Le zampe fanno scricchiolare le foglie, la luce filtra a fasci tra i rami più alti, gli odori si moltiplicano e si rincorrono fino ad annunciare l’arrivo di una possibile preda. L’acqua del ruscello che scorre accanto rumoreggia, mentre il lupo l’attraversa in cerca di quello che sarà il suo nuovo territorio. Un’area vasta almeno 150 chilometri quadrati che diventerà la sua nuova casa sotto le stelle e sotto la luna e sarà una conifera profumata come sono profumate le conifere delle Alpi italiane.
Rumori e odori serviranno a capire se quel piccolo paese da attraversare è pericoloso perché abitato da cani bianchi e addestrati oppure se le macchine che ne attraversano le strade poco illuminate riusciranno a illuminarlo e a schivarlo. Vengono i brividi ad ascoltare i rumori della notte, ma quando la civetta annuncia il nuovo giorno, il lupo è ancora lì a camminare, può farlo per chilometri e chilometri ogni giorno e non lasciatevi allarmare dal respiro un po’ ansimante.
Il lupo cammina e cammina, è la sua vita. Non spaventatevi e lasciatevi solo trasportare dall’immaginazione, come in viaggio onirico e immaginario. Siete “Nella mente del lupo”, una mostra immersiva che è l’ultima creatura del Muse, Museo delle Scienze di Trento, che sarà inaugurata il prossimo 4 novembre, ideata appositamente per offrirvi la possibilità di chiudere gli occhi e riaprirli osservando il mondo con gli occhi di un lupo, animale meraviglioso che non smette di affascinare e, in qualche modo, di spaventare. E con gli occhi del lupo riuscirete a sentire odori e rumori, a spaventarvi e a scappare, a cacciare e ad inseguire.
Non solo i profumi e gli odori intensi del bosco, ma anche i pericoli e le sue paure
La vostra speciale passeggiata durerà un quarto d’ora e sarà piena di rumori che a mala pena siete abituati ad ascoltare quando camminate in un bosco. Le orecchie del lupo sono molto più raffinate delle vostre e percepiscono anche soffi e scricchiolii che voi raramente avete notato. Anche i suoi occhi sono molto più vigili e attenti perché devono avvistare le prede ma anche sfuggire ai pericoli. Quindi seduti a terra e circondati dalle immagini, vi sentirete davvero un lupo che salta un ruscello o supera un tronco con un balzo annusando curioso i mille profumi della terra.
«Ma gli spettatori scopriranno anche quanti pericoli affronta un lupo ogni giorno e quali strategie adotta per attraversare una strada, predare, esplorare un paese di notte o fuggire da un aggressivo cane da guardiania, posto alla protezione del bestiame» spiega Carlo Maiolini, comunicatore scientifico per formazione e coordinatore per il MUSE di Life WolfAlps EU, progetto europeo che riunisce 20 partner in Italia, Slovenia, Francia e Austria con lo scopo di migliorare la coesistenza tra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi.
«Grazie alla tecnologia immersiva e a un approccio sensoriale ed empatico chi visita l’esposizione verrà quindi trasportato in un posto “speciale”, che ha le forme di luoghi naturali familiari all’uomo, vissuti però con le difficoltà, emozioni e necessità di un animale selvatico. Abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità delle mostre immersive, già ampiamente uilizzato nel mondo delle mostre d’arte, per ricostruire un mondo che avesse tutte le caratteristiche di quello che ogni giorno un lupo sperimenta mentre è alla ricerca del suo territorio. I rumori saranno aumentati, ovviamente, e stiamo lavorando anche agli odori, per far si che la percezione sia davvero coinvolgente e sensazionale».
L’obiettivo della mostra è divertire ma anche sensibilizzare il pubblico verso una convivenza possibile
Esperienza emozionante e suggestiva, il progetto espositivo che inaugurerà il 4 novembre, ha l’obiettivo di offrire un contributo alle buone pratiche di coesistenza nel nome della conservazione. «La coesistenza è possibile, noi del Muse ne siamo convinti, perché abbiamo a disposizione mezzi e tecnologie che lo permettono. Il problema viene dalla natura stessa del lupo: essere un predatore lo spinge a procacciarsi cibo. Parliamo di un predatore specializzato, che si è evoluto per predare grandi ungulati, dalle pecore in su – spiega Maiolini. – Il problema nasce quando questa sua caratteristica impatta sull’attività di pastorizia di montagna».
Tentare quindi di evitare il conflitto tra uomini e lupi e sensibilizzare il visitatore alle potenzialità offerte dalla coesistenza pacifica, è quindi, al di là dell’aspetto spettacolare e di intrattenimento, il primo obiettivo della mostra immersiva di Trento. «È evidente che il primo elemento per la conservazione del lupo è evitare il conflitto con chi perde il bestiame dalle sue incursioni. Ma recinti elettrificati e cani maremmani abbruzzesi addestrati per allontanarli sono metodi ben conosciuti e che si possono utilizzare anche in Trentino» aggiunge riferendosi anche all’esperienza del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
Le sfide della coesistenza nel nome della conservazione
Pertanto l’invito sarà, per la prima volta, quello di uno scambio di ruoli tra uomo e il lupo in modo che i visitatori e le visitatrici possano scoprire le mille sfide della coesistenza, «vivendo sulla propria pelle l’incontro / scontro fra l’ancestrale esistenza selvatica e la presenza umana sulle Alpi, considerata una delle aree montane più antropizzate d’Europa». Perché un quarto d’ora di “scambio” di vite e di ruoli, non potrà che portare il visitare a ragionare come un giovane lupo e a confrontarsi con gli imprevisti che popolano una sua giornata tipo.
«Quali sono i codici con cui la sua mente legge la realtà? – spiega ancora Maiolini. – Cosa prova quando viaggia tra boschi e crinali oppure mentre riposa nella tranquillità di una prateria all’alba? E ancora, quali strategie adotta per attraversare una strada, predare, esplorare un paese di notte o fuggire da un aggressivo cane da guardiania, posto alla protezione del bestiame?». “Nella mente del lupo”, che dopo Trento proseguirà in almeno altre due tappe a coprire tutto l’arco alpino e sarà ospitata anche in Lombardia e Piemonte per portare l’esperienza nelle diverse aree d’intervento di progetto, cercherà di offrire a tutti la possibilità di rispondere a queste domande garantendo la possibilità di calarsi nei panni di un animale tra i più iconici tra quelli che popolano l’Italia ma che non bisogna dimenticare di proteggere e difendere ad ogni costo, anche per difendere e proteggere i nostri territori e, in questo caso, in particolare le Alpi.
Il monitoraggio nazionale del lupo realizzato dall'Ispra a partire dal 2018, ha definito la sua presenza sul territorio italiano: circa 3.307 individui, di cui circa 946 nelle regioni alpine e 2.388 nelle regioni dell'Italia peninsulare. «Questi numeri ci dicono che il lupo, ormai, non è più in pericolo di estinzione – aveva detto a Kodami a maggio Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, commentando i dati appena pubblicati dall'Ispra– Probabilmente nella prossima revisione della Liste Rossa delle specie, il lupo si collocherà allo stesso livello della volpe: tecnicamente Least Concern, secondo le categorie IUCN, ossia fuori pericolo». Sperando che sia davvero così, non resta che continuare nella sensibilizzazione, proprio perché la direzione, che sembra essere giusta, non cambi e rimanga inalterata