Li hanno ribattezzati “TartaDogs”, e come si intuisce dal nome, saranno i custodi di una delle specie marine più a rischio: le tartarughe Caretta caretta.
L’iniziativa parte dal Lazio e rientra nell’ambito del progetto Life Turtlenest di Legambiente, cofinanziato dall’Unione Europea e finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune del Mediterraneo attraverso monitoraggio e messa in sicurezza dei nidi. Le unità cinofile dell'Enci sono parte integrante delle attività del progetto, e aiutano la ricerca dei nidi di tartaruga, contribuendo a mapparli, individuarli e recintarli per proteggerli da intrusioni antropiche e da altri elementi di disturbo.
Nei giorni scorsi sono iniziate, a Focene, le selezioni da parte di Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), che al fine di formare coppie adatte a individuare i siti di nidifazione delle Caretta caretta ha previsto un test di ammissione per unità cinofile. Le prossime selezioni sono previste per il 28 settembre a Gaeta, in provincia di Latina, nel corso di un seminario – “Conservation dogs: LIFE Turtlenest e il ruolo di Enci” – in cui verrà presentato il progetto.
Da qualche anno ormai le coste del Lazio sembrano essere diventate “hot spot” per la nidificazione delle tartarughe caretta. Decine i nidi individuati dai professionisti e volontari nell’ambito di TartaLazio, la rete di monitoraggio regionale (soltanto la scorsa settimana si sono schiuse le uova dei nidi di San Felice e di Sabaudia, portando oltre 100 piccoli in mare) ed è anche per questo che Regione e Federbalneari hanno firmato un nuovo protocollo di tutela che detta le linee guida di comportamento che i titolari degli stabilimenti aderenti a Federbalenari devono rispettare in caso di ritrovamento e avvistamento non soltanto delle tartarughe caretta, ma anche dei nidi, che sempre più spesso vengono rinvenuti su litorali attrezzati con all'interno preziosissime uova.
La Regione, per supportare i balneari, fornirà ai gestori degli stabilimenti una bandiera che dovrà essere esposta all’interno della struttura turistica per i prossimi 5 anni, una sorta di certificazione dell’adesione al progetto, e ha già stanziato fondi per tenere corsi di formazione per gli addetti alla pulizia degli arenili e per i bagnini su temi riguardanti l’attenta cura delle spiagge attrezzate. L’intesa prevede inoltre la distribuzione di materiale informativo sull’argomento da distribuire ai bagnanti, e lo svolgimento di eventi negli stabilimenti con cui diffondere informazioni utili sulla Caretta caretta. A un apposito gruppo formato da un membro della Regione Lazio e da uno di Federbalneari il compito di verificare gli esiti dell’applicazione del protocollo, mentre ai Comuni è stato affidato quello di accertarsi che venga rispettato insieme con TartaLazio, la Rete regionale del Lazio per il recupero, il soccorso, l’affidamento e la gestione delle tartarughe marine.