È stato presentato oggi nella sala Nassirya di Palazzo Madama a Roma, sede del Senato, il Coordinamento "Esotici ma familiari" nato dalla campagna nazionale lanciata dal senatore leghista Luca Briziarelli, il quale per primo in Parlamento si è opposto alla prospettiva di una nuova legge sul divieto di commercializzazione, detenzione e importazione di animali esotici.
All'evento di presentazione del Coordinamento, guidato dal vice presidente dell'Anmvi Lorenzo Crosta, sono interventi il presidente dell'Ordine nazionale dei medici veterinari italiani (Anmvi) Marco Melosi; il presidente della Federazione ornicoltori italiani (Foi), Antonio Sposito; il presidente di Aisad-Confesercenti, Virgilio Camillini; la direttrice di Unionpet Antonella Baggini.
«L'obbiettivo è che in Italia, come nella quasi totalità dei paesi europei, continui ad essere possibile, non solo la conservazione, ma anche la commercializzazione e l’importazione di quelle specie che, ormai da decenni, fanno parte della vita di tante famiglie e che non mettono a rischio in nessun modo il benessere degli animali e la salute dei cittadini occupando decine di migliaia di aziende e lavoratori», hanno spiegato dalla community "Esotici ma familiari".
Il riferimento alla salute dei cittadini non è casuale, e risponde proprio a uno dei principi alla base della normativa, cioè ridurre il rischio di focolai di zoonosi. Le zoonosi sono malattie che possono compiere il salto di specie ed essere trasmesse tra gli animali e l'essere umano.
Sono zoonosi alcune delle malattie più temute dall'essere umano, come la rabbia, e anche la Covid-19, la cui origine animale è stata confermata dall'OMS. La fauna, soprattutto selvatica, è un serbatoio di virus e infezioni che non sono mai arrivati a colpire l'essere umano. Nel momento in cui si accorciano le distanze tra specie che prima non erano mai entrate in contatto ecco che può verificarsi lo "spillover".
Un concetto che ha spiegato a Kodami il giornalista e scrittore scientifico David Quammen: «Quando sentiamo parlare di un nuovo Coronavirus che si diffonde, dobbiamo sapere che in realtà lo è per la nostra specie e allora, di conseguenza, dovremmo domandarci da dove arriva. La risposta è: da altre creature che non erano in contatto con noi, vivevano nel loro habitat, in posti remoti dove l’uomo è però arrivato».
Alla luce di queste considerazioni, il Parlamento italiano ha scelto di regolamentare in maniera più stringente il commercio degli animali esotici. Nel corso del dibattito parlamentare è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza: «Faremo una white list di animali che potranno continuare ad abitare con le famiglie italiane perché considerati "da compagnia"».
Le legge, quindi, si farà, e nella redazione della lista di specie consentita si dovrà tenere conto dei rilievi scientifici sia in relazione alla salute dei cittadini, sia del benessere degli animali stessi.
«Adesso la battaglia sarà sulle specie da inserire nella white list – è il commento rilasciato a Kodami da Andrea Casini, responsabile area Animali esotici della Lav – Abbiamo esultato quando è stato approvato lo schema di decreto legislativo e adesso lavoreremo affinché durante la scrittura della legge vengano rispettati i divieti, le regolamentazioni e la previsione di una "lista positiva" o "white list"».
Non è facile rispondere alla domanda se tenere in casa animali esotici sia legale oppure no, questo perché la normativa italiana non fa alcuna distinzione in base alla provenienza geografica e non pone limiti alla custodia di animali esotici in quanto tali.
«Oggi esiste una "lista negativa" – spiega Casini – cioè tutti gli animali potenzialmente possono essere commerciati, esclusi quelli protetti a vari livelli: nazionali o internazionali. Quelli non presenti in questa lista negativa sono migliaia. Con l'introduzione di una lista positiva si ridurrà il numero di animali commerciabili, tuttavia vogliamo che le valutazioni siano fatte da un pool di esperti indipendenti, cosa non facile da attuarsi visto l'interesse politico rispetto a questo argomento».
«Grazie allo schema approvato, per essere inseriti nella white list le specie dovranno essere valutate rispetto al rischio di zonosi, alla loro predisposizione alla vita in gabbia, e alla provenienza e conservazione rispetto al luogo d'origine. Quello che volevamo è che venisse approvato lo schema di decreto legislativo, cosa che è stata fatta, adesso chiediamo imparzialità per scrivere la legge», conclude il responsabile Lav.