video suggerito
video suggerito
14 Settembre 2021
16:22

Nella cacca dei cani di oltre 3500 anni fa la fotografia della storia di una eterna amicizia con gli esseri umani

L'analisi delle feci fossilizzate dei cani di una comunità agricola a Solarolo risalenti a 3600-3240 anni fa restituiscono un altro tassello importante sulla storia della domesticazione del cane e sul rapporto di co evoluzione tra la nostra specie e quella dei nostri "migliori amici". I risultati dello studio internazionale.

Immagine

Da quanto tempo i cani e gli uomini sono "amici"? Semplificando così una domanda sulla storia della domesticazione della specie che più ci è vicina e da più tempo (la domesticazione del gatto è più recente rispetto a quella del cane) la risposta potrebbe darla, oggi, non più una teoria ma l'analisi scientifica delle deiezioni dei cani di 3600-3240 anni fa. Studi scientifici recenti, in realtà, portano come data d'inizio di questa conoscenza tra due specie che ancora fa parte di quella che possiamo definire una vera e propria co evoluzione molto più indietro, fino a supporre che i primi contatti tra uomini e cani ci possano essere stati addirittura 40mila anni fa. Ma ecco che adesso una ricerca italiana ha identificato appunto nei coproliti, ovvero nei fossili di cacca, una "fotografia" di come i cani di un tempo si sono adattati alla vita degli esseri umani.

Un team di ricerca internazionale, di cui fa parte anche Marco Candela, professore associato del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna, ha pubblicato uno studio intitolato: "Il microbioma intestinale tampona l'adattamento dietetico nei cani domestici dell'età del bronzo" da cui emerge che il passaggio fondamentale che ha alterato l'evoluzione umana e canina è stato quello dalla caccia e la raccolta all'agricoltura. I coproliti rintracciati e datati in quel periodo sono dunque una fonte importante di informazioni su come la dieta abbia influenzato tale cambiamento in entrambe le specie e nel particolare sui cani.

L'analisi delle feci fossilizzate e la scoperta di una dieta comune tra gli uomini e i cani di Solarolo

L'analisi di 13 coproliti canini dell'età del bronzo ha rilevato come il passaggio a una dieta a base di cereali degli umani abbia influito anche sui microbi intestinali dei cani, cosa che fa appunto supporre una forte vicinanza tra le due specie. I ricercatori hanno sequenziato il DNA dei fossili che sono stati trovati nel sito di Solarolo, in provincia di Ravenna, dove sorgeva una antica e complessa comunità agricola. La struttura del microbioma dei cani ha rivelato continuità con quella dei cani moderni, ma ha anche dato come risultato di condividere delle caratteristiche con il microbioma del lupo selvatico: come se i cani di Solarolo siano stati una sorta di stato di transizione tra di loro. La nicchia alimentare di quei soggetti, come si evince anche dalla composizione del microbioma, era dunque onnivora, con evidenza di consumo di alimenti agricoli amidacei.

I genomi analizzati hanno così portato alla conclusione che i cani di Solarolo non si erano ancora completamente evoluti per gestire la dieta granulosa dei loro "compagni umani" e così «sono stati integrati dai microbi», spiega nel paper pubblicato su iScience il microbiologo dell'Università di Bologna Marco Candela, autore senior dello studio.

La domesticazione del cane, nello studio la ricostruzione attraverso gli studi più recenti

Sebbene questi microbiomi fossili così gettino luce su uno stadio intermedio tra lupi e cani, l'addomesticamento non è stato un processo lineare semplice, questo dobbiamo sempre ricordarlo e gli stessi ricercatori lo specificano proprio nella parte iniziale della loro review dove fanno riferimenti molto interessanti a teorie della domesticazione recenti riferendosi a studi datati dal 2017 e 202o: «I cani sono uno degli esempi più noti di addomesticamento, la prima specie domestica e l'unico animale conosciuto ad entrare in una relazione domestica con l'uomo prima della fine del Pleistocene. Secondo deduzioni genetiche, la domesticazione del cane è iniziata probabilmente con una popolazione di lupi grigi ormai estinta in Siberia, durante l'ultimo massimo glaciale, tra ca. 40 e 20 mila anni fa, quando i cacciatori-raccoglitori umani predavano la megafauna. All'inizio dell'Olocene, ca. 11 mila anni fa, i primi cani addomesticati mostravano già una profonda diversificazione genomica, con la presenza di cinque linee di ascendenza e quattro diversi aplotipi (A-D) di DNA mitocondriale (mtDNA), distribuiti in tutto il mondo abitato conosciuto. Alla fine del Pleistocene, i cani antichi erano presenti in Eurasia orientale (lignaggio Mesolitico Baikal), Vicino Oriente (lignaggio levantino), Eurasia occidentale (lignaggio Mesolitico della Carelia), Americhe (lignaggio antico nord e sudamericano), Nuova Guinea (lignaggio della Nuova Guinea lignaggio), e l'Europa, con i primi resti accettati di un cane addomesticato dalla Germania risalenti a ca. 15 mila anni fa. I lignaggi domestici europei hanno influenzato l'evoluzione delle moderne razze canine».

L'emergere dei moderni cani europei è stato dunque secondo i ricercatori e come appunto scrivono nella loro ricerca «un processo complesso che ha attraversato la transizione neolitica in Europa. Infatti, insieme all'espansione degli agricoltori neolitici dal Vicino Oriente all'Europa, vediamo prove di mescolanza negli antichi cani europei. Da notare, nel periodo tra il tardo Neolitico e la prima età del bronzo, i cani europei con antenati careliani di cacciatori-raccoglitori locali ammisero una popolazione di cani levantini associati ai coloni neolitici in arrivo. Questa ammissione ha portato a cani europei moderni, caratterizzati da doppie discendenze da cui deriva la grande maggioranza delle razze moderne».

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social