidenza passando per la pigrizia o la socievolezza e i relativi opposti.
Lockdown e solitudine, l'isolamento sociale non fa bene a nessuno
L'isolamento sociale dovuto alla pandemia ha decisamente influito sulle relazioni tra animali umani e non nelle case degli italiani. Il 45% degli intervistati concorda che lo smart working abbia favorito il contatto con il proprio animale domestico e alcuni hanno considerato l’idea di adottare un altro animale durante il periodo di restrizioni anti Covid. Il rientro, anche se ancora a tratti, nei luoghi di lavoro ha però fatto emergere uno stato di fatto ancora molto evidente: sono pochissime le persone che possono portare il proprio animale in ufficio e anche su questo tema, in realtà, bisognerebbe fare una riflessione molto più accurata. E' vero che è stato dimostrato che la presenza di cani e gatti nei luoghi di lavoro migliora il benessere delle persone ma bisogna sempre ragionare su quello degli animali e avere non solo dunque la possibilità di farli entrare negli uffici ma garantirgli spazi di tranquillità e una condivisione non forzata con altri della loro specie. Dal nostro panel emerge che solo il 4% degli intervistati, però, ha risposto così: «Lo porto al lavoro perché l'azienda me ne dà la possibilità». Chi invece è comunque obbligato a lasciare il cane o il gatto da solo in casa si preoccupa costantemente della sua solitudine, tanto che il 90% mette in atto degli accorgimenti: dal lasciare dei giochi o del cibo per intrattenerli, accendere la tv o la radio come sottofondo e, soprattutto, avere qualcuno che si occupi di lui o di lei per uscite e compagnia. Chi ha un gatto, in particolare, ha spesso pensato di prenderne un altro "per fargli compagnia" (25% degli intervistati). Attenzione, però: anche in questo caso, sebbene si pensi che sia una soluzione, in realtà potrebbe scatenare l'effetto opposto e creare disagio al micio di casa. Bisogna conoscersi per andare d'accordo e ancora di più per convivere. Del resto non è la stessa cosa che pensiamo noi umani?
Come vivere con un animale domestico ha migliorato l'esistenza dell'essere umano
Ciò che risulta chiarissimo dalle risposte dal punto di vista della qualità di vita da parte di chi vive con un animale domestico è che quest'ultima è decisamente migliorata. Gli italiani interrogati da Kodami non hanno avuto dubbi: maggiori livelli di felicità, anche nei bambini, e riduzione della solitudine e dello stress a discapito di pianificazioni di viaggi più difficoltose. L'80% delle persone ha dichiarato che «l’arrivo del mio animale ha avuto un impatto sul mio stile di vita» che si traduce per il 59% in un «sono più felice» e per quasi il 40% nel fatto che vivere con un cane, in particolare, ha permesso che si possa passare più tempo all'aperto e conoscere più persone. Il 15% sottolinea di avere meno tempo per se stessi ma non a discapito, appunto, di un miglioramento generale della qualità della vita. La pianificazione dei viaggi è il tasto dolente: il 33% non ha dubbi che sia più complicato andare in vacanza con un animale domestico e questo dato è decisamente uno spunto di riflessione per un Paese così amante degli animali (uno ogni due famiglie) ma che ancora è arretrato nel mettere le persone in condizione di poter vivere pienamente la vita tutti insieme e in tutte le occasioni.
Dieta e stile di vita: importante anche per gli animali domestici
Una netta maggioranza ritiene che dieta e stile di vita siano tanto importanti per i nostri compagni animali quanto lo sono per noi. Non c'è nelle parole degli intervistati in questo caso una volontà di applicare gli stessi criteri che si utilizzano per se stessi, ma anzi cercare nel campo dell'alimentazione e della cura ciò che è adatto alle loro necessità. A livello medico c'è attenzione alle vaccinazioni (65%), alla scelta eventuale di procedere a sterilizzazioni e castrazioni (45%) e molto interessante è l'apertura al concetto di libertà di animali che necessariamente sono sotto la nostra responsabilità ma che finalmente vengono visti non solo come pet, nel senso più estremo dell'oggettivarli come se fossero giocattoli, ma nel ricordarsi dei loro bisogni. Il 43% infatti ci tiene che abbiano autonomia di uscita all'interno delle proprietà ma c'è un 12% di persone che vivono con un gatto che lo lasciano libero di esplorare anche il territorio esterno: un "no" pressoché unanime al restringere il movimento degli animali da compagnia. Il 56%, infine, è molto attento alla dieta relativamente agli ingredienti dei cibi.
Internet al primo posto come mezzo per cercare informazioni sugli animali domestici
Dopo la scelta iniziale, infine, emerge che per la gran parte delle persone inizia un vero e proprio percorso di conoscenza che deve essere ogni volta rinnovato, in cui informarsi con consapevolezza continua a essere importante per il rapporto stesso e per il benessere del singolo animale. La Rete è uno dei canali più utilizzati per aggiornarsi sugli argomenti di interesse relativamente al cane o al gatto per un italiano su tre: «Ricerco informazioni su riviste online sul modo migliore per prendermene cura». E' bene in generale sottolineare che spesso Internet non restituisce risposte corrette, come accade anche per ricerche soprattutto nel campo della medicina a uso umano: è sempre meglio rivolgersi a esperti e non affidarsi a ciò che si legge se non su siti iper specializzati. E' questo il motivo per cui su Kodami abbiamo il comitato scientifico, del resto. La Rete è un meraviglioso mare su cui navigare e da cui attingere ma bisogna riuscire a trovare lo specchio d'acqua giusto in cui immergersi. Speriamo che il nostro sia di vostro gradimento perché ciò che proponiamo, ogni giorno, vorremmo che fosse sempre a supporto per il benessere di animali umani e non.