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23 Aprile 2024
18:32

Nati in Spagna e macellati in Libano: il viaggio della morte di migliaia di bovini

Nati in Spagna per essere macellati in Libano: è questo il viaggio della morte compiuto da migliaia di bovini attraverso l’Europa e il Medio Oriente. Lo ha svelato la nuova inchiesta di Animal Equality, realizzata in collaborazione con Animal Welfare Foundation.

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Nati in Spagna per essere macellati in Libano: è questo il viaggio della morte compiuto da migliaia di bovini attraverso l’Europa e il Medio Oriente. Lo ha svelato la nuova inchiesta di Animal Equality, realizzata in collaborazione con Animal Welfare Foundation, che attraverso foto e video ha portato alla luce il trattamento crudele riservato agli animali durante i viaggi a lunga distanza.

L’inchiesta documenta il lungo viaggio degli animali dagli allevamenti spagnoli passando per i porti di Tarragona e Cartagena, dove questi vengono caricati sulle navi che li trasportano nei macelli dei Paesi del Medio Oriente. Secondo quanto documentato, gli animali provenienti dalla Spagna vengono in particolare macellati nei modi più brutali nei mattatoi del Libano.

Per questo Animal Equality e Animal Welfare Foundation hanno chiesto alla Commissione europea di vietare l’esportazione di animali vivi verso Paesi terzi al di fuori dell’Unione europea: «La mancanza di una supervisione efficace si estende dai porti europei di partenza a quelli di arrivo extra-Ue, che non dispongono di infrastrutture adeguate per le ispezioni sul benessere degli animali – Maria Boada-Saña, project manager di Animal Welfare Foundation – Inoltre, non esistono piani di emergenza per proteggere gli animali da temperature estreme, né esiste l’obbligo per le navi adibite al trasporto di bovini in partenza dall’UE di avere un veterinario a bordo. Di conseguenza, migliaia di animali affrontano lunghi viaggi in mare, che possono durare giorni o addirittura settimane, senza avere accesso alle cure veterinarie».

La Spagna è uno dei maggiori esportatori di bovini vivi in Europa e il secondo esportatore di ovini al mondo, dopo la Romania. Quando nel 2011 l’Australia ha inasprito i requisiti di benessere animale per l’esportazione, gli allevatori spagnoli hanno deciso di approfittare di un’opportunità commerciale.

Nel 2022, 1.567.609.944 di animali, tra ovini, bovini, polli e suini sono stati trasportati vivi in tutta l’Unione europea e dall’Europa verso Paesi extraeuropei. Gli animali che vengono maggiormente trasportati vivi e venduti al di fuori dei Paesi Ue sono:

  • Polli: esportati soprattutto da Germania (19%) e Paesi Bassi (31%)
  • Bovini: esportati principalmente da Francia (33%), Germania (19%) e Paesi Bassi (9%)
  • Ovini: esportati soprattutto da Spagna (28%), Romania (27%) e Francia (17%)
  • Suini: esportati prevalentemente da Danimarca (48%) e Paesi Bassi (29%)

Dei 9.753.820 ovini, suini e bovini destinati a riproduzione, ingrasso e macellazione che l’Ue ha esportato verso Paesi terzi, la maggior parte è stata trasportata via terra e via mare in Giordania, Regno Unito, Libia, Arabia Saudita, Libano e Turchia. All’interno della stessa Unione europea sono stati trasportati invece 41.110.835 ovini, bovini e suini destinati principalmente a scopi diversi dall’allevamento.

Le condizioni di vita durante questi viaggi variano a seconda di molti fattori, come le dimensioni del carico, l’equipaggiamento del veicolo, le temperature e la durata dei viaggi, che verso i Paesi terzi possono durare settimane. Soprattutto sulle lunghe distanze, questi trasporti causano gravi problemi di salute agli animali. Secondo i pareri scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), gli animali trasportati vivi sono esposti a stress durante le operazioni di carico e scarico; possono soffrire di fame, sete, esaurimento e mancanza di spazio e riposo durante il transito.

«L’esportazione di animali vivi in Paesi terzi al di fuori dell'Unione Europea deve cessare – ha detto Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa. – Gli animali subiscono ogni tipo di calamità durante questi viaggi, come abbiamo visto con lo scandalo Elbeik che abbiamo documentato. Con la pubblicazione di questa nuova indagine chiediamo ancora una volta alle istituzioni di porre fine alle esportazioni di animali vivi in Paesi terzi al di fuori dell’Ue».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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