C'è un teatro che, a differenza dell'Ariston, continua ospitare alcuni tra gli artisti più talentuosi della musica ben oltre la nuova edizione sanremese: è il grande spettacolo di Madre Natura.
Fuori dal Festival di Sanremo, infatti, va in scena uno dei concerti più belli e melodiosi che siano mai stati ascoltati, quello degli animali. Uno "show" perenne che va avanti giorno e notte da milioni di anni e che ha ispirato tantissimi compositori e artisti umani. C'è chi canta per amore, chi lo fa per avvertire gli altri, c'è chi canta in mare aperto e chi lo fa librandosi nell'aria: scopriamo quali sono, che funzione hanno e come hanno influenzato la nostra cultura alcuni tra i più affascinanti e armoniosi canti del regno animale. Dirige l'orchestra dell'evoluzione: la selezione naturale.
Il canto negli animali
In natura esiste una grandissima varietà di canti prodotti dagli animali, ognuno dei quali con una funzione comunicativa precisa e importante. A differenza di versi e richiami potremmo definire i canti come una vocalizzazione più complessa e composta da numerose sillabe e note. Nel corso della lunga storia evolutiva della vita sulla Terra i canti sono comparsi innumerevoli volte e nei gruppi animali più disparati, ma senza ombra di dubbio gli uccelli sono i maestri indiscussi della musica animale.
I canti melodiosi dei piccoli uccelli canori sono considerati da sempre come una manifestazione maschile per rivendicare il possesso del territorio e attrarre le femmine che, selezionando gli artisti più talentuosi, sarebbero in grado di giudicare la qualità e la forma fisica del partner, guidando la selezione sessuale verso canzoni sempre più complesse e intonate. Se in buona parte questo è vero, di recente sempre più studi stanno rimettendo in discussione queste teorie, in una sorta di rivincita femminista pennuta. È ormai noto, infatti, che il canto tra gli uccelli non rappresenta più un'esclusiva maschile, ma sembra essere molto diffuso anche tra le femmine, soprattutto ai tropici. Nuovi studi stanno provando quindi a ridefinire l'origine evolutiva del canto, e c'è persino chi ha avviato un progetto mondiale di scienza partecipata per raccogliere e approfondire i canti femminili.
L'usignolo (Luscinia megarhynchos) è tra gli uccelli dal canto più complesso e apprezzato, e si esibisce sia di giorno che di notte
Gli uccelli non sono di certo gli unici animali a esibirsi con performance canore degne dei più ambiti palcoscenici. Tra i mammiferi i cetacei sembrano essere gli artisti più vocati e utilizzano le vibrazioni sonore come mezzo di comunicazione principale. Tra la vastità di vocalizzazione prodotte da delfini e balene il canto della megattera (Megaptera novaeangliae) è certamente tra i più belli e affascinanti. Il suo canto, che spesso viene etichettato tra i suoni più complessi della natura, può durare decine di minuti e viene ripetuto per diverse ore. Lo scopo principale sembra essere legato al corteggiamento e le canzoni vengono tramandate alle generazioni successive anche per via culturale. Le melodie, infatti, cambiano da regione a regione e proprio come un dialetto o un canto popolare possono essere appresi non solo per via verticale, ma anche in orizzontale. È stato dimostrato che i maschi sono in grado di imitare, modificare e implementare i canti degli altri maschi contribuendo alla loro diffusione culturale all'interno della popolazione.
I canti delle megattere sono considerati da molti i suoni animali più simili per struttura e trasmissione alle tradizioni musicali umane
Non hanno nulla da invidiare a uccelli e balene nemmeno i piccoli e colorati anfibi. Soprattutto tra gli anuri, il gruppo che comprende rane, rospi e raganelle, ci sono alcuni tra i più potenti coristi di tutto il regno animale. I maschi di molte specie di rane e raganelle, infatti, sono dotati di specifiche sacche vocali poste sotto al palato o ai lati della testa che gonfiandosi aiutano a produrre e ad amplificare il canto di corteggiamento nelle tiepide notti primaverili. Anche in questo caso, a decretare l'artista più talentuoso saranno le femmine, che giudicando la qualità dei baschi dal canto sceglieranno il padre dei loro futuri figli.
