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31 Gennaio 2023
14:07

Nasce il Comitato emergenza lupi. Il presidente del Parco delle Foreste Casentinesi: «Coesistenza possibile grazie alla ShepherdSchool»

In questi ultimi mesi fioccano gli avvistamenti di lupi, anche nei pressi dei centri abitati, e in Valdichiana è persino sorto il Comitato spontaneo emergenza lupo. A tal proposito Kodami ha intervistato Luca Santini, presidente del Parco delle Foreste Casentinesi, che ha spiegato come la coesistenza con questi predatori sia possibile e ha presentato la ShepherdSchool.

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«Ormai è impossibile gestire l'allevamento come se non ci fosse il lupo». Così Luca Santini, presidente del Parco delle Foreste Casentinesi, commenta a Kodami i recenti casi di cronaca con protagonisti lupi che attaccano animali domestici. A questi eventi fa seguito il naturale timore delle persone che cresce tanto da far nascere un'assemblea cittadina spontanea in una zona in cui la presenza del lupo è percepita come particolarmente importante: la Valdichiana, 2300 chilometri quadrati a cavallo tra le provincie di Arezzo e Siena, in Toscana, e tra quelle di Perugia e Terni, in Umbria.

Se da una parte nasce il "Comitato emergenza lupi", però, dall'altra nel Parco delle Foreste Casentinesi prende vita una risposta importante ai timori della popolazione: la ShepherdSchool, scuola per pastori e allevatori che insegna a gestire il conflitto con la fauna selvatica.

Due reazioni opposte a un problema comune: l'attacco dei lupi agli animali da allevamento e d'affezione. L'aumento dei lupi in tutta la Penisola, infatti, se da un lato è una fortuna per gli ecosistemi che vedono tornare un predatore di importanza fondamentale nella rete alimentare, dall'altro può essere un problema per la zootecnia e, in certi casi, anche per animali come gatti e cani che possono trasformarsi in facili prede per alcuni branchi specializzati.

Così a Rigutino, una frazione del Comune di Arezzo, venerdì scorso si è tenuta la prima assemblea pubblica organizzata da un gruppo spontaneo sorto in zona che si è riunito sotto il nome di "Comitato emergenza lupi" con un chiaro intento: trovare un rimedio alle incursioni di questi animali che nella valle iniziano a farsi sempre più pressanti.

Alla riunione hanno presenziato esponenti del mondo politico e del terzo settore, commercianti, allevatori e cittadini preoccupati. Un incontro dove il sentimento di paura nei confronti di questo predatore sedimenta e si mischia con la volontà di proteggere i propri cari umani e animali. Sono dunque stati messi sul piatto molti malumori e la volontà di dimostrare alle istituzioni il malcontento generale della popolazione, motivo per cui il primo obiettivo del neo-comitato è la raccolta di almeno 2.500 firme per dare voce a una petizione da inoltrare ai ministri dell’Ambiente e sicurezza energetica e dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste.

La situazioni degli attacchi dei lupi in Italia

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Quello dell'attacco dei lupi è un fenomeno complesso, senza dubbio in crescita e che va seguito con molta attenzione. Il lupo è un predatore apicale fondamentale per la salute dei nostri ecosistemi e offre gratuitamente innumerevoli servizi ecosistemici, come ad esempio il controllo naturale sul numero di ungulati (che tanti danni causano all'agricoltura). È inoltre un'importante attrattiva turistica per molti territori, oltre che una specie dall'indubbio valore culturale e conservazionistico.

Su Kodami abbiamo già parlato del delicato tema con diversi esperti, tra cui Luigi Molinari, studioso di lupi e tecnico faunistico del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Molinari ha spiegato, ad esempio, che i lupi imparano in fretta a prendere di mira i cani, anche in prossimità di centri abitati, e purtroppo in alcune zone della Emilia-Romagna questo comportamento viene percepito come in crescita.

Lorenzo Niccolini, istruttore cinofilo e presidente del progetto Stray Dogs International Project impegnato soprattutto nel monitoraggio e nella tutela dei cani liberi, invece, ha spiegato che quasi tutti gli attacchi avvengono di notte, quando non ci sono i proprietari del terreno e questi cani, trovandosi bloccati nei recinti, spesso fatiscenti o peggio ancora legati a catena, non hanno via di scampo.

