«Dian Fossey è sempre stata una mia eroina, quindi è stato l'onore di una vita supportare questo progetto. Vedere il mio nome accanto al suo sui muri di questo bellissimo campus e sapere che sto facendo la mia parte per proteggere i gorilla in via di estinzione e continuare l'eredità di Dian, è semplicemente fantastico». La conduttrice e produttrice americana Ellen DeGeneres, una delle imprenditrici statunitensi più facoltose, sintetizza così cosa l’ha spinta a sostenere la nascita dell’Ellen DeGeneres Campus, il nuovo centro di ricerca del Dian Fossey Fundation in Ruanda inaugurato il primo febbraio che vuole diventare un punto di riferimento nella protezione e conservazione dei primati in centro Africa.
Nel segno di Dian Fossey e dei suoi "gorilla nella nebbia"
L’obiettivo era quello di creare un centro di ricerca permanente dedicato ai gorilla di montagna di cui la Dian Fossey Fundation si prende cura dalla morte della famosissima primatologa, protagonista del film “Gorilla nella nebbia” che fece conoscere al mondo intero la storia affascinante e drammatica della scienziata americana. Dian Fossey, uccisa il 26 dicembre 1985 nel suo rifugio ruandese, aveva infatti posto le basi della conoscenza moderna dei primati, e in particolare dei gorilla, grazie al suo innovativo metodo di ricerca basato sull’osservazione resiliente dei primati nel loro stesso habitat. Alla morte della scienziata statunitense, uccisa in un agguato notturno, la ricerca continuò e nacque il Dian Fossey Gorilla Fund International che ha lo scopo di trovare fondi da destinare alla salvaguardia dei primati africani.
Un campus a sostegno della comunità locale e delle donne. Ma non ospiterà gorilla
Dal primo febbraio, grazie al sostegno di Ellen DeGeneres e di sua moglie Portia de Rossi, è stato inaugurato il nuovo campus che, continuando a lavorare nel solco degli insegnamenti di Dian Fossey, si propone di ispirare tutti coloro che vogliono conoscere i gorilla, incoraggiandoli a sostenere le buone pratiche della conservazione e del rispetto dell’ambiente. In quest’ottica la realizzazione del Campus ha significato un enorme investimento nella comunità locale, con circa 2.300 lavoratori impiegati di cui il 21% donne, con milioni investiti nella popolazione locale e nei materiali locali.
Dal primo febbraio il campus è anche aperto ai visitatori che possono prenotare un tour privato scrivendo a info@gorillafund.org. Ma non sarà un santuario. «C'è molto spazio vitale per studenti e ricercatori… ma nessuno per i gorilla – annuncia lo stesso sito di presentazione – Aiuteremo i gorilla a rimanere selvaggi, mentre noi umani impariamo e ci ispiriamo al Campus».
Anche DiCaprio tra i sostenitori
Progettato da MASS Design Group, il Campus ha attrezzato con architettura sostenibile 12 acri adiacenti al Parco Nazionale dei Vulcani nel nord del Ruanda, per realizzare laboratori all'avanguardia, una biblioteca scientifica di conservazione e uno spazio di incontro per grandi gruppi. L’area prevede inoltre una mostra interattiva incentrata sulla storia di Dian Fossey e sulla conservazione dei gorilla di montagna in Ruanda, aule interne ed esterne e un ampio laboratorio vivente che ospita 250.000 piante autoctone. Il sostegno all’iniziativa è arrivato da numerosi generosi donatori, tra cui l'attore e ambientalista Leonardo DiCaprio, che ha sostenuto la realizzazione di un teatro per 360 persone dedicandolo a sua madre, Irmelin DiCaprio , e di un laboratorio di informatica che ha invece dedicato a suo padre, George DiCaprio.
Studiare e contrastare le minacce alla sopravvivenza dei gorilla: malattie umane e perdita di habitat
«Molti anni fa, mia moglie, Ellen, mi ha raccontato come da bambina, a New Orleans, in Louisiana, si è imbattuta in una copia del National Geographic con Dian Fossey in copertina. Vedere quella coraggiosa donna americana – ha raccontato Portia de Rossi – una scienziata che ha lasciato la sua vita confortevole per allestire una tenda nella foresta ruandese e salvare una specie sull'orlo dell'estinzione, ha completamente trasformato Ellen». Nel solco delle direttive della Fossey, il Campus avrà il compito non solo di affrontare tutte le situazioni che minacciano i gorilla, dalle malattie umane alla perdita dell'habitat, ma anche di lavorare a stretto contatto con le comunità circostanti per aiutare a garantire che la gente del posto e i gorilla possano vivere insieme.