Sono oltre 15mila le pecore annegate nel Mar Rosso nel naufragio di una nave diretta in Arabia Saudita e proveniente dal Sudan.
L’imbarcazione è affondata sabato 11 giugno 2022 poco dopo aver lasciato il porto di Suakin, il secondo scalo portuale più importante del Paese. Secondo i media locali, la mattanza avrebbe causato perdite economiche per 15 milioni di riyal sauditi, pari a più di 3 milioni di euro.
Le cause sono da ricercate nell'eccessivo sovraccarico della nave. Migliaia sono infatti gli animali in eccesso rispetto alle reali capacità di carico dell'imbarcazione che poco dopo aver lasciato le coste sudanesi è affondata trascinando giù persone e animali.
Nessun membro dell'equipaggio ha perso la vita, mentre si registrano perdite ingenti tra gli animali. Delle migliaia di pecore presenti sull'imbarcazione, solo 700 sono state raggiunte dai soccorsi in mare, e di queste, pochissime sono sopravvissute.
Per Omar al-Khalifa, presidente dell'associazione sudanese degli esportatori, la tragedia si sarebbe potuta evitare se le autorità portuali fossero intervenute tempestivamente sin dai primi momenti del naufragio, durato diverse ore e avvenuto non lontano dal porto.
Uno scandalo che non arriva inaspettato per gli esportatori sudanesi e che s'innesta nella situazione molto difficile vissuta dal Sudan dopo il colpo di stato del 2019 e la conseguente crisi economica e umanitaria. I mal funzionamenti dello scalo portuale sono ben noti alle cronache, l'ultimo incidente si era verificato solo il mese scorso, quando un incendio è scoppiato nell'area cargo per cause non ancora chiarite causando danni ingenti.
A fare le spese di questo nuovo disastro sono animali come capre e pecore che regolarmente vengono caricate vive sulle imbarcazioni per raggiungere Egitto, Emirati Arabi, e ovviamente l'Arabia Saudita. Il valore delle esportazioni sudanesi ammonta a circa 2,45 miliardi di dollari e molte riguardano proprio gli "animali da reddito". Si tratta di viaggi, spesso compiuti via mare in cui il rispetto del benessere animale e i più basilari diritti non vengono contemplati.
Quella del trasporto di animali vivi è una barbarie che accomuna tutte le economie globali: dall'Europa all'Africa.