Bello come un attore di Hollywood, famoso come una delle star che abitano sulle colline di Los Angeles. P22, il puma dagli occhi gialli amatissimo in tutta la California, è stato soppresso. Dopo essere stato catturato dai veterinari del Dipartimento per la fauna selvatica della California per appurare le sue condizioni di salute, la sentenza è stata senza scampo: reni che non funzionavano più, problemi al cuore, una dermatite molto estesa e altre gravi ferite dovute probabilmente ad un investimento da parte di un’automobile.
La sua foto, un piccolo capolavoro del National Geographic, mentre passeggia maestoso e solitario nel buio illuminato solo dall’immortale scritta Hollywood che domina la vallata, è stata per anni una sorta di feticcio e di simbolo per un territorio talmente antropizzato, con le sue autostrade che lo attraversano incrociandosi come lunghe e articolate arterie, da far risultare un miracolo la sopravvivenza per una decina di anni abbondanti di un esemplare libero di puma. Non è un caso che P22 fosse stato scelto come testimonial di progetto multimiliardario per creare attraversamenti faunistici in grado di permettere a questi fantastici animali di vivere una vita dignitosamente indipendente ma non isolata e talmente solitaria da non potersi neanche accoppiare e riprodurre.
La storia del puma P22
Nelle ultime settimane P22 aveva fatto salire il livello di attenzione per gli attacchi a cani di piccola razza di un quartiere residenziale di Hollywood dove insiste Griffit Park, l’area naturalistica a nord della metropoli californiana in cui il puma ha abitato per tutti questi anni, bloccato dal reticolato di autostrade ad altissima densità di circolazione veloce che lo circonda. Attacchi ai centri abitati alla ricerca di prede che secondo Jeff Sikich, biologo della fauna selvatica del National park Service, facevano pensare ad un periodo difficile per il puma, probabilmente segnato dalla fame.
Nella sua solitaria vita, infatti, P22 era stato fotografato più volte durante le sue incursioni in territorio cittadino ma le sue prede continuavano ad essere i coyote e i selvatici che incontrava nel suo territorio. Probabilmente proprio durante una di queste sue incursioni, nel tentativo di attraverso strade troppo trafficate, deve essere stato investivo. Beth Pratt, direttore regionale della National Wildlife Federation, ha dichiarato che l’incidente sarebbe solo «l'ultima tragica nota» nella vita del puma. Secondo Pratt, infatti «la mancanza di spazio collegato non gli ha permesso di vivere come avrebbe dovuto. Le nostre autostrade isolano questi animali nel punto in cui si riproducono».
Nel caso di P22, però, non si riproducono affatto, perché la solitudine ha contraddistinto la sua esistenza. Un grave pericolo che gli studiosi locali hanno ben chiaro e che segnalano prevedendo che la popolazione locale potrebbe scomparire entro 50 anni. Pratt però, in un’intervista al Times, afferma però che proprio grazie a questo progetto di creazione di attraversamenti destinati agli spostamenti di fauna selvatica dal costo di circa 90 milioni di dollari, il destino dei puma dei California e degli altri selvatici, non è segnato. Anzi, nel 2025, con l’apertura di questi percorsi, finalmente potrebbe cominciare una nuova era per questi animali. «Stiamo costruendo il più grande attraversamento della fauna selvatica del mondo grazie a P22. Non avremmo avuto un passaggio se non fosse per la sua storia».
P22 era davvero un simbolo per questo territorio. Lo street artist Corie Mattie lo aveva ritratto in un gigantesco murale su sfondo giallo, “Peace Love & P-22”, diventato un’icona. Alla notizia della sua morte Bill Wyatt, proprietario di un negozio di tshirt disegnate e dipinte, ha subito trasformato la sua morte in un messaggio «P-22 Never Forget», non dimenticatelo mai. Il sindaco di Los Angeles aveva anche istituito un giorno, il 22 ottobre, come “P22Day”.
