La tartaruga Caretta caretta frequenta abitualmente i nostri mari, nonostante i pericoli che la minacciano e che mettono a rischio la sua sopravvivenza siano moltissimi.
Per tutelare la specie è stato appena approvato un progetto promosso dalla Regione Puglia che si chiama “MYSEA – Osservatorio sui mari di Puglia per la tutela della Caretta caretta” che riguarda la costruzione di una rete di centri di recupero tutti coordinati per difendere e salvare le tartarughe marine in difficoltà.
L’impatto crescente della pesca, le morti dovute a catture accidentali, la perdita di habitat, l’inquinamento da plastiche in mare e altre attività umane poco sostenibili, sono un disastro per le povere tartarughe. Se poi aggiungiamo che molte delle spiagge di nidificazione sono adesso fortemente minacciate dallo sviluppo del turismo di massa, il capolavoro è fatto.
«L'obiettivo del progetto, oltre a informare e sensibilizzare le comunità locali e i pescatori per proteggere la biodiversità dei nostri mari, vuole approfondire sempre di più la conoscenza di questi animali, scoprendo le aree che frequentano abitualmente e in cui sostano più spesso, identificando e proteggendo i siti di deposizione delle uova, comprendendo meglio l’entità e le dinamiche dei loro spostamenti stagionali» spiega a Kodami l’assessora alle Politiche urbanistiche, Rita Miglietta che ha portato all’approvazione il piano.
I Centri di Recupero che faranno parte della rete saranno Manfredonia, il Comune di Zapponeta, il Comune di Molfetta, il Comune di Lecce con il suo Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio, l’Ente di Gestione della Riserva Naturale Marina di Torre Guaceto, il Comune di Calimera e il Parco Regionale Dune Costiere. Ma cosa prevede il progetto?
«Le Caretta caretta hanno finora trovato ospitalità nella masseria del parco naturale regionale “Bosco e paludi di Rauccio”, un sito che è davvero molto lontano dal mare e quindi abbiamo deciso di ricollocarlo sulla costa e così nel prossimo futuro le tartarughe troveranno riparo nel complesso delle idrovore di Frigole».
Si tratta di una struttura che il Comune di Lecce ha avuto in concessione per trent’anni dal consorzio di bonifica Ugento Li Foggi. Qui, dunque, sarà trasferito il centro di recupero e riabilitazione delle tartarughe marine trovate spiaggiate o ferite in mare e qui verranno curate e poi rilasciate in mare. Non solo, però, perché per incrementare le misure di tutela e conservazione delle specie Caretta Caretta, verranno fatte anche attività di monitoraggio.
Quali sono nello specifico gli interventi previsti dal centro? «Sicuramente l’individuazione delle aree critiche per la salvaguardia delle specie. A seguire, la creazione di un piano d'azione che definisca delle procedure d’intervento comuni in situazioni critiche e d’emergenza. Non mancherà ovviamente, lo screening degli arenili potenziali siti di deposizione di Caretta caretta, il monitoraggio sistemico per l’individuazione e la difesa dei nidi e la riduzione dell’impatto antropico sugli stessi. In ultimo, il progetto chiederà il coinvolgimento dei pescatori professionisti in azioni dirette di tutela attraverso l’utilizzo di attrezzi di pesca maggiormente selettivi e meno impattanti».
Nell’ambito del progetto ha uno spazio molto importante anche la ricerca scientifica. Alcune delle tartarughe Caretta caretta curate presso il centro di recupero tartarughe dell’Area marina protetta di Torre Guaceto, per esempio, sono state liberate munite di un trasmettitore satellitare posizionato sul carapace, in modo da fornire la rotta dei loro spostamenti e soprattutto quali fattori, ambientali come temperatura, correnti, onde o dalla disponibilità del cibo, influenzino i loro movimenti. Una serie di dati fondamentali, ma molto difficili da ottenere altrimenti.