Associazioni ed esperti intenzionati a fare luce sulle contraddizioni e infondatezza diffuse sui grandi carnivori si sono riuniti nel "Coordinamento Lupo – Per una corretta informazione scientifica".
Dopo mesi in cui si sono susseguite notizie allarmanti e proposte di gestione cruenta di questo animale da parte della politica, il Coordinamento ha preso la decisione di costituirsi a seguito dell'allarmismo diffuso in provincia di Parma derivante dalla presenza del lupo nella zona.
«Si sta demonizzando l’unico animale predatorio della zona in grado di aiutare lo squilibrio dell’ecosistema generato dall’uomo», hanno detto dal Coordinamento che ha riportato i dati diffusi da Coldiretti, secondo cui solo nell’ultimo anno un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa di cinghiali e animali selvatici.
«Come mai non si tengono in considerazione i benefici che il lupo apporta nel contenere il numero degli ungulati presenti in natura? – si chiede il Coordinamento – Non possiamo non citare le lamentele che a inizio autunno le stesse associazioni venatorie hanno veicolato sui giornali riguardo la riduzione di cinghiali e caprioli a opera del lupo». Le associazioni e gli esperti hanno ribadito quello che numerosi esperti avevano in più occasioni spiegato su Kodami: la caccia, che sia di ungulati o di lupi, non è un sistema valido per gestire la fauna selvatica.
Recentemente, la biologa Paola Fazzi, esperta in conservazione e gestione della fauna all'Istituto Ecologia Applicata, aveva sottolineato che l'abbattimento dei carnivori amplifica la conflittualità: «L’abbattimento non controllato della specie può portare a destrutturazione dei branchi e di conseguenza a un potenziale aumento delle predazioni. Come si capisce osservando quello che succede in altri stati europei in cui vengono effettuati abbattimenti di lupo, i danni non diminuiscono se non temporaneamente».
Anche per quanto riguarda la popolazione di ungulati, il direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche, Vincenzo Caputo, aveva ribadito che «La caccia è inefficace. Serve una struttura multidisciplinare per la gestione della fauna selvatica».
Alla luce di ciò, gli attivisti si domandano se «le istanze portate dalle associazioni agricole sono nell’interesse degli agricoltori o di quella frazione degli stessi che ogni anno imbraccia le doppiette», e fanno sapere di essere al lavoro per la realizzazione di un programma di iniziative volte a trasmettere una narrazione scevra da pregiudizi e per l’apprezzamento del lupo come elemento fondamentale dei nostri ecosistemi e paesaggi, dal Po al crinale appenninico.
Le associazioni che hanno aderito al coordinamento: Ada Odv Associazione Donne Ambientaliste; Comitato civico per la tutela del torrente Parma; Ente nazionale protezione animali (Enpa); Europa Verde di Parma; Gaia Animali & Ambiente OdV; Gruppo Italian Wild Wolf; Natour Biowatching; Mdf circolo per Parma; Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa); Parma Etica ASD; Pet Rescue Italia Amici di Giampi; ProNatura ValParma; Tuttimondi.
Chi volesse mettersi in contatto o aderire al Coordinamento può scrivere a: coordinamentolupo@gmail.com