E forse anche per questo il Los Angeles Times ha dedicato al puma californiano, che era stato trasformato anche in un peluche, una prima pagina con foto gigante. «Non è un segreto che il P-22 sia il felino preferito di Los Angeles e probabilmente uno dei puma più famosi della città – ha scritto il sito web Secrets of Los Angeles ricordando la sua morte – Ora, il nostro amato gatto non regnerà più selvaggiamente a Los Angeles. Per oltre un decennio, il felino è stato una sensazione locale. Se non l'hai visto di persona, è probabile che tu l'abbia visto in forma di peluche, citato in programmi TV come This Fool , o dipinto in murales in giro per la città».
Il racconto di chi ha accompagnato P22 durante l'eutanasia
La morte di P22 ha anche suscitato qualche protesta. Come sempre, nei casi di soppressione di animali a causa delle loro condizioni di salute, sui social qualcuno ha avanzato dei dubbi sulla sua legittimità. Nel caso di P22, inoltre, qualcuno si è soffermato sull’ipotesi che la soppressione sia stata in qualche modo auspicata, se non sostenuta, da coloro che avevano perso i loro cani a causa delle incursioni del puma affamato nel perimetro cittadino.
Ma Beth Pratt in un lungo commiato via social, ha ricordato con grande affetto gli ultimi momenti del puma e le condizioni di salute al momento della sua soppressione: «Mi sono seduta vicino a lui, guardandolo negli occhi per qualche minuto – ha scritto la donna – e gli ho detto che era un bravo ragazzo. Gli ho detto quanto lo amavo. Quanto il mondo lo amava. E gli ho detto che mi dispiaceva tanto di non aver reso il mondo un posto più sicuro per lui. Mi sono scusata che nonostante tutto, io e gli altri che si sono presi cura di lui lo abbiamo bocciato. Non mi illudo che la mia presenza o parole lo abbiano confortato. E me ne sono andato con una grande tristezza che porterò per il resto dei miei giorni».
Secondo la Pratt, le condizioni di salute del puma erano davvero incompatibili con una sopravvivenza dignitosa. «Prima di salutarmi, mi sono seduto in una sala conferenze con i membri del team del Dipartimento della California per la Fish and Wildlife, e il team di medici al San Diego Zoo Safari Park. I mi hanno mostrato un video della TAC di P-22, le immagini dei risultati e la mia disperazione è cresciuta man mano che hanno delineato l'elenco dei gravi problemi di salute che avevano scoperto da tutti i loro test: insufficienza renale al secondo stadio, peso di 90 libbre!!! (normalmente pesa circa 125), trauma cranico e occhi, un'ernia che causa il riempimento della cavità toracica agli organi addominali, un caso esteso di demodex gatoi (un'infezione parassita della pelle probabilmente trasmessa da gatti domestici), malattie cardiache e altro ancora. Le ferite più gravi erano dovute al suo investimento la settimana scorsa da un'auto».
Una situazione drammatica che secondo l’esperta non avrebbe mai potuto evolvere positivamente, né tantomeno far pensare ad una soluzione differente per la vecchiaia del puma. «Anche se ho desiderato disperatamente che potesse tornare in natura, o vivere i suoi giorni in un santuario, la decisione di fare l'eutanasia al nostro amato P-22 è quella giusta. Con questi problemi di salute, non avrebbe potuto esserci un pensionamento pacifico, ma solo un po' di cure per prolungare la sua sofferenza – non per il suo bene, ma per il nostro».
L’ultimo pensiero, infine, all’eredità che P22 lascia alla comunità scientifica. Le tante conoscenze acquisite sulle capacità di sopravvivenza di questo straordinario animale in un territorio ostile e il grande lavoro fatto fino ad oggi, e che deve continuare anche in futuro, per far si che i corridoi faunistici programmati grazie al progetto in atto, possano realmente mettere in salvo gli animali selvaggi che abitano questa zona della California. «Spero che i futuri puma possano camminare sui gradini del P-22 senza rischiare la vita sulle autostrade e sulle strade della California – ha concluso Pratt. – Per P-22 dobbiamo costruire più attraversamenti e collegare gli habitat dove viviamo ora. Grazie, per il dono di conoscerti, P-22. Mi mancherai per sempre».