La scorsa settimana il Parco nazionale della Sila, uno delle più importanti aree protette della Calabria, ha sottoscritto un protocollo d'intesa con l'associazione LIPU con l'obiettivo di favorire una serie di attività di sostegno e tutela della biodiversità. A suggellare l'accordo è stato il direttore del parco, l'architetto Ilario Treccosti, il direttore generale della Lipu, Camillo Danilo Selvaggi, e il coordinatore del GLC (Gruppo Locale di Conservazione) di LIPU Sila, Gianluca Congi.
Sono diverse le attività di monitoraggio e conservazione che l'associazione, grazie a questa intesa, s'impegnerà a realizzare insieme ai tecnici del parco nei prossimi anni. Tra quelli segnalati dagli stessi firmatari ci sono per esempio varie campagne di monitoraggio che riguarderanno specie rilevanti a livello locale e nazionale, attività di tutela del territorio e di educazione ambientale, partecipazione ai tavoli redigenti i piani di gestione e anche la partecipazione a diversi convegni e seminari. Non è però la prima volta che la LIPU stipula un protocollo d'intesa con il parco silano. Durante lo scorso decennio, infatti, i firmatari ne avevano sottoscritto un altro, finalizzato a svolgere una prima serie di attività volte a tutelare l'avifauna presente nel parco.
Proprio su questo punto Gianluca Congi – che oltre ad essere coordinatore della GLC della Sila è anche Vicepresidente della Società Ornitologica Italiana – ha spiegato a Kodami quali sono stati i risultati già raggiunti dalla precedente collaborazione. «Le attività di monitoraggio che abbiamo svolto negli scorsi anni sono state molto proficue e ci hanno consentito di avere un quadro molto attendibile sulla presenza di diverse specie target d'interesse comunitario e conservazionistico – chiarisce l'ornitologo. – Ad esempio, se in passato erano state segnalate sulla Sila 5-8 coppie di picchio nero, precisamente nel rapporto del 2001, oggi ne abbiamo stimate 20-25 (dati pubblicati durante il XXI convegno italiano di ornitologia di Varese). Il monitoraggio ci ha permesso anche di osservare come alcune specie di uccelli contrastano naturalmente la diffusione delle processionarie. Ed inoltre, grazie alla nostra raccolta dati, lo scorso anno in piena ZPS (Zona di Protezione Speciale) siamo intervenuti, segnalando quali sono i potenziali rischi e le minacce che possono arrecare danno alle foreste silane, in cui nidifica il picchio nero e la balia dal collare, entrambe specie presenti nell'allegato I della direttiva europea "Uccelli"».
Secondo l'associazione la conservazione delle specie e degli habitat naturali della Sila passa anche attraverso la divulgazione. È per questo se la LIPU si sta impegnando moltissimo per comunicare con le scuole e formare una rete di conoscenze regionale, che consenta al Parco nazionale della Sila di lavorare adeguatamente anche in futuro con altre realtà locali. Senza infatti i suoi abitanti e i visitatori il Parco non potrebbe svolgere il proprio compito di tutela. E più la popolazione si sentirà partecipe e compresa sulle attività di conservazione, maggior valore sarà dato al prezioso tesoro naturalistico e storico presente al suo interno.
«Noi crediamo che sia possibile immaginare una futura forma di conservazione dove la tutela concreta della biodiversità va di pari passo alla divulgazione scientifica e ad un'accurata pianificazione degli interventi – ha spiegato Congi. – In questa ottica abbiamo contribuito a trasmettere le nostre esperienze nei recenti piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000 e parlando direttamente alla popolazione che abita in quei territori. Non dimentichiamoci d'altronde che promuovere lo scambio di informazioni e la collaborazione con tutti i portatori di interesse è un buon metodo per informare i cittadini, gli addetti ai lavori e chiunque altro sia desideroso di godere delle risorse naturali, tenendo sempre conto una gestione in chiave ecologica».
Il Parco nazionale della Sila è una dell'aree naturali del nostro paese con maggiore diversità, sia a livello di specie che di habitat. Vasto 80 mila ettari, viene considerato inoltre uno dei punti di ingresso per un gran numero di uccelli migratori. Tra le specie di uccelli nidificanti, il picchio nero (Dryocopus martius) è probabilmente quello considerato più interessante, a causa della sua rarità e per la sua importanza biogeografica.
All'interno del parco sono tuttavia abbastanza comuni anche alcuni mammiferi, come il tasso, la donnola, la faina, la martora, la puzzola e specie considerate degli importanti indicatori ambientali, come la lontra, il ghiro e il raro scoiattolo nero meridionale (Sciurus meridionalis). Secondo un'indagine condotta dall'ente parco, negli ultimi anni sono stati inoltre individuati 113 specie di uccelli sulla Sila, 57 dei quali considerati di grande interesse conservazionistico.
Molto importanti sono anche alcune specie rare di anfibi, praticamente assenti nel resto d'Italia o nella vicina Sicilia, di interesse europeo e inserite nella Direttiva Habitat (Allegati II, IV o V). Tra gli anuri ha particolare importanza invece l’ululone appenninico (Bombina pachypus), incluso nella categoria “In pericolo” delle Liste Rosse IUCN, sia a scala globale che a scala regionale.
Al suo interno il parco dispone anche di diverse faggete, boschi di abeti bianchi, torbiere, 58 pini larici ultracentenari e varie tipologie di habitat, molti dei quali protetti non solo dall'ente parco ma anche da Zone di Protezione Speciale, aree individuate dagli stati membri dell'Unione europea che costituiscono la Rete Natura 2000.
L'ente parco tende poi anche a rivendicare il fatto che dentro la Sila si rinviene quasi la metà della flora presente della Regione Calabria, stimata in 2.629 specie. Questo dato evidenzia non solo l'elevata ricchezza floristica, ma anche le peculiari vicende paleogeografiche e paleoclimatiche che hanno interessato l’altopiano silano nel corso degli ultimi milioni di anni. Tra le specie botaniche più presenti si registra un’abbondanza di elementi mediterranei (circa il 30%), seguiti dalle specie eurasiatiche (23,2%), dalle specie settentrionali (17%) e propriamente centro europee (10,3%).