Si chiama Natalia, ha 28 anni e da due è andata via dalla sua Ucraina alla volta di Avellino: qui ha trovato un lavoro e stabilità per sé e per la sua bambina fino a quando la guerra non ne ha sconvolto la pacifica esistenza.
Oggi la donna sta tornando nella sua città natale per portare i viveri ai suoi familiari rimasti in Ucraina, e soprattutto per riprendere il suo Husky, come racconta IrpiniaTv. La sua bambina è spaventata dalle notizie della guerra e teme per l'incolumità del suo compagno animale. «Vado a riprendere il mio cane. Quello che sta succedendo è molto brutto, mi dispiace per il mio Paese, per le donne e per i bambini», ha detto Natalia salendo sul bus che la condurrà non lontano dalla città di Ternopil', nell'Ucraina occidentale.
Natalia per il suo Husky attraverserà il confine in senso contrario rispetto alle migliaia di donne e bambine che stanno cercando di sfuggire al conflitto. Molti dei suoi connazionali stanno scappando insieme ai loro animali domestici, una atto di cui Kodami ha sin da subito sottolineato la normalità, ma che invece ha destato l'interesse della comunità internazionale che si è subito attivata per permettere la movimentazione di cani e gatti in deroga alle consuete disposizioni europee.
Grazie all'apertura da parte della Commissione europea, gli animali domestici possono entrare nei territori dell'Unione senza i documenti obbligatori. L'Italia ha subito recepito la disposizione, dando modo a chiunque stia fuggendo dalla zona di guerra di entrare con il proprio animale.
Anche Natalia beneficerà di questa disposizione straordinaria una volta raggiunta la sua meta e trovato il suo Husky sano e salvo. Quella della donna rappresenta un'azione di straordinario coraggio anche alla luce dei recenti avvenimenti: poche ore fa è stata annunciata dalla vice prima ministra ucraina, Irina Vereshchuk, l'apertura di 10 corridori umanitari nella giornata di oggi. Un «nuovo tentativo» dopo i precedenti fallimenti.
La scarsa sicurezza della regione è stata denunciata anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità: «Attaccare i più vulnerabili – neonati, bambini, donne incinte, i malati, e gli operatori sanitari che rischiano la propria vita per salvare vite umane – è un atto di crudeltà inconcepibile».
Dall'inizio della guerra, sono 31 gli attacchi all'assistenza sanitaria documentati attraverso il sistema di sorveglianza dell'Oms.
È in questo contesto che Natalia sta andando a recuperare il suo Husky e a portare aiuti a coloro che dall'Ucraina non vogliono, o non possono fuggire. In prevalenza si tratta degli uomini tra i 18 e i 60 anni, obbligati a restare nel paese e a camminare tra le macerie con l'unico conforto del loro inseparabile cane.
A muoversi in questo caso sono le donne, la componente più nutrita della comunità ucraina in Italia. Secondo i dati Istat, le donne rappresentano il 73% degli ingressi di cittadini dell'intera comunità ucraina.
E la Campania ospita la seconda comunità più numerosa d'Italia, dopo la Lombardia. Una presenza testimoniata dal lavoro che stanno svolgendo in queste ore i centri ucraini presenti nella regione, a cominciare proprio dalla città adottiva di Natalia: Avellino, dove al grido di «Noi siamo forti», alcune auto hanno sfilato per le strade sventolando la bandiera Ucraina.