Le immagini della giraffa nata il 31 luglio scorso nello zoo di Bright, in Tennessee negli Stati Uniti, hanno fatto il giro del mondo per la particolarità rarissima che la contraddistingue: il suo manto è senza macchie. Si tratta di una rarità assoluta tenendo conto che l’ultima nata in cattività risale al 1972 e sarebbe venuta al mondo nello zoo di Ueno a Tokyo in Giappone e che i responsabili dello zoo affermano che potrebbe essere addirittura «L’unica giraffa reticolata a tinta unita presente sul pianeta».
Femmina e sanissima, sarà un sondaggio promosso sulla pagina ufficiale dello zoo a dare il nome alla giraffa a tinta unita. Le scelte sono quattro: “Kipekee” che significa unico, “Firayali” traducibile in insolito, Shakiri che significa lei è più bella e Jamella, una di grande bellezza. Si può votare fino al 4 settembre.
Tony Bright, il fondatore dello zoo, ha affermato che il fascino della neonata servirà per sensibilizzare le persone sull’importanza della conservazione e dell’attenzione da dedicare alle creature in via di estinzione di cui la giraffa purtroppo fa parte. C’è da dire, però, che negli ultimi anni, le cose sembrano migliorare, tanto che la popolazione di giraffe nelle savane sembra essere cresciuta del 20 per cento rispetto al 2015, con i numeri ufficiali che sono passati da 68mila esseri a 117mila e che fanno sperare in un’inversione di rotta, almeno in Africa, il loro habitat più naturale.
L’aumento di numero, però, nonostante le costanti minacce a cui viene sottoposta la specie, tra le quali in primis la deforestazione e i cambiamenti repentini di habitat a causa delle attività umane legate ad esempio alle trivellazioni per l’estrazione del petrolio, è stato possibile soltanto grazie ai numerosi programmi di conservazione attuati in natura sul territorio. Da questi programmi è emerso un dato molto importante: ovvero che quando le condizioni sono favorevoli, le giraffe si riprendono in modo incredibile, basta dar loro una chance.