Insomma, è innegabile che il fenomeno sia presente in Italia, ma non riguarda solo la nostra Penisola. Infatti, in un'intervista a riguardo Sarah Marshall Pescini, etologa che sta portando avanti un progetto per far desistere il lupo dall'attaccare i cani tramite peluche elettrificati, ha spiegato a Kodami che i lupi predano animali da allevamento e cani abitualmente in tutta Europa. Un fenomeno noto da tempo, dunque, e la studiosa ha sottolineato proprio che potrebbe essere in aumento a causa dell'incremento delle popolazioni di lupi nel paese ma anche come questo sia ancora tutto da verificare.

La ShepherdSchool per insegnare la coesistenza con i lupi

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Giovani allevatori che imparano il mestiere, foto di Luisa Vielmi

Ecco dunque che fioccano le notizie di avvistamenti avvenuti in luoghi in cui il lupo alcuni decenni fa non si era mai spinto e, purtroppo, compaiono anche diversi video allarmisti che ritraggono presunti lupi ma che spesso sono solo dalle immagini di quadrupedi sfocati in lontananza se non Cani Lupo Cecoslovacchi. Come accaduto nel caso dei CLC scambiati per lupi in un video girato a Ferrara lo scorso ottobre per fare un esempio. Anche il caos mediatico dunque non aiuta e crea allarmismo, generando poi interpretazioni non razionali.

«Grazie al lavoro di comunicazione e formazione con gli otto allevamenti all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi negli ultimi 5 anni ci sono stati solo 2 casi di predazione», sottolinea Luca Santini, precisando che convivere con gli animali selvatici, e in particolare con i lupi, è possibile. «Questo numero è praticamente irrisorio – continua il presidente – Il Parco racchiude circa 36 mila ettari di verde e sono presenti ad oggi 13 branchi di lupi. Naturalmente il predatore è arrivato anche al di fuori delle zone protette poiché gli animali non conoscono i confini tracciati dall'uomo. In questi casi molte persone non hanno una preparazione adeguata per difendersi e non hanno gli strumenti adatti per capire il comportamento dell'animale. Ecco perché abbiamo deciso di seguire l'esempio di alcune realtà europee e dare via a un progetto nuovo: la ShepherdSchool».

Dal mese di aprile, infatti, partirà all'interno del Parco una vera e propria scuola per pastori e allevatori, realizzata nel progetto LIFE  "ShepForBio" che si pone come obiettivo la conservazione di alcuni habitat di prateria attraverso la promozione e la valorizzazione delle professioni funzionali a questo scopo, ma non solo. Fra i compiti principali della scuola c'è anche il contribuire a contrastare lo scarso ricambio generazionale che affligge questo settore, in particolare nelle zone montane, fornendo ai partecipanti strumenti teorici e pratici anche per la gestione del conflitto con i predatori, la mitigazione degli impatti climatici e la valorizzazione dei servizi ecosistemici legati alla tutela della biodiversità e delle risorse.

«Una peculiarità di questo corso di formazione di 4 anni è che c'è sia una parte teorica che una parte pratica, una sorta di tirocinio in azienda per imparare svolgere il mestiere – spiega ancora Luca Santini – Un valore aggiunto, inoltre, è sicuramente il fatto che l'Ente Parco è in ogni momento accanto agli allevatori, in modo tale da poter svolgere le proprie attività anche con la presenza del lupo».

Per fare questo Luca Santini spiega come il Parco fornisca diversi strumenti: «Ad esempio la scelta dei cani da guardiania è fondamentale ed è concertata fra allevatori e operatori dell'area naturale. Sono selezionati cani che siano sufficientemente preparati ad affrontare possibili minacce, ma allo stesso tempo non siano pericolosi per i gruppi di escursionisti che possono passare da quelle parti. Inoltre è importante mantenere il giusto dialogo con gli allevatori, spiegando loro come riuscire a prendersi cura dei cani e delle greggi in sicurezza».

Il presidente conclude sottolineando l'importanza di avere accorgimenti simili anche da parte delle classe dirigente: «Il lupo si è espanso, è vero, quindi capisco che ci sia della preoccupazione, però si possono prendere ad esempio tutte le esperienze fatte nei luoghi in cui il lupo è presente da sempre, come in molti paesi europei. Se le amministrazioni prendessero a modello quelle realtà forse si arriverebbe presto alla conclusione che il lupo non è né buono né cattivo, fa solo il suo lavoro da predatore».

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