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4 Agosto 2023
14:48

Morto il nono ghepardo del Project Cheetah in India

Dopo la morte ddei ghepardi Tajas e Suraj a luglio, è morta anche Dhatri, una femmina. Anche sul suo corpo sono state trovate tracce di un'infezione al collo, forse dovuta all'uso dei radiocollari. Ora si aspettano le autopsie per capire meglio le cause dei decessi.

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Giornalista
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Un altro ghepardo trasferito dalla Namibia a settembre dello scorso anno è morto nel Parco Nazionale di Kuno nel Madhya Pradesh in India. Si tratta del nono ghepardo deceduto nel corso nel cosiddetto Project Cheetah che aveva l’obiettivo di sopperire all’estinzione di questa specie nel subcontinente indiano con il trasferimento programmato dal Sudafrica e dalla Namibia di esemplari sani e in grado di riprodursi una volta ambientati nel nuovo territorio.

Al momento sono quindi nove i ghepardi deceduti: sei adulti che arrivavano direttamente dall’Africa grazie alla collaborazione con Cheetah Conservation Fund diretto da Laurie Marker, e tre cuccioli che nel frattempo erano nati in India. E se già le ultime morti alla metà di luglio avevano cominciato a far nascere dubbi sulle problematicità del progetto di conservazione, il ritrovamento del corpo di Dhatri, una delle femmine superstiti, sembra aver scatenato una vera e propria bufera di polemiche e perplessità. La stessa Laurie Marker, intervistata da The Indian Express, ha dichiarato di aver lamentato in una lettera rivolta alla Corte Suprema indiana la necessità di un «miglior monitoraggio e una maggiore condivisione regolare di rapporti con gli esperti».

La notizia della morte, avvenuta mercoledì 3 luglio, è stata data da Aseem Shrivastava, Principal Chief Conservator of Forests (Wildlife) che ha appena sostituito JS Chauhan, rimosso subito dopo la morte di Tejas e Suraj. «Stamattina, una delle femmine di ghepardo, Dhatri, è stata trovata morta – ha dichiarato. – È in corso un'autopsia per determinare la causa della morte». Secondo quanto riporta The Indian Express, secondo Shrivastava la causa della morte potrebbe essere legata al radiocollare di cui era fornita Dhatri, nata nell'Erindi Private Game Reserve in Namibia nell'aprile 2020, utilizzato per il suo monitoraggio. Potrebbe quindi trattarsi di un caso molto simile a quello delle morti di Tajas e Suraj, rispettivamente l'11 luglio e il 14 luglio. Secondo quanto riporta il giornale indiano, entrambi avevano lesioni al collo e gli esperti avevano suggerito che i decessi avrebbero potuto essere collegati a una possibile infezione causata da radiocollari. Ora i radiocollari sono stati rimossi e i corpi degli animali morti trasferiti per essere analizzati.

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I 20 grandi carnivori trasferiti a partire da settembre dello scorso anno sono i protagonisti di un ambizioso progetto di reintroduzione che punta a ricreare nei prossimi anni una nuova popolazione a partire da esemplari trasferiti dall'Africa. Il ghepardo, infatti, è scomparso dal subcontinente indiano alla fine degli anni 40 del secolo scorso a causa della caccia e del bracconaggio. Nel 1951 fu dichiarato ufficialmente estinto in India. Diverse volte ci sono stati tentativi, da parte delle autorità indiane, di reintrodurre una specie così iconica a partire da quando Indira Ghandi aveva cercato una collaborazione con l’Iran, altro paese dove questa specie sopravvive con grande difficoltà. Con il Project Cheetah si era ipotizzato di trasferire, nei prossimi cinque anni, almeno 90 esemplari dalla Namibia all'interno del Parco Nazionale di Kuno nel Madhya Pradesh: un'area di 730 chilometri quadrati ricoperta da praterie e boschi che ospita prede ideali per i ghepardi come antilopi e cinghiali.

Al momento però il progetto sembra in una fase di stallo: tre dei quattro cuccioli nati in India sono morti poco dopo la nascita. E, con la morte di Dhatri, già sei esemplari adulti sono morti. Prima di lei, che era una delle due femmine rimaste allo stato brado, a marzo era morto Sasha, maschio arrivato dalla Namibia, a causa di complicazioni ai reni. Un altro ghepardo, Uday, si è ammalato ed è morto il 13 aprile. Il 9 maggio, una femmina di ghepardo, Daksha, portata dal Sudafrica, era morta dopo una "violenta interazione" con due maschi di ghepardo durante l'accoppiamento. Poi a luglio i due ghepardi maschi di due ghepardi maschi, Tajas e Suraj, rispettivamente l'11 e il 14. E infine Dhatri che i funzionari hanno cercato invano di rintracciare dopo la morte di Tajas e Suraj, ma senza successo. Tutti i ghepardi ancora in vita al momento, secondo quanto affermato di da Shrivastava sono al sicuro nel parco: «I 14 ghepardi (7 maschi, 6 femmine, 1 cucciolo femmina) tenuti nei boma (recinti) nel Parco nazionale di Kuno sono sani e vengono regolarmente monitorati dal team composto dai veterinari della fauna selvatica di Kuno e dall'esperto della Namibia».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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