Il maiale Cuore è stato bruciato. Inutili le proteste di cittadini e attivisti, alla fine il maiale ribattezzato "Cuore" è stato gettato in un forno delle fonderie Gozini di Brescia durante un esperimento giudiziale svoltosi nell'ambito del processo Bozzoli.
Cuore è stato cremato perché, secondo i giudici, così si potrebbe risolvere il mistero sulla scomparsa di Mario Bozzoli, l’imprenditore di Marcheno di cui si sono perse le tracce dall’8 ottobre del 2015 e che si sospetta sia stato ucciso e poi fatto sparire nella sua fonderia.
A questo scopo dopo la morte Cuore è stato sottoposto al prelievo del Dna e vestito con indumenti simili a quelli che Mario Bozzoli indossava la sera della sua scomparsa, infine gettato nel forno.
«Abbiamo provato a fare di tutto per salvarlo: era il simbolo di tutti gli animali sfruttati negli allevamenti e nel laboratori, ma, purtroppo, non c'è stato nulla da fare», commenta con Kodami Katia Ruggiero, referente delle associazioni animaliste che più si sono opposte al crudele esperimento: Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma.
Sono stati proprio gli attivisti a ribattezzare il maiale vittima dell'esperimento "Cuore": «Dargli un nome è stato il nostro tentativo di restituire a tutti gli animali la loro identità di esseri senzienti. Anche la scelta del nome "Cuore" non è stata casuale, poiché era proprio quello che chiedevamo di avere per questa creatura e per tutti gli animali: il cuore», spiega Ruggiero.
Un tentativo vano, dato che le proteste e i sit-in organizzati a più riprese davanti al Tribunale di Brescia non sono bastati a fermare le fornaci.
Il maiale è stato scelto tra quelli che quotidianamente muoiono negli allevamenti della zona, solo che invece di essere conferito all'Istituto Zooprofilattico è stato condotto alle fonderie per l'esperimento giudiziale del processo Bozzoli.
La petizione lanciata dall'associazione Salviamo i macachi di Parma per salvare il maiale è stata firmata da oltre 10mila persone, ma non è bastato il supporto popolare per fermare l'esperimento. Anche la richiesta ufficiale inviata dagli attivsti alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, al procuratore capo e alla Corte d'Assise di Brescia è naufragata nel silenzio delle istituzioni.
Ora la speranza delle associazioni di cui Ruggiero è portavoce è che la morte di Cuore serva da monito per il futuro: «Non siamo riusciti a salvare la vita di Cuore, ma sono tutti "Cuore", e la sua storia potrà servire a smuovere le coscienze e ad aiutare tutti gli altri animali, esseri senzienti, rinchiusi negli allevamenti o nei laboratori di sperimentazione. Tantissime persone hanno firmato la petizione per salvare Cuore, e questa storia è arrivata ovunque, e forse c'è ancora speranza per tutti gli altri».