Una crociera nelle acque trasparenti da Auckland a Sydney doveva essere il momento clou delle festività natalizie per i passeggeri della Viking Orion. Invece, la nave è rimasta bloccata per sei giorni di fila, non attraccando come previsto in Australia a causa di un organismo tossico trovato sullo scafo.
Le severe norme australiane sulla biosicurezza marina hanno impedito alla nave di entrare nelle acque del Paese e dal 28 dicembre circa 930 persone sono rimaste fermi al largo, costrette a prolungare la loro permanenza a bordo dopo aver saltato ben quattro scali.
La presenza dell'organismo – si pensa a una lumaca di mare – ha tenuto la Viking Orion a 16 miglia dalla costa di Adelaide. Soltanto dopo la bonifica dal bioful, un termine generico che si riferisce a microrganismi marini, piante, alghe o piccoli animali, la nave ha attraccato brevemente a Melbourne lunedì sera per poi dirigersi verso Sydney.
L'Australia, in realtà, non ha fatto altro che proteggere i propri fragili ecosistemi marini e quelli della Nuova Zelanda da parassiti invasivi. «La gestione del biofoul è una pratica comune per tutte le navi internazionali in arrivo», ha dichiarato in una nota un portavoce del Dipartimento dell'agricoltura, della pesca e delle foreste dell'Australia.
Una volta le autorità avrebbero richiesto di portare la nave con biofoul in un bacino di carenaggio per la bonifica a terra, ora grazie all'allentamento di alcuni regolamenti e alle nuove tecnologie, le operazioni si possono svolgere in acqua. Il processo in genere prevede la piallatura scrupolosa degli organismi e la rimozione dei rifiuti attraverso un complesso sistema di filtrazione.