Dopo le due navi cariche di vitelli che per mesi hanno vagato in giro per il Mediterraneo, ora nel Canale di Suez, bloccato a causa di una nave rimasta incagliata, tra le 200 imbarcazioni in coda ce ne sono sicuramente due, spagnole, cariche di bovini. Una è l’Unimar Livestock, che ha lasciato Tarragona il 15 marzo e la cui destinazione è l'Arabia Saudita. La seconda è la Omega Star, che ha lasciato il porto di Cartagena il 16 marzo. A denunciarlo è l’Ong Animal Equality, che segnala come queste siano le prime due individuate ma che ce ne sarebbero almeno una ventina in corso di accertamento.
Intanto, proprio a Cartagena prosegue la mattanza dei vitelli delle navi Elbeik e Karim Allah, due imbarcazioni sulle quali erano scoppiati due focolai di Blue Tongue e che sono dovute ritornare in Spagna perché le autorità di Libia, Tunisia, Egitto, Cipro, Grecia, Italia, hanno negato l’attracco.
Nel porto i vitelli della nave Elbeik vengono macellati a una velocità compresa tra 40 e 50 esemplari all'ora. A causa della velocità di lavoro e del fatto che al porto è stata realizzata una struttura mobile per la macellazione dei vitelli della Karim Allah (usata ora per quelli della Elbeik), proprio Animal Equality ha richiesto alle autorità dettagli sul metodo di abbattimento che viene utilizzato. La Ong ha domandato al direttore generale della salute della produzione agricola informazioni sui metodi di stordimento e di macellazione. E, nel caso di uso di iniezione letale, quale prodotto viene utilizzato.
«Dopo tre mesi alla deriva trattati come merce, il minimo che questi animali meritano è un abbattimento nel rispetto rigoroso della legge e minimizzando le loro sofferenze – spiega il veterinario Alfonso Senovilla – Qualsiasi altro modo per farlo, più economico o più comodo per i suoi esecutori, sarebbe» per la Spagna «un peccato».
L'europarlamentare Anja Hazekamp è oggi a Cartagena come osservatore della Commissione investigativa del Parlamento europeo sulla protezione degli animali durante i trasporti. L’olandese Hazekamp è accompagnata nel porto di Cartagena da Silvia Barquero, direttrice di Animal Equality in Spagna.