Ryder, il cavallo diventato tristemente famoso lo scorso 10 agosto dopo essere collassato sulle caldissime strade di New York mentre trainava una carrozza per turisti, è morto. A dare la notizia sono state le associazioni che hanno seguito la vicenda, Equine Rescue Resource, The Sanctuary at Maple Hill Farms e Unbridled Heroes Project, che hanno diffuso una nota congiunta in cui ricostruiscono le ultime settimane di vita dell'animale.
«Poco dopo il collasso, Ryder è stato preso in carico da un nuovo proprietario che lo ha trasferito in una fattoria fuori città e ha immediatamente assunto una gamma di professionisti veterinari per monitorare le sue condizioni di salute – spiegano le associazioni – successivamente lo ha portato al Cornell Equine Hospital per ulteriori valutazioni e cure. Durante la sua permanenza in clinica, Ryder è stato assistito da un team di professionisti veterinari che sono stati costantemente riconosciuti come leader mondiali nella medicina equina che gli hanno diagnosticato una serie di gravi patologie. Alla fine è stata disposta l’eutanasia, per risparmiargli ulteriori sofferenze».
Dopo l’eutanasia il corpo di Ryder è stato portato nuovamente alla Cornell, dove è stata eseguita l’autopsia. Le associazioni non hanno diffuso ulteriori informazioni sulle sue condizioni di salute, anche alla luce dell’inchiesta che il procuratore distrettuale di Manhattan ha aperto in relazione alla morte del cavallo: «Anche se Ryder non è più con noi, troviamo un po' di conforto nel sapere che il nuovo proprietario gli ha fornito le migliori cure possibili, la massima attenzione e l'amore tanto atteso che meritava. Lui e moltissime altre persone sono devastati dalla perdita, ma traiamo coraggio dagli sforzi delle tante persone che sono state ispirate da Ryder a unire le forze e aiutare lui e altri animali bisognosi. Invitiamo tutti a continuare questi sforzi per garantire la salute, la sicurezza e il trattamento migliore per tutti gli animali».
Il video di Ryder accasciato su una strada di Brooklyn, lo scorso agosto, aveva fatto il giro del mondo. Il cavallo, distrutto dalla fatica e dalle temperature altissime di un’estate infuocata, stava trainando la carrozza quando è collassato, e Ian McKeever, il proprietario e vetturino, invece di soccorrerlo lo aveva preso a frustate per imporgli di alzarsi e continuare il giro.
I filmati dei passanti, indignati, avevano contribuito a far aprire un’inchiesta contro di lui per maltrattamento animale, e la vicenda ha infuocato un dibattito aperto da tempo sulla necessità di vietare una volta per tutte la circolazione di carrozze trainate da cavalli a New York.
Una questione di cui si discute da tempo anche in Italia – a Roma in particolare – e che in alcune città del nostro Paese ha spinto i sindaci, alla luce del caldo record estivo e dei ripetuti malori degli animali sfruttati, a prendere provvedimenti che a oggi restano però temporanei e non definitivi. Resta infatti fermo l'iter per arrivare a una legge che vieti la circolazione delle carrozze trainate da cavalli, avviato ad agosto con l'approvazione di un ordine del giorno alla Camera.
L’indagine condotta dalla procura distrettuale di Manhattan ha evidenziato che Ryder, oltre che essere notevolmente sottopeso, era anche più vecchio di quanto dichiarato da McKeever: 26 anni, e non i 13 indicati sui documenti, evidentemente falsificati. Il fatto che fosse ancora sfruttato per trainare persone lungo le strade infuocate della Grande Mela ha spinto le associazioni a chiedere, con ancora maggiore forza, che il New York City Council approvi finalmente la cosiddetta “Intro573”, un provvedimento con cui tutte le carrozze trainate da cavalli verrebbero sostituite da veicoli elettrici e gli animali finalmente tolti dalle strade.
«Siamo distrutti nell’apprendere che Ryder è morto – ha detto Edita Birnkrant, direttrice esecutiva di NyClass, l’organizzazione per i diritti degli animali con sede a New York fondata nel 2008 – Il suo collasso, dopo anni di abusi, ha ispirato decine di migliaia di persone in tutto il mondo a opporsi alla crudeltà dell'industria dei cavalli da trasporto. La morte di Ryder è stata il risultato di una crudeltà selvaggia e dell'avidità. Per realizzare un profitto, l'industria delle carrozze avrebbe costretto Ryder a lavorare sino alla morte, se non fosse stato per i video virali e le persone che hanno portato alla luce le loro infinite bugie e gli insabbiamenti. Il maltrattamento di Ryder è il motivo per cui è morto due mesi dopo».
«Non è finita qui – ha proseguito Birnkrant – È in corso un procedimento penale per abuso di animali contro Ian Mckeever. Onoriamo la memoria di Ryder e proteggiamo tutti gli altri Ryder che ancora soffrono a New York City approvando l'introduzione della legge 573 per porre fine agli abusi sui cavalli da carrozza una volta per tutte».