Napoli è la "città gattara" d'Italia secondo Legambiente. La città, infatti, secondo il nuovo focus "A-mici in città" nel 2021 risulta il capoluogo con più gatti registrati in anagrafe. In totale in città si trovano 80.740 gatti, di cui 21.050 in colonie feline. Seguono Taranto con 12.566 gatti e Brescia con 8.902.
L’Italia si conferma tra i paesi che più amano i gatti, se ne stimano tra tra i 10 e 15 milioni i gatti presenti nelle case degli italiani, e tra 700.000 e 1.000.000 quelli liberi presenti nelle colonie feline registrate. L'interesse verso questi animali è percepibile anche osservando le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario: tra 66.000 e 72.000 persone.
Tuttavia il Belpaese risulta ancora in forte ritardo nel garantire il benessere e la tutela dei gatti a livello delle Istituzioni. Secondo l'associazione, infatti, solo il 34,7% delle amministrazioni comunali dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio, solo il 26,4% di sapere quanti gatti ci siano in queste stesse colonie.
Tra i Comuni che sanno di avere colonie feline, soltanto il 16,4%, dichiara di aver sterilizzato più del 90% dei gatti presenti nelle sue colonie. La sterilizzazione dei gatti liberi è un argomento su cui non sempre c’è piena consapevolezza, eppure è il sistema maggiormente accreditato dalla scienza per la gestione delle colonie feline. Sul fronte delle campagne di sterilizzazione, appena il 13,9% dei Comuni dichiara di averle fatte e solo il 9,8% ha realizzato campagne per l'adozione di gatti in cerca di casa. Il 5,6% dichiara di avere gattili sanitari presenti sul proprio territorio o convenzionati e solo il 3,2% dichiara di avere oasi feline presenti sul proprio territorio.
I dati sono acquisiti dal report "Animali in città", come ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: «Dal nostro focus "A-mici in città", legato all’XI rapporto nazionale "Animali in Città" a cui ha contribuito un campione di 986 comuni e 42 aziende sanitarie, emerge un quadro di luci e ombre dove, se da una parte si conferma il grande amore che i cittadini hanno per questa specie domestica, dall’altra parte è evidente come questo felino sia poco considerato dalle Istituzioni. Per questo oggi rilanciamo quattro proposte per chiederne una maggiore tutela e benessere insieme ad un piano nazionale che veda collaborare insieme Governo, regioni e comuni».
Meno di 1 amministrazione comunale su 3 registra performance sufficienti per i servizi agli animali, una lacuna che si riflette anche nella gestione dei gatti. Problemi anche sul versante delle aziende sanitarie. In sintesi, emerge che il 95,2% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio; il 90,5% dichiara di sapere quanti gatti ci siano nelle colonie feline; e solo il 73,8% dichiara di aver incaricato cittadini per la gestione delle colonie feline. Per quanto riguarda le campagne per l’adozione dei gatti, solo il 64,3% dichiara di averne fatto campagne. Solo il 61,9% dichiara di avere gattili sanitari presenti sul proprio territorio e il 45,2% dichiara di avere oasi feline presenti sul proprio territorio.
Numeri ben diversi da quelli registrati per i cani. Nel 2021 il numero dei cani entrati nei canili sanitari è di 30.595, mentre i gatti sono 16.259 e quelli presenti nelle colonie feline 338.985, di cui quasi il 50% dichiarato non sterilizzato.
«La maggiore indipendenza del gatto rispetto al cane – ha aggiunto Antonino Morabito, responsabile benessere animale di Legambiente – non genera, però, meno difficoltà nella sua vita in libertà in città, come testimoniano la presenza di malattie in cuccioli e adulti nei gatti delle colonie, i conflitti con i cani vaganti, i rischi letali lungo strade urbane e periurbane e tante altre emergenze. Tali difficoltà trovano oggi solo parziale risposta grazie alle migliaia di volontarie e volontari che in tutta Italia, mettendoci proprio tempo e risorse economiche, provano ad allievare le tante sofferenze».
Non mancano però anche gli esempi istituzionali virtuosi. Oltre alle città gattare, guidate da Napoli che conta ben 2107 colonie feline registrate.
L'esempio di Napoli non deve sorprendere se si pensa che una delle isole del suo golfo, Procida, è nota per essere l'isola dei gatti, come Kodami ha raccontato in un video reportage.
La medaglia d'argento per presenza di colonie feline va a Ravenna (con 990), seguita da Carpi, in provincia di Modena, con 853 colonie. Il Comune di San Giovanni in Persiceto (Bologna), invece, dichiara di avere ben tre gattili sanitari, strutture fondamentali per prendersi adeguatamente cura dei gatti liberi malati o feriti.
La Regione Lombardia ha invece scelto di implementare le azioni per il benessere degli animali familiari. Lo ha fatto attraverso legge regionale, dal 1° gennaio 2020 ha reso obbligatoria la registrazione di ogni gatto che entra a far parte di una famiglia. Sempre in relazione all’anagrafe felina, nel 2021, il Comune di Sant’Angelo in Lomellina (Provincia di Pavia) dichiara di avere più di un gatto ogni due cittadini residenti, seguito dal Comune di Zeddiani (Oristano) con poco meno di un gatto ogni due cittadini residenti e dal comune di San Pietro in Cerro (Piacenza). Per quanto riguarda le adozioni, nel 2021 il comune di Trieste ha dichiarato il maggior numero di gatti dati in adozione, ben 540, seguito da Pistoia (434) e Prato (230).
Le proteste di Legambiente
Legambiente ha quindi scelto di lanciare un pacchetto di proposte, chiedendo, in prima battuta, al Ministro della Salute di approvare il decreto ministeriale che detta le modalità operative per l’implementazione del Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC) che consentirà l’anagrafe di tutti i gatti domestici.
L'associazione si è poi rivolta direttamente ai Presidenti di Regione e ai Sindaci chiedendo di realizzare, d’intesa con il Governo, un piano nazionale che preveda:
- La mappatura completa, entro il 2024, delle colonie feline presenti nei contesti urbani e periurbani;
- Una campagna ad hoc, entro il 2027, di anagrafe e sterilizzazione di tutti gli animali presenti nelle colonie feline;
- La piena operatività, entro il 2030, di 400 gattili sanitari (uno ogni 150 mila abitanti) per consentire la gestione pubblica sanitaria delle popolazioni di gatti nelle aree urbane e periurbane.