Nasce l'Osservatorio per la fauna migratoria del Parco naturale del Conero. Il Conero è un fondamentale sito di migrazione, sosta e svernamento per gli uccelli migratori che percorrono la rotta adriatica verso i Balcani. Qui transita, oltre al Falco Pellegrino, anche la Beccaccia (Scolopax rusticola) una specie particolarmente attenzionata perché purtroppo oggetto di caccia smodata.
Il Parco regionale marchigiano resta la più importante stazione di cattura italiana insieme alla tenuta Presidenziale di Castelporziano. Ciò è possibile grazie all’attività degli inanellatori autorizzati, coordinati da Pierfrancesco Gambelli con 160 esemplari monitorati, pari a circa il 10% della popolazione di beccacce osservate complessivamente. «I tempi di migrazione, le rotte, l’alimentazione – ha detto Marco Zannini, direttore del Parco del Conero – forniscono utili indicazioni circa i cambiamenti climatici e le sue conseguenze. Per questo abbiamo attivato un progetto in collaborazione con l’Università di Milano per monitorare il ciclo di vita di questi animali catturandone alcuni e dotandoli di un radiotrasmettitore satellitare».
Proprio l'Università di Milano in uno studio pubblicato a settembre 2022 aveva analizzato 684 specie di uccelli a livello mondiale per determinare come e quali uccelli stanno cambiando abitudini in risposta ai cambiamenti climatici. I risultati confermano che sia la migrazione primaverile verso i siti di nidificazione che la riproduzione degli uccelli, sono state anticipate di circa 2-3 giorni per decennio, come evidenziato già da altri studi su alcune specie o regioni particolari. I ricercatori hanno però scoperto che non tutti gli uccelli stanno reagendo allo stesso modo alla crisi climatica, ma che ci sono differenze sostanziali in basse alle caratteristiche ecologiche e biologiche.
Ora questo lavoro di monitoraggio ha l'occasione di rafforzarsi attraverso il contributo del Parco regionale, come ha confermato il direttore Zannini: «I dati raccolti comprovano che anche la specie Beccaccia è condizionata dal “global-warming”, che induce la specie a utilizzare aree di svernamento più settentrionali. Sotto l’aspetto scientifico fare del Parco del Conero un centro studi di questi migratori è molto importante. Le caratteristiche del Conero si prestano a queste osservazioni e approfondimenti e possono riguardare gli studiosi di tutto il mondo».
Il progetto riguarda altri uccelli migratori oltre alla beccaccia come i colombacci e il tordo bottaccio, e le zone di osservazione e di cattura sono quelle a nord nella Valle del fosso Boranico, caratterizzata da vigneti, aree ad incolto e coltivi e a sud Zona fosso Betelico-Monte Colombo caratterizzata da vigneti, pascoli e area del Conero golf. «E’ attivo un Progetto Nazionale Beccaccia promosso dal Ministero Ambiente che permette di ottemperare alla richiesta di monitoraggio delle specie migratrici – ha ricordato il presidente dell’Ente parco Daniele Silvetti – e per questo l’Ente Parco del Conero e ISPRA hanno attivato una collaborazione per la creazione di una rete di stazioni di inanellamento per lo studio della fenologia, uso dell’habitat e tassi di sopravvivenza di questi animali».
Non saranno solo le istituzioni tuttavia parte del progetto, ruolo attivo è svolto da Associazioni Cacciatori Migratori Acquatici. A seguito dei rilevamenti basati sulla telemetria satellitare e GPS, il consiglio direttivo dell’Ente parco ha autorizzato la realizzazione nel Parco del Conero dell'Osservatorio. Il rischio, alla luce di questa collaborazione, è che i dati raccolti possano servire non solo per scopi scientifici e di tutela degli animali, ma anche allo scopo di agevolare l'operato dei cacciatori nei confronti di una specie ambita, e di difficile cattura, proprio come è la beccaccia.