Un concerto per ricordare Helenia Rapini, la giovane dipendente dell’Enpa di Arezzo morta a 29 anni il 6 novembre del 2019, mentre percorreva a bordo della sua auto una stretta strada tra le campagne toscane.
L’iniziativa è stata ribattezzata “Music for Helenia”, e andrà in scena sabato 30 luglio alle 18 al Circolo Acli di Badia al Pino: in memoria di Helenia, e alla presenza del fratello Gianni, del papà Silvano e delle tantissime persone che le volevano bene, si esibiranno diversi dj e artisti con l’obiettivo di raccogliere anche fondi per Ippoasi, il rifugio per animali di ogni specie che sorge all’interno del Parco di San Rossore, vicino a Pisa, e in cui la giovane attivista faceva volontariato in estate.
L’evento ha il patrocinio del Comune di Civitella in Val di Chiana, dove Helenia, che si stava specializzando come educatrice cinofila, viveva. La sua morte aveva scioccato un’intera comunità: nell’incidente aveva perso la vita oltre a lei anche un cucciolo che in attesa di essere adottato era in stallo a casa sua per alcuni problemi di salute.
La mattina del 6 novembre 2019 la 29enne lo stava riportando al rifugio, dopo la notte passata insieme. La sua auto era stata travolta da un’altra macchina guidata da un 49enne, che lungo la strada comunale Ristradella aveva invaso la corsia opposta a causa di un colpo di sonno. L’urto, violentissimo, non aveva lasciato scampo alla giovane attivista e al cucciolo: entrambi erano morti sul colpo.
«Helenia – aveva detto la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi – era una nostra dipendente, ma era soprattutto una nostra volontaria, educatrice cinofila di grande capacità ed esperienza che, con professionalità e affetto, aveva riportato a vivere una vita normale tanti animali che erano stati considerati asociali. La sua passione per i cani di grossa taglia, spesso i più difficili, è testimoniata dalla foto che la ritrae con Aragom, un cane che lei aveva molto amato. Siamo tutti dispiaciutissimi per questa perdita ingiustificabile e ci uniamo al dolore della presidente e di tutti i componenti della sezione di Arezzo, che erano la sua amata comunità affettiva».
Proprio i colleghi e gli amici che con la 29enne avevano condiviso l'esperienza in rifugio avevano voluto renderle omaggio organizzando una raccolta fondi in suo onore e destinando poi il ricavato a Ippoasi.