Se ne va un pezzo della storia veterinaria italiana e internazionale. È morto Marco Caldin, uno dei più grandi studiosi del settore. Caldin si era laureato nel 1986 in Medicina Veterinaria all’Università di Bologna grazie a una tesi di cardiologia strumentale nel cane e nel 2005 aveva ottenuto un Dottorato di ricerca all’Università di Pisa grazie a un progetto sull’Iperadrenocorticismo canino.
Nel 1987 aveva fondato la Clinica Veterinaria e laboratorio San Marco di Padova. È stato coautore in Kirk’s Current Veterinary Therapy XIII con Recognition and treatment of Disseminated Intravascular Coagulation in “Schalm’s Veterinary Hematology 6th Edition” con Electrophoresis and Acute Protein Measurement”. Ha avuto molte esperienze di docente a contratto di medicina interna e patologia clinica in differenti facoltà italiane ed europee, ed è stato autore di 92 pubblicazioni in riviste peer-review.
I social sono sommersi da una valanga di messaggi di condoglianze, a cominciare dagli ordini dei veterinari. Se ne va un «pilastro della veterinaria internazionale», spiegano dai veterinari di Padova. «Piangiamo la prematura scomparsa del nostro collega Marco Caldin – dicono dall'ordine di Venezia – Il dr. Caldin è stato un faro per la nostra professione e uno dei veterinari più influenti al mondo di questa generazione».
«Ha creato una università all'interno della Clinica San Marco, ha aperto le nostre menti, ci ha insegnato a studiare tutti i giorni, tutti i casi clinici ed a confrontarci sempre con chi ne sa un po' di più – commentano dall’Ambulatorio veterinario Pio XI di Reggio Calabria – Ma, soprattutto, ci ha insegnato l'onore di essere dei clinici. La fatica, i turni di notte, le urgenze, le cartelle cliniche e l'approccio orientato al problema, tutto questo è l'immenso bagaglio che porteremo per sempre sulla nostra divisa».
Dalla Veterinaria Maremma, lo descrivono così: «Professionista all'avanguardia, geniale e preparatissimo. E nonostante questa sua dote indiscutibile, sempre disponibile a confrontarsi con noi piccoli medici di provincia. Non si è mai negato al telefono per un consiglio o un parere medico su casi complessi. Sempre umile nel suo sapere. Ci resteranno nel cuore le lunghe telefonate in cui alla fine si parlava anche di vacanze, cibo e della Maremma, terra che amava».