Il rapporto tra animali e anziani è welfare e i benefici che tale relazione di affezione offre a questa fascia della popolazione entrano di diritto nel pacchetto delle politiche in favore della terza età.
L’emendamento, appena approvato dalla Commissione Affari Sociali, è una svolta fondamentale perché riconosce e conferma quanto la scienza continua a ripetere riguardo al benessere che porta la presenza di un animale in casa e non solo per gli anziani.
La misura, infatti, promuove il principio del mantenimento degli animali domestici per contrastare la solitudine, preservare l'indipendenza funzionale e mantenere una buona qualità di vita in età avanzata.
In particolare, l'emendamento prevede:
- di garantire l'ingresso degli animali nei Centri per anziani;
- la possibilità per gli over 70 che versano in criticità economica di curare gli animali attraverso cure veterinarie gratuite;
- la formazione degli operatori che si prendono cura degli anziani riguardo alle esigenze degli animali con i quali vivono;
- in caso di necessità, un supporto all'anziano nella gestione degli animali.
La misura era stata molto sollecitata anche dai geriatri della SIGG, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, convinti dai risultati delle numerose ricerche fatte sul tema che hanno ormai da tempo dimostrato benefici anche di altro genere rispetto a quelli riportati nel pacchetto del Governo, come la riduzione dello stress, l'abbassamento della pressione, il miglioramento della fragilità ossea e la riduzione del colesterolo e della depressione.
Del resto che la presenza di un animale in casa e il rapporto che viene a crearsi faccia bene alla persona anziana è cosa nota e non solo per la compagnia maggiore che riesce a dargli ma proprio per ciò che riguarda la salute fisica.
A nuova conferma di questa verità, tra gli ultimissimi studi, ce n’è uno dell'University of Michigan Medical Center pubblicato gli scorsi giorni e che sarà presentato al 74° Congresso annuale della American Academy of Neurology in programma ad aprile a Seattle, dai cui dati preliminari è già emerso che gli animali domestici riducono il declino cognitivo negli anziani.
Lo studio, attraverso alcuni test, ha analizzato le capacità cognitive di circa 1500 anziani e ha osservato che, a distanza di sei anni, i punteggi dei pet mate di animali domestici erano diminuiti a un ritmo inferiore rispetto agli altri. E inoltre a mostrare il maggiore vantaggio erano gli anziani che convivevano con un animale domestico da più di 5 anni.
Qualunque sia la fase della vita, la scelta di accogliere nella propria vita un cane, un gatto o un coniglio, qualsiasi animale da compagnia si preferisca, è sempre un’esperienza intensa e appagante. A maggior ragione lo è per gli anziani, spesso più soli e con meno occasione di socialità.
Tanto è vero che il numero di persone anziane che vive con con un animale in Italia è molto alto. Un’indagine di Senior Italia Federanziani con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ha mostrato come oltre la metà dei circa duemila intervistati, possedesse uno o più animali e che oltre l’86% aveva più di 65 anni e quasi il 40% più di 75 anni. Secondo due intervistati su tre la compagnia dell’animale aveva un’influenza sul benessere, sia fisico sia mentale.
È indubbio che l’età anziana comporti uno stato di maggiore vulnerabilità e fragilità collegate al declino di diverse funzioni e proprio per questo, l’interazione con gli animali può avere un ruolo di prevenzione, ritardo e miglioramento di queste condizioni, configurandosi come un vero e proprio intervento di healthy aging.
Interagire con un animale può far sentire meno soli e isolati, ma da non sottovalutare anche il fatto che avere un animale significa anche muoversi di più, beneficiando degli effetti positivi collegati all’attività fisica.