Non solo cinghiali e lupi. Il Parco regionale dei Castelli Romani, area protetta alle porte di Roma, ormai da qualche tempo, è alle prese anche con la gestione di altri animali, di fatto non selvatici ma “inselvatichiti” dopo avere trascorso molto tempo liberi in natura. Si tratta, nello specifico, di mucche e tori, che dopo avere guadagnato la libertà si sono adeguati a vivere in questa modalità, indisturbati, ma che troppo spesso finiscono sulle strade rischiando di essere coinvolti in incidenti potenzialmente letali per loro e per gli automobilisti.
Soltanto la settimana scorsa un abitante di Rocca di Papa ha colpito un toro con la sua auto nei pressi della rotatoria di via dei Laghi, dove è stata più volte segnalata la presenza di bovini allo stato brado. Animali di cui nessuno si è assunto responsabilità dopo il decesso di un allevatore della zona, e che di fatto vivono liberi, privi di riferimenti: muovendosi nell’area che conoscono capita di avvistarli a bordo di strade trafficate, in alcuni casi proprio in mezzo alla carreggiata, e la situazione è diventata problematica a livello di sicurezza.
È proprio per individuare strategie utili a gestire situazione che il sindaco di Rocca di Papa e presidente della Comunità del Parco Regionale dei Castelli Romani, Massimiliano Calcagni, ha organizzato lunedì 22 Gennaio un tavolo tecnico operativo a Villa Barattolo, sede del Parco, cui hanno partecipato parte anche i sindaci dei Comuni di Velletri, Ariccia, Nemi, Rocca Priora, Castel Gandolfo, oltre al direttore del Parco Emanuela Angelone e al direttore del Servizio Veterinario dell’ASL RM6.
All’incontro ha partecipato anche il Commissario straordinario del Parco regionale dei Castelli Romani, l'avvocato Ivan Boccali, oltre alla Polizia Locale dei Comuni interessati, i Guardiaparco e le Guardie Zoofile. Obiettivo è stato appunto confrontarsi e capire come comportarsi di fronte a un fenomeno che richiede interventi condivisi e strategie a lungo termine.
«Il Parco farà la sua parte, nel rispetto delle prerogative stabilite dalla legge, per contribuire a individuare e attuare misure di contrasto al proliferare sul territorio della presenza di animali vaganti, come i bovini inselvatichiti, segnalati di recente in prossimità delle arterie stradali del territorio», hanno fatto sapere dall’Ente. La cattura ha però costi ingenti e non è facile, soprattutto quando si parla del toro, ed è comunque indispensabile trovare una nuova sistemazione per gli animali e qualcuno che sia disposto ad accoglierli una volta catturati. Preoccupa anche il loro numero: si stima che siano almeno un centinaio.