Il canto delle raganella (Hyla sp.) nelle notti di maggior concentrazione di maschi può diventare davvero assordante
Tutta un'altra musica, non solo canti
Ad accompagnare le voci della natura esiste un'intera orchestra di musicisti con una spiccata vocazione per gli strumenti. Gli insetti, ad esempio, producano canti che in realtà proprio canti non sono. A differenza di uccelli, balene e altri vertebrati il suono non viene prodotto da corde vocali o organi specifici ma dallo sfregamento di particolari parti del corpo. I grilli e le cavallette sono sicuramente gli insetti più famosi in questo, e possiedono dei tipici apparati stridulatori che gli consentono di "suonare" la loro musica. Nella stagione degli amori i maschi cantano sfregando l'una contro l'altra il primo paio di ali, le tegmine, oppure servendosi dei femori delle lunghe zampe posteriori come se fossero dei plettri. Alcune specie sono persino in grado di fabbricarsi megafoni fatti di foglie per amplificare ulteriormente la propria musica.
Ma il premio di re tra tutti i musicisti del regno animale appartiene ancora una volta a un uccello. L'eccentrico maschio del cacatua delle palme (Probosciger aterrimus), specie minacciata che vive in Australia, fa colpo sulle femmine percuotendo tronchi e rami con veri e propri strumenti che si fabbrica da sé. Possiedono un vero e proprio senso del ritmo come i più grandi batteristi e, uomo a parte, sono gli unici altri animali noti ad aver sviluppato queste capacità tanto uniche.
Lo straordinario senso del ritmo del cacatua delle palme
Gli animali e la nostra musica
La biomusica degli animali ha affascinato e ispirato l'uomo sin dalla notte dei tempi. I canti degli uccelli, soprattutto, sono stati spesso inseriti all'interno di musiche e composizioni di ogni epoca. Tra i tantissimi autori e compositori francesi che si sono lasciati ispirare dalle melodiose sinfonie degli uccelli, quello più famoso tra tutti e senza ombra dubbio Olivier Messiaen (1908-1992). Era talmente affascinato dal canto degli uccelli che preferiva definirsi ornitologo e ritmista, piuttosto che compositore. Era convinto fossero i più grandi musicisti della Terra ed ha passato buona parte della sua vita a girare il mondo per ascoltare e registrare i loro canti. Tra le sue tantissime opere di ispirazione ornitologica ci sono Réveil des oiseaux (Il risveglio degli uccelli), composto quasi esclusivamente da trascrizioni di canti che ha ascoltato tra le montagne del Massiccio del Giura, tra Francia e Svizzer, e soprattutto Catalogue d'oiseaux (Catalogo di uccelli) che contiene circa 77 differenti canti di uccelli composti per pianoforte.
Canti e versi di uccelli sono presenti in moltissime altre composizioni classiche come Le chant des Oiseaux (Il canto degli uccelli) di Clement Janequin, The cuckoo and the nightingale (Il cuculo e l'usignolo) di Georg Friedrich Händel e soprattuto ne Il Gardellino, uno dei sei concerti per flauto dell'opus 10 di Antonio Vivaldi. Capinere, merli, cuculi e tanti altri passeriformi possono essere ascoltati anche in brani più moderni di ogni genere. In Grantchester Meadows degli inimitabili Pink Floyd, ad esempio, è possibile ascoltare il bellissimo e melodioso canto dell'usignolo durante tutta la durata della traccia.
Esistono poi tantissimi altri esempi di fusione musicale tra uomini e altri animali di ogni tipo. In And God Created Great Whales, brano scritto nel 1970 dal compositore americano Alan Hovhaness, sono presenti suoni registrati di megattere, balenottere e orche. La canzone Il n'y a plus rien del cantautore francese Léo Ferré, invece, comincia e finisce con canti registrati di balene mescolate a un'orchestra sinfonica.
La natura e gli animali hanno creato sinfonie e brani inarrivabili, e hanno ispirato e continuano ancora a ispirare alcuni tra i più importanti artisti della storia della musica e non solo. Ma soprattutto si esibiscono gratis, ogni giorno, appena fuori dalle nostre finestre, basta solo saperli ascoltare.