Diverse centinaia di carcasse di animali marini sono state ritrovate o portate a riva in Sri Lanka lo scorso 28 giugno, dopo che una nave mercantile ha preso fuoco ed è affondata, sversando sostanze chimiche velenose nell'oceano al largo di Colombo. Secondo il New York Times, quattro balene, 20 delfini e 176 tartarughe sono state recuperate prive di vita.
La nave, X-Press Pearl, è andata in fiamme il 20 maggio e lentamente è affondata a partire dall'inizio di giugno. I funzionari locali ritengono che la morte degli animali sia collegata alle tossine rilasciate dall'incendio. «È evidente che la morte di questi animali marini è collegata a quanto accaduto», ha dichiarato in tribunale Dharshani Lahandapura, presidente dell'Autorità per la protezione dell'ambiente marino dello Sri Lanka, secondo quanto riportato dal New York Times. Lahandapura ha anche aggiunto: «L'anno scorso, nello stesso periodo, erano state segnalate solo due morti di tartarughe».
Sempre il quotidiano americano (ma sono tanti i media locali e internazionali che stanno riportando la notizia) riporta le dichiarazioni di un altro funzionario che ritiene che gli effetti potrebbero essere anche peggiori, poiché l'Agenzia per la protezione ambientale continua a trovare animali morti. Uno dei container della nave aveva già perso acido nitrico quando l'imbarcazione era entrata nelle acque dello Sri Lanka e le fiamme hanno poi raggiunto l'olio contenuto internamente insieme alla soda caustica, al metanolo e a del pellet di plastica che poi sono finiti in mare.
La X-Press Pearl trasportava 278 tonnellate di olio combustibile, 50 tonnellate di gasolio, 25 tonnellate di acido nitrico e altri prodotti chimici e cosmetici. La nave, della lunghezza di 186 metri, aveva lasciato il porto indiano di Hazira diretta a Colombo il 15 maggio. L'incendio è divampato quando era ancorata al largo del porto della capitale dello Sri Lanka. Il tratto costiero vicino al sito del relitto è la sede di alcune delle spiagge più incontaminate del paese.
La pesca è stata fermata e limitata solo per alcune aree della costa mentre la pulizia va avanti con grande ritardo e difficoltà. È stata aperta un'indagine penale contro l'equipaggio e la Marine Protection Agency ha definito l'accaduto come «il peggior inquinamento delle spiagge della nostra storia».