Il 75% delle malattie infettive umane ha origine nel regno animale: un dato che da solo basta per capire quanto la salute della fauna, dell'ambiente e dell'essere umano siano indissolubilmente legate. Proprio questa correlazione è stata al centro del Corso di formazione "Operatore tecnico addetto al soccorso, ricovero, cattura e gestione degli animali d'affezione e sinantropi" promosso dal Presidio ospedaliero veterinario dell'Asl Napoli 1 Centro il 6 giugno 2022.
Il corso ha richiamato numerosi cittadini all'interno del Real Bosco di Capodimonte, parco urbano di oltre 134 ettari e più importante polmone verde di Napoli. I partecipanti erano non professionisti dell'ambito veterinario che desiderano formarsi per lavorare con la fauna selvatica e sinantropica, cioè con quelle specie che pur non dipendendo dall'essere umano sono presenti negli ambienti urbani.
«A volte dimentichiamo l'importanza della fauna selvatica nell'ambito degli ecosistemi naturali – dice a Kodami Marina Pompameo, direttrice dell'Area Coordinamento Servizi Veterinari e Polo Didattico Integrato dell'Asl Napoli 1 Centro – Gli animali sono dei veri e propri indicatori di benessere che fungono da sentinelle ambientali perché mangiano e vivono nelle nostre stesse aree, pertanto ci possono fornire un riscontro sullo stato dei territori che abitiamo».
In questo contesto, un ruolo di fondamentale importanza è svolto dal Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) che a Napoli fa capo all'Asl 1 Centro. «Il fine ultimo del Cras è quello di curare e reinserire in natura l'animale selvatico per il mantenimento e le biodiversità – continua Pompameo – Nel frattempo, grazie a questi animali possiamo evidenziare la circolazione di agenti patogeni ed eventualmente comprendere lo stato di salute dell'ambiente, e quindi il nostro. La possibilità di evidenziare l'eventuale circolazione di agenti patogeni quali, ad esempio, la H5N1 dell'influenza aviaria, permette di condurre un monitoraggio continuo attivo».
Sono stati proprio i professionisti del Cras a condurre la giornata di corso suddivisa in tre momenti: nella prima parte si è svolta una lezione frontale in cui sono stati toccati diversi aspetti sia della legislazione che della sanità animale in Italia e in Europa. È seguito poi un laboratorio pratico durante il quale i partecipanti hanno imparato come prendere e maneggiare un pullo di allocco senza ferirsi e nel rispetto dell'animale. La parte laboratoriale si è svolta sotto la guida della dottoressa Marina Di Francia, borsista dell'Università Federico II di Napoli e operatrice del Cras cittadino.
«Noi medici veterinari tuteliamo la salute umana attraverso il monitoraggio della salute animale – sottolinea Pompameo – Tutti gli animali che presentano problematiche di natura sanitaria pervengono al Cras, e qui gli vengono sempre curati, ma anche sottoposti a controlli epidemiologici al fine di valutare la presenza nell'ambiente di agenti patogeni e di fattori di inquinamento ambientale. Per effettuare questa tipologia di indagini ci avvaliamo delle competenze del Criuv».
Nell'ultima parte della giornata è avvenuta la liberazione di alcuni uccelli selvatici dopo le cure prestate dai medici veterinari del Cras. Nel verde del Real Bosco di Capodimonte, nato come riserva di caccia del re Carlo III di Spagna, è stato liberato un gruppo di sette cardellini, sottratti a un bracconiere nella provincia di Caserta. I cardellini sono tra i volatili più ricercati dai bracconieri, e sono migliaia, come ha spiegato il WWF nel suo ultimo report a finire nelle loro reti. Poco dopo è stato liberato un gheppio, uccello molto comune nelle nostre città rimasto rimasto vittima di una trappola per topi.
«La giornata di oggi rientra a pieno titolo tra le attività divulgative relative al recupero della fauna selvatica – sottolinea Pompameo – nel rispetto del ritorno in natura degli animali e quindi del controllo della biodiversità e degli ecosistemi».
Sia i cardellini che il gheppio sono stati liberati davanti a un gruppo di giovanissimi in gita al Bosco, ai quali è stato spiegato l'impatto che l'uomo volontariamente e indirettamente ha sugli animali che popolano le nostre città. «Gli animali vengono liberati alla presenza anche di scolaresche per fare comprendere l'importanza del controllo che viene effettuato nell'ambiente», rimarca la Direttrice.
Allo scopo di diffondere in maniera permanente maggiore consapevolezza sul territorio riguardo a questi argomenti, l'Asl ha scelto di dare nuova vita a uno dei 17 edifici storici presenti nel Bosco di Capodimonte, si tratta della Fagianeria che dal 16 maggio 2022 è passata dall'essere centro vaccinale Covid a Casa della salute e del benessere.
È proprio qui che l'Asl ha organizzato il corso dedicato alla fauna selvatica e una lunga serie di eventi divulgativi dedicati alla salute delle persone e dell'ecosistema.
«Questa iniziativa – conclude Pompameo – è stata fortemente voluta dal direttore generale dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, il quale con il placet della Regione Campania ha trasformato questa struttura in un centro di salute, prevenzione e, soprattutto, benessere delle persone e degli animali».
Da centro Covid a Casa della Salute: la nuova vita della Fagianeria di Capodimonte
La pandemia da Covid-19 ha modificato in maniera permanente il modo con cui cittadini, istituzioni e imprese si approcciano tradizionalmente a temi come lavoro, gestione degli eventi pubblici, e anche a tutto ciò che concerne la salute.
In tal senso, il cambiamento più evidente non si è verificato all'interno di aziende sempre più propense allo smartworking, ma nel modo in cui le Regioni affrontano quella che è forse la loro competenza più importante: la sanità, destinataria di gran parte del loro bilancio.
Nell'hub vaccinale ospitato nella Fagianeria di Capodimonte, durante l'emergenza Coronavirus sono state somministrate oltre 205mila dosi di siero delle 2 milioni inoculate complessive dalla Asl Napoli 1. Proprio grazie alla massiva campagna di vaccinazione, di cui la Campania è stata capofila in Italia, la corsa della malattia si è pressoché arrestata, e nella primavera del 2022 i centri Covid sono stati finalmente smantellati e riconvertiti a nuovo uso.
La Fagianeria è così rinata, sempre sotto l'egida dell'azienda sanitaria partenopea, con la missione di distribuire non più vaccini, ma conoscenze pratiche e teoriche sui migliori stili di vita, sulla maternità e anche sulla corretta gestione dei selvatici. L'inscindibilità della salute animale da quella umana è una conoscenza che, sebbene fosse già nota in ambito scientifico, dopo la pandemia è diventata patrimonio di tutti, proprio grazie ad eventi divulgativi erogati dalla pubblica amministrazione.
Grazie alla sinergia tra la Asl Napoli 1 Centro e la direzione del Real Bosco di Capodimonte, oggi salute, storia, cultura si integrano perfettamente all'interno della Fagianeria. I quadri e le opere d'arte che hanno caratterizzato la vita precedente dell'ex rifugio di caccia del re Carlo III di Spagna non mancano neanche nella sale per conferenze dove abitualmente si tengono corsi come quello del 6 giugno.
E il luogo che è nato per essere una Casa dei Fagiani forestieri, perché destinata alla schiusa e al ricovero di fagiani cinesi, americani e di pavoni cacciati dal sovrano, è diventato un punto di incontro per coloro che desiderano proteggere la fauna autoctona dagli abusi dell'essere umano.